I risultati delle elezioni regionali della Toscana, tenutesi domenica 12 e lunedì 13 ottobre 2025, sono ormai chiari. Grazie a una efficace collaborazione fra ufficio elettorale regionale e ministero dell'interno, tutti i dati essenziali sono già disponibili su questo portale: https://elezioni.interno.gov.it/risultati/20251012/regionali/retrospettivi/primoturno/09.
Anche a voler fare la tara dei pochi estremisti che ormai praticano un astensionismo tanto militante quanto minoritario, del numero sempre più grande di cittadini toscani che lavorano e risiedono fuori regione oppure all'estero, del crescente numero di grandi anziani che sono sempre più esclusi dalla vita comunitaria, è evidente che continua la silenziosa fuga dei cittadini dal voto. Questo è il dato più vistoso e più sfidante.
Dobbiamo continuare la lotta per avere regole elettorali più giuste per tutti. Dobbiamo ribellarci al fatto che ogni votazione sia ridotta all'ennesimo referendum fra i capi delle due attuali piramidi politiche, quella di centrosinistra e quella di centrodestra. I tifosi dei due schieramenti continuano a contarsi, ma tanti altri cittadini scappano da questo loro bipolarismo e dalla loro alternanza al potere, che non produce riforme per il bene di tutti, ma carriere, privilegi e potere per pochissimi.
E' stata una corsa a chi perdeva meno voti. L'ha vinta il candidato incombente del centrosinistra, Eugenio Giani, che ha perso solo 100.000 voti circa dal 2020 al 2025. Alessandro Tomasi, sfidante di centrodestra e persona di un certo livello di competenza e serietà, ha perso quasi 150.000 rispetto a quelli che aveva preso la meteora salviniana Ceccardi cinque anni fa.
Tutti i partiti hanno perso voti, con l'eccezione dei pochi riformisti e moderati che hanno accolto qualche candidato civico e indipendente, sia a sinistra che a destra. Anche questo dovrà far riflettere.
Come OraToscana ringraziamo, per la generosità con cui si sono spese, alcune figure che hanno tentato di portare un po' di novità e di diversità: Francesco Carbini (civico riformista, circoscrizione di Arezzo); Andrea Ulmi (civico moderato, circoscrizione di Grosseto); Alessandro Giorgi (civico autonomista della circoscrizione di Pisa); Salvatore Bimonte (giovane esponente cristiano-sociale di Prato). Ce ne sono state molte altre, di persone generose che si sono candidate nei loro territori, ma che sono state ignorate dai media. Appiattiti, questi ultimi, sull'infausto plebiscito Giani-Tomasi.
Le nostre congratulazioni a: Diletta Fanfani, eletta a Livorno nella lista AVS, una figura indipendente e amica dei nostri civismi; Federico Eligi, riformista indipendente e competente, eletto a Pisa nella lista Casa Riformista.
Il nuovo consiglio regionale ha visto purtroppo aumentare il numero dei "nominati", attraverso listini e candidature bloccate, a spese di figure che hanno invece avuto un autentico appoggio popolare.
Nonostante ciò, è comunque più articolato e plurale del precedente. Si possono quindi creare occasioni di dialogo, di critica e autocritica, di riforme. Che nessuno degli eletti si sottragga alla grande responsabilità di servire tutti i territori della Toscana, non solo la propria parte politica.
OraToscana, lo ricordo, è convocata per la sua terza assemblea generale a Nodica di Vecchiano, il prossimo 22 novembre 2025, per Santa Cecilia. Continueremo a lavorare per allargare e rafforzare, in dialogo con tutte le realtà comunali e territoriali con cui da anni siamo in contatto, la nostra rete di civismi appassionati delle autonomie personali, sociali, territoriali, in rete con Autonomie e Ambiente e con la famiglia europea dei territori e delle regioni, European Free Alliance.
In un suo famoso discorso del 1985, Bettino Craxi spiegò che riteneva legittima la resistenza degli oppressi arabo-palestinesi contro gli oppressori israeliani, anche violenta, anche con il terrorismo. Precisò però, nello stesso intervento, che attraverso la violenza gli arabo-palestinesi non avrebbero ottenuto niente.
Fu lungimirante allora, come lo erano i grandi della politica formatisi alla dura scuola dei grandi partiti popolari di quella fase storica.
Oggi viviamo in un mondo politicamente e geopoliticamente molto più pericoloso di allora, sull'orlo del disastro ecologico, molto più diviso e confuso. Abbiamo raggiunto però una consapevolezza della necessità della nonviolenza. La nonviolenza è l'unica via per sostenere le cause che si ritengono giuste, nel mondo globalizzato e interconnesso, raggiungendo i necessari compromessi fra le ragioni di tutti.
L'estremismo, il settarismo, l'ignoranza, le dissonanze cognitive, gli slogan semplicistici e fuorvianti, la violenza e il vandalismo con cui parecchi in questi ultimi tempi pretendono di sostenere le ragioni di Gaza e della Cisgiordania, hanno prodotto intanto cose orrende come queste:
La fonte di questa brutta notizia sui pezzi di cemento buttati sui binari della stazione Firenze Santa Maria Novella è qui: https://www.firenzetoday.it/foto/cronaca/blocchi-di-cemento-sui-binari-della-stazione-di-firenze/. Avevamo già visto però attraverso i media altre scene veramente miserabili di quelli del "Blocchiamo tutto", estremisti fanatici e violenti, organizzati da gruppi come "Potere al Popolo", purtroppo inseguiti anche da organizzazioni che pure godevano, fino a ieri, di una certa autorevolezza, come USB e CGIL.
A tutti - a cominciare da chi scrive - è capitato di partecipare a eventi e manifestazioni che poi si sono rivelate controproducenti per le stesse cause che si sarebbero volute sostenere. Nulla di nuovo sotto il sole.
Spiace particolarmente in questa occasione, perché mai la comunità internazionale è arrivata così vicina a un piano per la pace... Sì, stiamo parlando del piano Trump... Che riprende integralmente le richieste della Lega Araba, di importanti paesi musulmani sostenitori della causa palestinese, della ANP, dell'ONU, della Santa Sede, della maggioranza della Knesseth d'Israele (dove finalmente gli estremisti sanguinari potrebbero essere ricacciati all'opposizione).
Potremmo avere presto la liberazione dei rapiti israeliani superstiti, ma anche l'amnistia per migliaia di prigionieri politici palestinesi (quasi tutti ex terroristi, peraltro, come è ovvio che sia).
Mai siamo stati così vicini alla caduta di Hamas e del governo Netanyahu, che sono saliti al potere insieme, che sono stati alleati de facto per decenni, che meritano di fare la stessa fine.
Possiamo capire che un giovane creda che in Medio Oriente ci sia uno scontro fra buoni e cattivi. E' normale per i giovani essere ingenui ed entusiasti, ci mancherebbe altro.
Qui però ci sono degli adulti, dei vecchi, delle organizzazioni (non solo nazionali) che finanziano e guidano iniziative che vogliono polarizzare, avvelenare, instillare odio, raccogliere un po' di consenso per futuri scontri politici ed elettorali. Costoro stanno sbagliando, sono o illusi oppure cinici, ma possono fare tanto male, prima del loro inevitabile fallimento, perché viviamo in una società in cui l'antisemitismo (e intendiamo l'antico odio per gli ebrei, ma anche il nuovo odio per le popolazioni di origine araba) non se ne è mai andato, così come molti altri riflessi condizionati di pregiudizio e violenza.
Non possiamo dimenticare che le ragioni di Israele erano ridicolizzate e violentemente represse da un vero e proprio squadrismo, o se volete fascismo, "rosso", anche in anni in cui non era governata da Netanyahu, ma da leader che hanno fatto e proposto soluzioni concrete ai capi arabo-palestinesi: Olmert, Barak e lo stesso Sharon (demonizzato ai suoi tempi, eppure capace del grande gesto dello sgombero totale di Gaza del 2005, un'altra delle molte occasioni storiche perse dagli Arabi, per via dell'estremismo dei loro capi).
Non possiamo sorvolare sul fatto che dirigenti di uffici e agenzie ONU e UNRWA inefficenti e corrotte hanno taciuto per anni di fronte allo scavo dei tunnel e al riarmo di Hamas. E che ancora oggi sono colpevolmente silenti di fronte al fatto che Hamas tiene in ostaggio e usa come scudi umani non solo un pugno di cittadini israeliani ma centinaia di migliaia di cittadini di Gaza.
Forse la guerra delle narrazioni viene facilmente vinta dai racconti delle sofferenze delle persone di Gaza (anche per i mostruosi errori politici, militari, mediatici della cricca di Netanyahu), ma la realtà è che se siamo di fronte a una distruzione che qualcuno arriva a chiamare "genocidio", la principale responsabilità è e resterà per sempre di Hamas.
Chiudiamo dicendo un fermo NO al "Blocchiamo tutto", alla complicità con Hamas, alla mostrificazione di Israele (come stato e come cittadinanza), all'estremismo e al vandalismo.
Tra il fiume Giordano e il mar Mediterraneo c'è posto per due stati, entrambi democratici, quello di Israele e quello degli Arabi, oltre che per autonomie speciali da garantire ai quartieri della Gerusalemme storica, per gli altri luoghi santi, per le minoranze etniche, culturali, religiose. Chi non accetta questa pluralità, sta scivolando lungo un precipizio, in fondo al quale incontrerà - stavolta sì - un vero genocidio, con milioni di morti.
Teniamo una posizione ferma, per continuare a essere fedeli alla nostra storia internazionalista, per la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato, che comincia da dove siamo qui e ora, in attesa di un treno per tornare a casa o per andare al lavoro, alla stazione Firenze Santa Maria Novella.
Il sostegno dei
Liberi Fiorentini - Liberi Toscani ai candidati civici della lista
“Noi MODERATI-CIVICI per Tomasi”
Come Liberi
Fiorentini e Liberi Toscani abbiamo accolto l’invito della nostra
famiglia politica, quella delle autonomie e dei civismi collegati
nella rete OraToscana, a votare liberamente e consapevolmente,
scegliendo delle persone.
Abbiamo deciso di
appoggiare la lista dei “Noi MODERATI-CIVICI”, perché in essa
sono candidate persone amiche del civismo e delle autonomie da
sempre. Lo stesso faranno i nostri amici antichi autonomisti
moderati, orfani di quello che ha rappresentato l’antica Lega
Toscana, prima della deriva centralista ed estremista.
La lista
MODERATI-CIVICI, trascinata da figure competenti e indipendenti come
il dott. Andrea Ulmi, sarà la vera sorpresa di queste elezioni
regionali.
Basta con la
polarizzazione al vetriolo! Tutti i cittadini sentono il bisogno di
moderazione, concretezza, cooperazione fra parti politiche diverse.
Qualità che il dott. Andrea Ulmi dimostrò di possedere quando votò
per l’attuazione delle norme sul fine vita.
Potremo contare sul
dott. Ulmi e sugli altri candidati civici, quando si tratterà di
promuovere l’autonomia delle persone e dei loro medici curanti, per
liberarli dal tirannico verticismo del sistema sanitario regionale
(Ulmi è fra i promotori del referendum consultivo contro le
mega-ASL).
Lavoreremo con il
dott. Ulmi sulla restituzione di risorse ai comuni e ai territori,
perché i problemi ambientali e sociali devono essere affrontati
secondo principi umani e cristiani di sussidiarietà, dalle autorità
locali più vicine, quelle che sono a contatto diretto con
coltivatori diretti, artigiani, piccoli negozi, comunità locali,
famiglie, anziani, tutte le persone (e i loro animali – ricordiamo,
per inciso, che è stata di questo civismo l’iniziativa della legge
“Ulmi” sulla sepoltura degli animali di affezione insieme ai loro
“umani”).
Il dott. Andrea Ulmi
si è impegnato, come civico della lista MODERATI-CIVICI, a portare
nel prossimo Parlamento toscano l’esigenza di più partecipazione e
democrazia, a cominciare dalle correzioni necessarie alla legge
elettorale toscana per far entrare in consiglio più voci, in
rappresentanza di tutti i territori e di tutte le sensibilità
politiche e culturali.
APPELLO A TUTTI I CITTADINI E LE CITTADINE DELLA TOSCANA FIRMATE 🖊️ PER IL REFERENDUM CONSULTIVO SULLA SANITÀ:
OBIETTIVO, 35.000 FIRME - Ne mancano ancora la metà!
Il quesito referendario chiamerà i cittadini toscani a rispondere alla seguente domanda: “Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale incentrato in tre Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana n. 84/2015 (“Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005”), al fine di assicurare una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio, organizzandole su base provinciale?”
E' importante rivedere radicalmente questo eccesso di centralismo. Devono tornare unità sanitarie locali autonome, nel quadro della scelta - a parole da tutti condivisa - di riportare la sanità vicino alle persone, di avere punti di riferimento diffusi su tutto il territorio: ambulatori di vicinato, case della salute distrettuali, ospedali anche nei territori periferici, ad affiancare i tre grandi ospedali universitari principali (Careggi a Firenze, Cisanello a Pisa, le Scotte a Siena).
Si può e si deve firmare.
Negli uffici URP di molti comuni ci sono i moduli.
Il referendum unisce persone di tutto lo spettro politico della Toscana. Cittadini dall'estrema sinistra all'estrema destra, per dirla in modo semplice. Mancano i "big", però... Con qualche eccezione, per fortuna, dal mondo civico:
Segnaliamo l'impegno dell'amico Andrea Ulmi - candidato di punta della lista MODERATI-CIVICI alle regionali toscane - e uno dei sostenitori del referendum contro le mega-asl (maggiori informazioni cliccando qui)
La sera di mercoledì 13 agosto 2025 abbiamo trovato Renzo Giannini nel suo appartamentino di Ajolo in cui si era da poco trasferito, ormai addormentato per sempre.
Abbiamo perso una figura che ha accompagnato la nostra generazione di nati negli anni Sessanta, specie per noi che siamo cresciuti a Prato; un grande creativo non solo di selezioni e miscele musicali; un DJ (deejay) di quelli di una volta, cioè un lavoratore serio, puntuale, preparato, colto, con una grande capacità di resistenza nelle lunghe notti di servizio al divertimento degli altri; una mente eclettica e capace di grande senso critico, persino di preveggenza, rispetto alle storture della globalizzazione e alla disumanizzazione che stiamo sperimentando sulla nostra pelle, in questo inizio di XXI secolo; un compagno nelle lotte per le autonomie personali, sociali, territoriali (qui l'omaggio che gli ha reso Autonomie e Ambiente).
Eravamo amici intimi da tanto tempo e ci mancherà, anche se, dal seno della Provvidenza dove ora riposa, sono sicuro che ci resterà vicino e troverà il modo di stimolarci e continuerà ad aiutarci, come faceva in vita. Sapeva anche essere burbero, ma non riusciva mai a nascondere molto bene la sua incredibile generosità.
Non tutti sanno che condividevamo le tradizioni, la spiritualità, la speranza della fede cristiana, senza alcun bigottismo sia chiaro. Per questo lo abbiamo portato con noi, nel nostro cuore, allo storico Giubileo Arcobaleno che abbiamo appena celebrato a Roma.
L'evento è stato reso possibile dall'immenso lavorìo della Tenda di Gionata e di tanti altri movimenti che la hanno supportata e accompagnata in questi ultimi anni. E' il compimento di una storia cominciata tanto tempo fa, nel secolo scorso, quando persone "diverse" ma credenti cominciarono a mettere in discussione la sessuofobia, il bigottismo e soprattutto la grande ipocrisia dominante nelle chiese cristiane (e più in generale il rigido conformismo imposto dai vertici politici e geopolitici della modernità).
Dopo decenni d'impegno ma anche di grandi sofferenze, le persone queer cristiane e in particolare quelle cattoliche, hanno fatto un altro passo in avanti verso la piena inclusione nelle chiese e nella società.
In una chiesa e in una società dal volto umano, che siano e che restino umane, avrebbe precisato Renzo Giannini.
(testimonianza di Mauro Vaiani, blogger di Diverso Toscana)
* * *
Per chi fosse interessato ad approfondire l'importanza del Giubileo Arcobaleno segnaliamo anche:
Lettera aperta - Appello a unirsi fra liste e movimenti civici
autonomi della Toscana per favorire candidature indipendenti alle imminenti elezioni regionali del 12-13
ottobre 2025
Cari concittadini e concittadine della Toscana,
le prossime elezioni regionali rappresentano un'altra importante
opportunità per rinnovare il nostro impegno verso un futuro migliore
per le nostre comunità.
In un contesto politico sempre più polarizzato, è fondamentale fare
appello alla collaborazione tra le diverse liste e realtà civiche
autonome e libere, in modo da dare voce a tutti coloro che non si
riconoscono pienamente nei tradizionali schieramenti politici.
Le realtà civiche e autonome hanno dimostrato nel corso degli anni
la loro capacità di affrontare tematiche nuove e urgenti, portando
avanti progetti che rispondono in modo diretto alle esigenze dei
cittadini.
L'unione di queste forze, che si fondano sui principi di trasparenza,
partecipazione, valorizzazione di competenze locali, responsabilità
sociale e ambientale, può rappresentare un valore aggiunto, se non
addirittura un’alternativa solida e concreta agli attuali partiti,
che sono piramidi verticistiche, i cui capi sono spesso lontani dai
problemi quotidiani delle persone, delle famiglie, delle imprese,
delle istituzioni e delle comunità locali.
Collaborando e unendo le nostre forze potremmo generare:
1. Rappresentatività
Potremmo portare in consiglio regionale una rappresentanza più ampia
e diversificata, capace di ascoltare e rispondere alle richieste di
tutti i cittadini.
2. Progettualità
La collaborazione tra diverse realtà civiche autonome permetterebbe
di costruire progetti condivisi, fondati su obiettivi comuni e
migliori pratiche, che possano generare risultati tangibili per la
comunità.
3. Innovazione politica
Le realtà civiche e autonome, libere dai condizionamenti delle
piramidi politiche, potrebbe porsi come laboratorio di innovazione,
promuovendo nuove idee e modalità di governance più partecipativa e
inclusiva.
4. Superamento delle divisioni
In un mondo in cui le divisioni sembrano sempre più accentuate, in
cui ai cittadini viene imposto di essere meri tifosi di un forzato
bipolarismo, la nostra capacità di unire diversità e di costruire
insieme un futuro di condivisione, cooperazione, riforme, sarebbe un
segnale forte e necessario.
Invitiamo quindi tutte le liste e realtà civiche, le forze autonome
e libere, i riformisti, a confrontarsi e a definire insieme un
programma elettorale minimo condiviso e a esprimere delle candidature
indipendenti, per riflettere le esigenze e le aspirazioni dei
cittadini comuni, esclusi dall’attuale bipolarismo e dalle sue
degenerazioni.
È il momento di lavorare insieme per un obiettivo condiviso: il
benessere della nostra comunità e il rafforzamento della democrazia
locale in Toscana.
In questa fase preparatoria delle elezioni, vi chiediamo di
considerare quest'appello.
Investiamo il nostro tempo e le nostre energie per costruire una
piattaforma che possa realmente fare la differenza.
Insieme possiamo essere d’aiuto per un futuro migliore, fondato su
valori di equità, giustizia e solidarietà.
La scomoda verità di quest'estate in cui si avvicinano le elezioni regionali in Toscana è che i vertici delle due principali piramidi politiche si stanno organizzando per occupare tutto lo spazio del dibattito pubblico. Non si sono nemmeno curati di confermare ufficialmente i loro due candidati (Giani per il centrosinistra, Tomasi per il centrodestra), perché tanto i capi sanno già che saranno i loro nominati ad avere tutto lo spazio mediatico. Ai cittadini toscani sarà concesso solo il plebiscito fra quello di sinistra e quello di destra, chiunque essi saranno.
Si sa già anche che i due candidati del bipolarismo, chiunque essi siano, vorrebbero avere ciascuno di loro una lista di fiancheggiatori che chiamano civica solo perché non avrà simboli di partito. La lista civica di Giani sarebbe organizzata da quadri del PD e forse anche di Italia Viva. La lista civica di Tomasi sarebbe organizzata grazie a dirigenti del centrodestra. Usiamo il condizionale solo perché i partiti, in entrambi gli schieramenti sono ancora dubbiosi. Stanno cercando di valutare quanto queste liste civetta aggiungano alle due coalizioni e quanti posti possano però portare via alle liste di partito.
Cosa c'entra tutto questo con la necessità assoluta di tornare a eleggere nelle istituzioni candidati civici veramente protagonisti, autonomi e liberi? Ovviamente nulla!
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da L'Altra Toscana un comunicato che ribadisce la necessità di un cambiamento ben più profondo di questo teatrino in cui i civici sarebbero relegati al ruolo di comparse.
Viareggio 27 luglio 2025
CIVISMO VERO, SENZA FINZIONI: LA SERIETÀ COME VALORE RIVOLUZIONARIO
Ancora una volta, in vista delle elezioni, assistiamo al solito copione già visto troppe volte. A destra come a sinistra sbucano liste “civiche” costruite a tavolino, solo per fare da stampella ai partiti. Non rappresentano territori, non nascono da percorsi autentici: sono liste civetta, concepite per moltiplicare simboli e voti, senza alcun radicamento reale.
Troppo spesso, queste liste evitano persino la raccolta firme, grazie a escamotage e scorciatoie burocratiche. Un passaggio obbligatorio per tutte le vere forze civiche diventa, per loro, un ostacolo da aggirare. Con cavilli e forzature, ottengono privilegi che usano per impedire ad altri – proprio a chi segue le regole – di partecipare. Una competizione falsata, dove chi ha i mezzi per piegare le regole le usa contro chi le rispetta.
Il civismo che stiamo costruendo in Toscana è l’opposto di tutto questo. Non ha doppi fondi, non cerca scorciatoie, non si traveste. Non finge apertura dove c’è solo calcolo. Non inventa finte autonomie dove ci sono solo obbedienze silenziose.
La nostra forza è una sola, e non abbiamo bisogno di nasconderla dietro trame o manovre: la serietà. In un tempo dominato dalla furbizia, dai giochetti e dai trucchi di palazzo, la serietà è un valore rivoluzionario. Serietà nel modo in cui si sta nella competizione democratica. Serietà nel non prendere in giro i cittadini. Serietà nel costruire una proposta politica che non nasce dalla paura di perdere un posto, ma dalla volontà di cambiare davvero le cose.
Chi gioca con le regole non può mai essere parte della soluzione. Noi, semplicemente, le rispettiamo. E questo – oggi – è già una forma di radicale discontinuità.
Giorgio Del Ghingaro per il Coordinamento L’Altra Toscana
Riceviamo e volentieri diffondiamo una nota da L'Altra Toscana, riunione di civismi liberi e autonomi della Toscana, che ha come punto di riferimento Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio. Si criticano gli schieramenti di centrosinistra e di centrodestra (con i loro candidati regionali toscani indicati ma peraltro non ancora ufficializzati, Giani e Tomasi). Vogliono farsi delle loro liste di appoggio "non di partito"? Forse le faranno, ammesso e non concesso che ottengano il permesso dai loro vertici nazionali, ma non chiamatele per favore liste civiche, perché saranno liste civetta.
Comunicato stampa 20 luglio 2025 L’ALTRA TOSCANA:
“LISTE CIVETTE, NON CIVICHE. IL VERO CIVISMO È LIBERO DAI PARTITI”
In questi giorni si torna a parlare di “liste civiche” come ricetta per le prossime elezioni regionali in Toscana. Alcuni propongono di riciclare facce note del centrosinistra e del centrodestra sotto mentite spoglie civiche, nella speranza di riattivare un consenso ormai logorato. Ma chi vogliono prendere in giro? Noi de L’Altra Toscana diciamo chiaramente: non tutte le liste che si definiscono “civiche” sono davvero tali. Troppe volte si assiste alla nascita di comitati o sigle che si proclamano civiche, ma che di fatto sono espressione diretta dei partiti, funzionali a loro strategie, incubate nei corridoi del potere. Le chiamano civiche, ma sono civette: servono a distrarre, a confondere, a “ripulire” volti e simboli ormai logori. Non sono alternative ai partiti: sono la loro stampella mascherata. Il vero civismo, quello che L’Altra Toscana porta avanti con coerenza e trasparenza, nasce dai territori, non dalle segreterie. È un civismo autonomo, partecipato, orizzontale, che parte dai bisogni concreti delle comunità, non dai giochi tattici tra ex sindaci, dirigenti e capibastone. È un civismo che non ha padroni, che si misura con il potere, non che cerca un posto a tavola. Se i partiti hanno perso credibilità, non è con le finte liste civiche che la ritroveranno. La sfiducia si combatte con un nuovo patto civico tra cittadini liberi, non con le “operazioni di maquillage” elettorale. L’Altra Toscana si batte per una Regione più giusta, trasparente, sobria e solidale. Senza sponsor né padrini. Il nostro è un progetto davvero civico e libero: aperto, partecipato, costruito dal basso. Chi cerca il “civismo telecomandato” resti pure nei palazzi. La Toscana ha bisogno di aria nuova, non di vecchie strategie col trucco.
Il potere d'indire le elezioni nella Repubblica Italiana è sempre stato usato e abusato da coloro che sono già "dentro" e si sentono purtroppo padroni delle istituzioni. Eugenio Giani, presidente uscente e incombente della Toscana, sta però esagerando. Riceviamo e pubblichiamo integralmente una ferma protesta dei civici de L'Altra Toscana, a firma di Giorgio Del Ghingaro, garante del coordinamento e sindaco di Viareggio.
IL
BALLETTO DELLE DATE PER LE REGIONALI È
UNO SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA
Il
balletto stucchevole sulle date delle prossime elezioni regionali in
Toscana, con il presidente Giani che continua a lanciare ipotesi e
proclami senza alcuna ufficialità, è ormai diventato uno spettacolo
indecoroso, un
insulto alla partecipazione democratica.
A
oggi non esiste ancora una data certa, non ci sono candidati
ufficiali, solo
proclami a orologeria dettati da logiche di potere, non da senso
istituzionale.
Da
settimane assistiamo a un valzer di date ipotetiche, dichiarazioni
ambigue e silenzi strategici:
non
c’è ancora,
nessun
calendario trasparente, nessun elenco di candidati:
l’intero
processo elettorale appare più come una manovra di palazzo che un
percorso democratico trasparente.
Ma
c’è di più, e di peggio.
Se
davvero si andrà al voto a ottobre, come ventilato, si configura una
vera e propria violazione dello spirito democratico: i soggetti
politici che non sono rappresentati in Consiglio regionale oggi — e
che quindi devono raccogliere le firme per presentare le proprie
liste — si troveranno con tempi strettissimi per farlo, nel cuore
dell’estate, quando la partecipazione popolare è naturalmente più
difficile.
Un
ostacolo non casuale, ma scientificamente progettato per tagliare
fuori ogni voce scomoda o alternativa.
Non
è la prima volta che accade: già in passato, in
Toscana e in altre regioni, il sistema di raccolta firme è stato
usato come barriera più che come garanzia.
Nel 2010 diverse liste furono escluse dalla competizione regionale
proprio per cavilli legati alla tempistica e alla validazione delle
sottoscrizioni. L’Associazione
Luca Coscioni da anni denuncia l’impossibilità per nuovi soggetti
politici di partecipare ad armi pari,
e nel 2022 ha chiesto senza successo la digitalizzazione delle firme,
oggi ampiamente praticabile ma ancora ignorata dal legislatore.
Anche
in occasioni recenti, come le elezioni europee del 2024, l’Italia è
finita nel mirino delle istituzioni europee per aver modificato le
regole elettorali a pochi mesi dal voto, imponendo una raccolta firme
onerosa e opaca, in violazione dei più elementari principi
democratici.
Si
parla tanto di mancata partecipazione della gente alla vita pubblica
e di astensionismo e poi si fa di tutto per allontanare ancor di più
i cittadini e comprimere le forme di democrazia.
È
un ostacolo pratico che diventa un ostacolo politico.
Si impedisce, nei fatti, la partecipazione di nuove forze, si
ostacola il pluralismo, si chiude la porta in faccia a chi vuole
rappresentare un’altra idea di Toscana.
Quando
la burocrazia diventa arma politica, la democrazia è sotto assedio.
Quello che sta accadendo in Toscana è grave: non è solo negligenza,
è una manovra consapevole per piegare le regole all’interesse di
pochi. Si
impedisce la nascita di alternative, si soffoca il pluralismo, si
chiude la porta al cambiamento.
L’Altra
Toscana c’è, e ci sarà. Chiediamo chiarezza, subito. Chiediamo
tempi certi e accessibili per tutti.
Chiediamo che non si giochi sulla pelle della democrazia.
La
Toscana merita molto di più di questo teatrino. E merita, come è
stato in altri momenti della sua storia, trasparenza, equità e
rispetto delle regole comuni.
Giorgio
Del Ghingaro
Sindaco
di Viareggio e garante del coordinamento civico L’Altra Toscana
Nell'accogliente contesto dell'Hotel Florence Metropole, a Firenze, si sono riuniti stamane, 28 giugno 2025, ottanta amministratori locali e attivisti de "L'Altra Toscana", per la presentazione del proprio manifesto. Lo pubblichiamo integralmente, per fare apprezzare la freschezza e la novità del linguaggio del documento, elaborato da questa innovativa rete toscana di coordinamento dei civismi e di altre realtà politiche autonome, libere, locali.
Il manifesto è stato presentato da Giovanni Bellosi (Scandicci Civica),
Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi), Mauro Vaiani (Ora Toscana - Civici di
Prato per le autonomie), Renzo Luchi (Cittadini per Fiesole), Francesco
Carbini (Liste Civiche Sangiovannesi).
A inizio lavori hanno portato un saluto Serena Bavuso, assessora a Lamporecchio (che ha sostituito la sindaca civica Anna
Trassi, all'ultimo momento impossibilitata); David Saisi (sindaco civico di
Gallicano), Alessandro Polcri (sindaco civico di Anghiari e presidente
della provincia di Arezzo).
Il dibattito è stato coordinato da Anna Ravoni (già sindaca di Fiesole) e Federico D'Anniballe (Cambiamo Ponsacco).
Ha concluso, con un appassionante intervento, il sindaco di Viareggio, Giorgio del Ghingaro, garante e coordinatore della rete L'Altra Toscana.
Approfondimenti e ulteriori notizie saranno presto diffuse. Nel frattempo ecco qui il testo integrale del manifesto.
MANIFESTO POLITICO DEL CIVISMO IN TOSCANA promosso da L’Altra Toscana
Il tempo del protagonismo
1. Una nuova grammatica per una nuova Toscana La Toscana del 2025 chiede un linguaggio politico nuovo. I modelli del passato, basati su appartenenze rigide e su un potere distante dai territori, hanno esaurito la loro spinta propulsiva. In questo vuoto si afferma una nuova pratica: il civismo. Un civismo autentico, radicato, autonomo. Non un’ideologia, ma un metodo. Non una bandiera, ma un progetto collettivo. Una politica che nasce dal basso, dalla concretezza delle esperienze locali, e che torna ai cittadini con risultati visibili e verificabili.
2. Il civismo è partecipazione che governa Il civismo non è un’eccezione, ma un’alternativa reale. Amministra bene dove è messo alla prova. Parla con onestà. Decide con responsabilità. In Toscana esistono esempi chiari di civismo amministrativo efficace, capace di affrontare crisi profonde e generare rinascita. L’Altra Toscana nasce da queste esperienze: non come somma di liste, ma come espressione matura di una volontà popolare che chiede serietà, competenza e visione.
3. Il tempo del protagonismo: dalla Toscana che subisce alla Toscana che propone Una regione intera si risveglia. Non più spettatrice dei giochi politici decisi altrove, ma protagonista del proprio destino. Città medie, aree interne, borghi, periferie urbane: in tutta la Toscana cresce la consapevolezza che è tempo di agire insieme. L’Altra Toscana è la casa di questo nuovo protagonismo: una rete di cittadini, amministratori, esperienze civiche che non si rassegnano alla marginalità e costruiscono, ogni giorno, la Toscana possibile.
4. Il civismo come infrastruttura democratica Lontano dalla retorica e dai professionismi della politica, il civismo si struttura. Costruisce reti, promuove formazione, attiva intelligenze collettive. E’ il tempo di mettere a comune le buone pratiche locali per costruire un progetto regionale forte, autonomo, credibile. Il civismo toscano oggi è pronto per questa sfida: non come testimonianza, ma come proposta di governo.
5. Le priorità di una Toscana civica • Sanità pubblica e territoriale: più accessibilità, meno attese. Cura e prevenzione come diritti fondamentali. • Territorio e rigenerazione: investimenti pubblici in progetti partecipati, nei centri storici e nelle aree marginali. • Beni comuni: acqua, suolo, paesaggio e cultura da riconoscere e gestire con responsabilità condivisa. • Lavoro dignitoso e impresa diffusa: promuovere il lavoro vero, sostenere chi innova e chi tiene viva l’economia locale. • Innovazione tecnologica sostenibile come mezzo per supportare iniziative giovanili, protezione dell’ambiente e accelerazione dell’apparato burocratico • Trasporto pubblico: da migliorare e rendere concretamente fruibile in tutto il territorio regionale. • Tutela diffusa: la Toscana quale unicum non replicabile, con le sue eccellenze in tutto il suo territorio, che meritano pari dignità di salvaguardia, senza disparità di attenzione tra le diverse parti del territorio regionale. • Partecipazione aperta e confronto costante: un’amministrazione sempre frutto di confronto con la cittadinanza, pronta a recepire istanze ed idee. • Sicurezza sociale: più presenza, servizi diffusi, comunità forti e coese. • Scuola, cultura, giovani: formazione civica, spazi pubblici, educazione alla partecipazione democratica.
6. Un metodo prima ancora che un programma L’Altra Toscana non nasce per replicare ciò che non funziona, ma per offrire un metodo nuovo: trasparente, condiviso, aperto. Le decisioni devono essere comprensibili e partecipate. La politica non è proprietà di pochi, ma spazio di corresponsabilità. Il civismo non promette miracoli, ma si impegna a rendere ogni scelta leggibile, ogni risorsa tracciabile, ogni risultato misurabile.
Conclusione – L’Altra Toscana è già cominciata L’Altra Toscana non è un’idea astratta. È ciò che già esiste nei territori che funzionano. È ciò che si vede ogni volta che una comunità sceglie di rimboccarsi le maniche. È ciò che accade quando l’ascolto, la competenza e il rispetto diventano pratica politica. Ci uniamo con modalità confederali che rispettano e anzi promuovono le nostre autonomie e diversità, lasciando emergere proposte comuni, competenze ed energie, una nuova generazione di leader locali. Il nostro obiettivo non è cambiare casacche, ma aprire spazi nuovi. Ricostruire fiducia. Unire ciò che è disperso. Restituire alla politica il senso dell’utilità. E ai cittadini, il gusto di esserci.
* * *
Nella foto uno sguardo d'insieme sugli 80 partecipanti all'evento
Seguo la resistenza iraniana da oltre vent'anni. Questo non fa di me un "esperto" di cose iraniane, ma forse mi dà il diritto di farmi delle domande e, visto che non trovo risposte sui media occidentali, anche quello di avere dei dubbi.
Secondo l'AIPAC, la potente lobby israeliana in America, già all'inizio del secolo era necessario fermare l'Iran dalla sua corsa verso il nucleare. La loro conferenza annuale del 2006 era già intitolata, con grande enfasi, con un senso di urgenza, "Now It's Time to stop Iran". A quei tempi quella e altre istituzioni godevano di una certa credibilità, anche ai miei occhi di intellettuale e attivista di provincia.
La risposta di persone come me, allora, a questo urgente appello, fu di sostenere in ogni modo i dissidenti iraniani che, con metodi nonviolenti e con grande sacrificio personale, si impegnavano per un Iran diverso.
Abbiamo sostenuto i giovani iraniani esuli nella loro resistenza contro l'estremismo e il populismo di Ahmadinejad (che era stato rieletto presidente dell'Iran nel 2009 in una votazione fortemente contestata).
Ricordo con orgoglio di aver assistito Alessandro Antichi (allora capo dell'opposizione di centrodestra nel Parlamento toscano), Severino Saccardi (uno dei più colti e sensibili esponenti della maggioranza di centrosinistra), il giornalista Stefano Marcelli, nel loro impegno perché la Regione Toscana si esponesse, come istituzione, per la liberazione del dissidente Akbar Ganji. Liberazione che in effetti ci fu, tanto che nel 2006 il Parlamento toscano poté ospitarlo e consegnargli la massima onorificenza.
Come ci furono anche altri momenti importanti, come la visita di Shirin Ebadi, premio nobel per la pace, a Firenze nel 2009, quando tenne una lectio magistralis parlando sotto l'ombra del David - simbolo universale di libertà repubblicana - alla Galleria dell'Accademia.
Negli Stati Uniti d'America e in Israele, però, non si sono mai rassegnati i guerrafondai che volevano fare all'Iran ciò che era stato fatto alla Somalia, all'Afghanistan, all'Iraq, alla Libia, alla Siria. Non posso dimenticare i vergognosi 47 traditori, alcuni dei quali sono ancora in circolazione e vogliono tuttora condizionare la politica estera e militare USA anche al tempo di questa imprevedibile seconda presidenza Trump.
Nemmeno le persone ragionevoli, però, si sono mai rassegnate. Ci sono stati momenti di grande speranza, come la gioia popolare che esplose in Iran nel 2015, al momento della firma degli accordi per un nucleare esclusivamente civile. Il movimento popolare Donna Vita Libertà, l'ultimo di una lunga serie, è più vivo che mai.
Dopo vent'anni di grida "al lupo iraniano", quel regime di preti corrotti e di "guardiani della rivoluzione" miliardari e crudeli è sempre più odiato, sempre più debole, sempre più vicino all'inevitabile crollo.
Che in questa sua fase terminale abbia consumato le ultime risorse di cui disponeva per riprendere il programma di costruzione di bombe atomiche con le quali minacciare di distruzione Israele, Curdi, Beluci (Baluci), Azeri, rivali Arabi, posso ancora crederlo.
Che l'allarme recentemente lanciato dalla AIEA contro l'Iran fosse documentato, lo accetto.
Che il governo cinico e guerrafondaio di Netanyahu avesse pronti da anni piani per minare infrastrutture militari e nucleari iraniane, in modo tale da ritardarne per un altro decennio lo sviluppo tecnologico, lo dò per scontato.
Che in Iran esistano vasti strati popolari più o meno dichiaratamente felici che dall'estero siano arrivati colpi feroci e duri contro l'establishment, ne sono sicuro.
Che mezzo mondo, più o meno apertamente, approvi il raid di Netanyahu, come lezione impartita a una potenza rivale sempre più in crisi (e quindi sempre più pericolosa), lo registro con il necessario realismo.
Che questa sia però una strada per la liberazione dei popoli dell'Iran, per la sicurezza a lungo termine di Israele e dei suoi vicini, oltre che per l'emancipazione dei Palestinesi dalla condizione disumana in cui sono stati precipitati (prima di tutto dai loro capi), no, questo proprio non riesco a crederlo.
Alziamo la voce e protestiamo contro questa ennesima esplosione di violenza che serve solo, come tutte le altre, a tenere al potere i capi pro tempore dei regimi coinvolti.
Grazie al nuovo vescovo di Roma, papa Leone XIV, di non aver fatto mancare, in proposito, un appello alla ragionevolezza.
Dividersi in tifosi, di Israele, dell'Occidente, tanto meno degli orrendi preti al potere in Iran, è oggi più pericoloso e fuorviante che mai.
La realtà, ieri come oggi, come sempre, deve essere la guida interiore del realismo cristiano, quindi umano, quindi necessario in questo mondo in cui ci stiamo autodistruggendo.
Un altro regime change al seguito di bombe occidentali? No, grazie.
Mai farò propaganda astensionista. Sarebbe contro le mie radici e un'offesa ai miei antenati che hanno così tanto sofferto, prima di ottenere il diritto di voto.
Nemmeno però voglio nascondere i miei dubbi su questa tornata referendaria dei prossimi 8-9 giugno 2025.
Nei quesiti sottoposti al voto popolare, non c'è nemmeno l'ombra di quella sapienza referendaria di Marco Pannella e dei suoi studiosi radicali. Loro seppero, su questioni grandi e piccole, portare al successo iniziative referendarie che cambiavano da subito, in meglio, la vita di vasti strati popolari di questa nostra composita Repubblica.
Stavolta non c'è nemmeno un vero e proprio messaggio simbolico e unificante, così come fu il referendum per l'acqua pubblica del 2011. Si sapeva che le conseguenze normative erano modeste e fragili - e infatti sono state tradite dal centrosinistra e dal centrodestra - ma era una battaglia trasversale e mobilitante. Per questo raggiunse il quorum, scuotendo una popolazione già allora profondamente stanca degli attuali partiti e dei loro due poli.
Purtroppo i quattro quesiti proposti (imposti?) da Landini e dalla sua CGIL sono giuridicamente scivolosi. Il diritto del lavoro è ormai troppo complesso. Le esigenze degli anziani (la maggioranza) e dei giovani (la minoranza) avrebbero avuto bisogno di qualche mese di lavoro in una commissione di semplificazione e delegificazione, a livello sia europeo, che repubblicano, per trovare margini di miglioramento.
Mi rendo conto che il messaggio parrebbe nobile: invertiamo la rotta che ci ha condotto alla mercificazione del lavoro. Peccato che questa riduzione del lavoro umano a merce che deve circolare e sottostare alle condizioni di mercato è largamente imposta dalle attuali normative europee. Cambiare l'ideologia della libera circolazione di persone, merci, capitali, servizi in Europa è ben altra cosa che contestare, con una generazione di ritardo, il "Job Act" di Renzi.
Rendiamoci conto che un messaggio così radicale come quello contro il "mercato" non può incarnarsi in questi quattro referendum, che toccano così marginalmente il diritto del lavoro. Peraltro, nell'ipotesi remota che questi quattro referendum raggiungano il quorum, le conseguenze strettamente legislative saranno molto scivolose e non mancherebbero effetti boomerang per la libertà e la dignità dei lavoratori e, cosa non meno importante, dei creatori di posti di lavoro.
Quanto al referendum sulla cittadinanza, so per esperienza personale e professionale - ho lavorato anche per i servizi demografici di un ente locale - che non potrà cancellare le storture burocratiche, le lungaggini, le sofferenze, le discriminazioni, le vere e proprie ingiustizie che subiscono tanti immigrati in Italia.
Ceteris paribus, se non si ferma la metastasi legislativa, se non si pone rimedio all'accidia dei servizi sociali locali, se non si esce dal paralizzante centralismo autoritario, si diventerà sì cittadini in meno tempo, ma solo per aggiungersi a una massa di altri cittadini che già soffrono la povertà o sono a rischio di esclusione.
Avrei voluto un altro referendum, quello proposto l'anno scorso dal Comitato Besostri, in cui mi impegnai personalmente e a nome della rete Autonomie e Ambiente.
Quello sarebbe stato un tema davvero decisivo: un attacco al Rosatellum e alle leggi elettorali ingiuste che da decenni ci impediscono di scegliere i nostri rappresentanti. Deputati, senatori, candidati presidenti e sindaci, da ormai trent'anni, non sono più scelti da noi, ma imposti da due elite, rispettivamente alla guida delle due piramidi del centrosinistra e del centrodestra.
Elite sulle quali i cittadini non possono influire. Le piramidi sono troppo alte e da lassù non ci sentono, anche quando gridiamo.
Perché non c'è anche un quesito del Comitato Besostri al voto? Perché ci silenziarono. Ci cancellarono (gli stessi che oggi ci chiamano al voto, peraltro). Ci dissero che disturbavamo la strategia politica di Landini e della Schlein, in alleanza sempre più stretta con i rossoverdi e i post-stellati.
Landini e la Schlein sono in cima alla piramide.
Chiamano alla conta i cittadini.
I cittadini, però, non sono dei "fan" da mobilitare.
Il voto non è una manifestazione di affetto, da "tifosi", per la propria "squadra".
Non solo questo, almeno!
Ha poco senso essere chiamati a votare su questioni e situazioni giuridiche difficili anche per gli esperti e comunque non risolutive.
Piuttosto dobbiamo il riprenderci il potere di scegliere noi persone di fiducia che le questioni difficili le affrontino nel quotidiano di una buona amministrazione.
Per questo, per la rappresentanza, per la ricostruzione di autentiche democrazie locali, territorio per territorio, continuerò a lottare con gli amici del civismo e delle autonomie.
Buona festa della Repubblica!
Mauro Vaiani (studioso e attivista in Toscana, garante di OraToscana, blogger di Diverso Toscana)
Giorgio Del Ghingaro, referente e garante della rete civica "L'Altra Toscana" (#AltraToscana), nei lunghi anni in cui ha ben amministrato prima Capannori e poi Viareggio non ha mai lasciato le cose come le ha trovate. Le ha sempre coraggiosamente migliorate. Nel tempo, questa figura di cattolico democratico si è reso completamente indipendente dalle due piramidi che dominano - e devastano - la politica italiana e toscana (il centrosinistra e il centrodestra).
Un sondaggio, diffuso oggi e largamente commentato sulla stampa locale, ha dimostrato che è uno dei nuovi leader in cui i Toscani potrebbero riporre la loro fiducia.
Dalla rete civica "L'Altra Toscana" abbiamo ricevuto una nota che pubblichiamo volentieri e pressoché integralmente:
Toscana 2025: i cittadini chiedono una terza via che parte
dal basso. Appuntamento a Giugno per la presentazione del Manifesto
programmatico de L'altra Toscana.
Nel cuore della
Toscana, a pochi mesi dalle elezioni regionali del 2025, un recente
sondaggio realizzato da Winpoll racconta con chiarezza un cambiamento
profondo in atto nel tessuto politico regionale: i cittadini toscani
mostrano una crescente insofferenza verso i due blocchi tradizionali,
centrodestra e centrosinistra, e manifestano una domanda forte e diffusa
di una terza via. Una via che parta dal basso, che sia autonoma,
libera, concreta.
Il dato più significativo è che il 55% degli
intervistati si dice pronto a votare un candidato civico, indipendente
dalle alleanze partitiche. Questo consenso è trasversale a generazioni,
aree geografiche e sensibilità politiche: tra gli under 30 raggiunge il
58%, supera il 60% tra gli elettori di Lega, 5 Stelle e Forza Italia, e
arriva a picchi come il 66% a Livorno e il 63% a Lucca. È la fotografia
nitida di un popolo che chiede rappresentanza fuori dagli schemi e
lontana dalle vecchie logiche di apparato.
A rispondere a questa
richiesta crescente è in corso un importante coordinamento regionale di
realtà civiche toscane - L'Altra Toscana - le quali, pur nella loro autonomia locale, stanno
costruendo una rete capace di affrontare le sfide regionali con uno
sguardo nuovo, pragmatico e condiviso. Questo coordinamento mira a
portare in Regione una visione civica autentica, fondata sulla
partecipazione dei cittadini, la competenza amministrativa e la
concretezza delle proposte.
A guidare questa prospettiva di
rinnovamento è Giorgio Del Ghingaro, sindaco civico di lungo corso,
esperto, competente e dalla forte personalità, che ha fatto del civismo
un sistema di governo libero, trasversale e profondamente radicato nei
territori, ottenendo risultati eccellenti nella gestione della cosa
pubblica. La sua figura rappresenta oggi un punto di riferimento per chi
crede che sia possibile amministrare con serietà, visione e autonomia
dai partiti.
In un quadro in cui i cittadini indicano come
priorità assolute sanità (62%), sicurezza (31%), lavoro (24%) e costo
della vita (19%), emerge chiaramente il desiderio di una politica
vicina, concreta, non ideologica. Ed è proprio qui che si colloca la
proposta civica: una terza via che parte dal basso, costruita sui
territori, e guidata da chi ha già dimostrato di saper fare buona
amministrazione.
E' quindi possibile un cambiamento, proveniente dalla società civile, da una nuova generazione di leader - locali, ma
"glocal" - ancorati a una visione lungimirante, per il bene delle
generazioni future.
Prato, 15 maggio 2025 Festa della Madonna di Montenero, patrona della Toscana
Alla fine di questa bella giornata dell'ottantesimo anniversario della Liberazione, 25 aprile 2025, sento il bisogno di annotare alcune riflessioni critiche.
Non sono pessimista, ma un pochino preoccupato sì, per quelli che a me paiono, al netto delle ipocrisie e delle inevitabili insincerità, dei profondi limiti culturali - ancora prima che politici - con cui i media, gli intellettuali, i leader delle forze che si dicono democratiche, celebrano, dichiarano, trasmettono, in queste occasioni in cui tutti dovremmo invece riflettere seriamente sullo stato della nostra Repubblica Italiana e dell'Unione Europea.
Una piccola luce è quella accesa da Autonomie e Ambiente, in questi anni, che è stata ancora una volta confermata da interventi come questo, appena diffuso dalla newsletter della rete autonomista, partner in Italia della storica European Free Alliance.
Fuori dal mondo dei veri autonomisti, però, vedo parecchio buio.
Ci si crogiola ancora nella comoda convinzione che il fascismo storico sia stata una sorta di momentanea depravazione di alcuni. Invece fu possibile perché prima c'era stata una cosa molto più drammatica, la "Inutile strage".
Non volendo mai prendere atto fino in fondo, per pregiudizio filo-nazionalista "italiano", di quel disastro, si continuerà a coltivare una idea molto impressionistica: improvvisamente i Savoia diventarono infami, i liberali e tanti popolari si trasformarono in complici, i reduci divennero arroganti squadristi, un ex socialista abile e spregiudicato di nome Benito Mussolini diventò il Duce...
Sconfitto, a caro prezzo, il fascismo storico, ci confrontiamo oggi, ottanta anni dopo, con una nuova drammatica erosione della democrazia. Non la ritengo affatto dovuta al revanscismo di oscure minoranze di fanatici di estrema destra, alla salita al potere di un partito centralista come Fratelli d'Italia, o ad altri nemici più o meno comodamente individuabili in figure come quella di Putin o di Trump. Magari fosse così semplice...
La deriva centralista e autoritaria, in Italia, in Europa, in gran parte degli stati che eravamo abituati a considerare "democratici", ha cause molto più profonde e drammatiche. Nella globalizzazione registriamo concentrazioni di potere nelle elite e impoverimento (non solo materiale) delle masse, che le stanno consumando dall'interno, le nostre democrazie.
I problemi della nostra coesione sociale sono talmente grandi che nei prossimi anni potremmo ritrovarci a riampiangere Giorgia Meloni, che apparirà moderata rispetto a chi potrebbe arrivare dopo di lei.
Per inciso, in Italia abbiamo anche un problema più contingente ma non meno urgente: tutte le nostre leggi elettorali sono ingiuste. Il presidente Mattarella, che oggi a Genova ha pronunciato un ispirato discorso, dovrebbe occuparsene, se non vuole passare alla storia come uno dei becchini della nostra democrazia.
Il modo in cui, l'anno scorso, tutti i poteri mediatici e tutte le forze politiche hanno ignorato la campagna contro il Rosatellum del Comitato Besostri "Io Voglio Scegliere", la dice lunga su come è ridotta la democrazia italiana. La luce in fondo al tunnel, per quanto una persona come me la veda chiaramente, è ancora lontana.
Vorrei chiudere ricordando un paragrafo dalla riflessione di Autonomie e Ambiente, rete ancorata ai valori della carta di Chivasso, che considero particolarmente ficcante:
"Interi movimenti autonomisti, civici, ambientalisti - anche antichi e
gloriosi - sono stati distrutti o corrotti dal non aver compreso che si
deve resistere contro sempre nuove - e spesso non immediatamente
riconoscibili - forme di centralismo autoritario e sorveglianza
universale."
E' chiaro che qui ci si riferisce, fra tanti altri disastri, alla mostruosa degenerazione dei movimenti leghisti storici che in poco più di trent'anni si sono trasformati nell'esatto contrario di ciò per cui erano nati, in una impressionante eterogenesi dei fini che finirà sui manuali di scienza politica.
Le antiche leghe di Veneto, Lombardia, Piemonte e di altri territori, sono state peggio che uccise. Migliaia di attivisti e amministratori locali, sè-dicenti "autonomisti", sono stati trasformati in servi sciocchi della causa opposta a quella per cui erano entrati in politica.
Sono stati tutti fatti "militonti" di una lega geneticamente modificata, quella di Salvini: un partito centralista, tendenzialmente autoritario e reazionario, nazionalista e, quando serve, anche abilmente populista.
Alcuni sicofanti di questa para-lega sono inascoltabili, insopportabili quando ancora vanno sui media a parlare di "autonomie".
Alcuni sono così spudorati da dire - con sprezzo del ridicolo - che sarebbero anch'essi, tuttora, ispirati dalle parole eterne di Chivasso. Tanta sfrontatezza, evidentemente, sta facendo molto danni alla causa delle autonomie, ma siccome c'è un limite a tutto, anche all'ipocrisia, farà la fine che merita.
Sì, è stata una bella giornata, per chi è ancorato ai valori profondi delle autonomie personali, sociali, territoriali.
Alla mancanza di spessore storico e culturale, c'è sempre possibilità di porre rimedio.
Piccole e grandi ipocrisie si esauriranno da sole.
Si è svolto oggi sabato 5 aprile 2025, a Firenze all'Hotel Hilton, l'evento pubblico di presentazione del coordinamento di realtà civiche autonome "L'Altra Toscana". Circa centocinquanta persone hanno partecipato all'incontro. Il coordinamento avrà come referente regionale il sindaco civico di Viareggio, il dott. Giorgio Del Ghingaro.
Attraverso il collegamento permanente di una trentina di liste e gruppi civici della Toscana è in corso di elaborazione un programma comune per la regione. In una delle bozze si legge, nell'introduzione:
Su
iniziativa di una nuova generazione di leader civici della Toscana, costituiamo il coordinamento “Altra Toscana” fra liste,
movimenti, realtà civiche della nostra regione.
Siamo civici
autonomi, impegnati con generosità e competenza per il buongoverno
dei nostri territori, per le persone, le famiglie, gli anziani, i
giovani, i bambini, le generazioni future.
Siamo diversi,
per origine e formazione politica e culturale: gruppi civici
spontanei, inclusivi e trasversali, ispirati dai valori della
Costituzione e uniti attorno a istanze locali; storici attivisti
delle autonomie personali, sociali, territoriali; persone
protagoniste di un buon civismo di scopo, che hanno messo in agenda
per i loro comuni e per i loro territori ciò che da decenni viene
trascurato dai partiti.
Ci accomuna
l’urgenza di rinnovare la politica toscana, affrontando insieme i
problemi politici interterritoriali, rispettando e anzi promuovendo
le rispettive autonomie e diversità, per lasciare emergere, dal
basso verso l’alto, con metodo confederale, proposte comuni,
competenze ed energie.
Qui di seguito una cronaca, a caldo, di questa intensa mattinata di lavoro, moderata dalla giornalista Carlotta Buracchi.
Ha aperto i lavori il prof. Stefano Rolando, l'autore di "Civismo politico" (Rubettino, 2015), che ha parlato del civismo come necessità di ricostruire fiducia e partecipazione in un panorama politico ridotto in macerie. Un civismo originale e autonomo, che non deve esaurirsi in un mero collateralismo alle forze politiche oggi dominanti. Un civismo che sappia essere "G-Local", secondo l'intuizione di Piero Bassetti (il padre della Regione Lombardia).
E' stata cruciale, nella meditazione di Rolando, la necessità di vedere città, territori, regioni, come protagoniste della vita europea, ponendo quindi argine al ritorno dei nazionalismi (che hanno provocato decine di milioni di morti, nei conflitti mondiali e nel colonialismo). I politici che tornano a parlare più di "nazione" che di repubblica, o di paese, rischiano una deriva identitaria, peraltro fondata su una identità "immota", che in realtà è inesistente. Gli Italiani e gli Europei sono sempre continuamente cambiati, nella storia e ancora di più nella globalizzazione. Siamo immersi nel vortice dei cambiamenti resi possibile nell'era digitale, incredibilmente più veloci di quelli che sono stati sin qui fenomeni materiali, come lo spostamento fisico delle persone da un continente all'altro.
Il civismo ha avuto leader importanti nella storia della Repubblica e Rolando ha voluto ricordare Aldo Capitini, Adriano Olivetti, Marco Pannella. Persone che hanno saputo imporre ai partiti di allora temi concreti per il bene delle persone e delle comunità. Oggi i civismi hanno ancora una volta il dovere di mettere in discussione lo status quo, soprattutto quello imposto dagli attuali partiti, che sono ridotti a piramidi lideristiche.
Il secondo contributo culturale è stato quello di Giampaolo Sodano, oggi direttore della rivista Il Mondo Nuovo e protagonista della Federazione Civica Europea, una delle realtà che ha iniziato a tessere il dialogo interterritoriale fra civismi dei diversi territori. Sodano ha ricordato che il mondo è stravolto e distratto dalla rivoluzione digitale. Il computer che ciascuno di noi ha in tasca è uno strumento potentissimo, che pochi di noi sanno veramente controllare, sanno usare senza esserne "usati". Questo però non riduce, ma anzi aumenta la necessità di pensiero, profondità, spessore culturale, generosità politica, per affrontare problemi del mondo che, come la crisi ambientale e la concentrazione di potere finanziario, sono estremamente materiali, altro che virtuali.
Non verranno risolti dal continuo chiacchiericcio e dalle attraenti distrazioni disponibili sui nostri telefonini, ma dal ritorno in campo di leader politici che aspirino a servire, come statisti, le persone umane di oggi e le generazioni future.
Da notare che in questa iniziativa tutta locale, regionale, toscana, nata dal basso, orizzontale e inclusiva, si stanno incontrando e intersecando diverse reti: coordinamenti civici territoriali e provinciali che erano già attivi, come l'iniziativa "Toscana dei Cittadini", promossa dai civici di Scandicci e da altri giovani leader di cui abbiamo già parlato più volte su questo blog; il "Patto Civico Intra Tevere et Arno" che ha eletto Marta Mancianti nel consiglio provinciale di Arezzo l'anno scorso; esponenti delle reti di amministratori locali d'ispirazione cristiana; simpatizzanti del mondo cristiano-sociale; persone impegnate nel sociale e nel volontariato; esponenti locali che hanno rotto con il verticalismo dei partiti tradizionali; gli storici attivisti per le autonomie personali, sociali, territoriali di OraToscana (a loro volta collegati con altri territori italiani ed europei attraverso Autonomie e Ambiente e EFA-Alleanza Libera Europea); cittadini che hanno partecipato a iniziative civiche regionali del passato, come Orgoglio Toscano, Patto per la Toscana, Toscana Civica; persone di altre reti piccole o grandi d'impegno civico e ambientale.
Hanno portato un saluto: Giampaolo Giannoni (dirigente regionale del sindacato infermieri NURSIND); il consigliere regionale civico Andrea Ulmi (Gruppo misto - Merito e Lealtà); Alessandro Polcri (presidente civico della Provincia di Arezzo). Sono stati presenti Paolo Marrocchesi (Toscana Civica) e Alecs Bianchi (Rete Civica - Progetto Emilia-Romagna).
Fra gli intervenuti ricordiamo: Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), uno dei più attivi fra i promotori e garanti della nuova rete "Altra Toscana"; Mauro Vaiani (OraToscana); Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi); Riccardo Galimberti (RiBella Firenze); Benedetta Manetti (Più Certaldo); Catia Naldini (Liste Civiche Sangiovannesi); Riccardo Tartaglia (Cittadini per Fiesole); Francesca Marrazza (RiBella Firenze); Federico D'Anniballe (Insieme Cambiamo Ponsacco); Francesco Carbini (Liste Civiche Sangiovannesi - centro culturale Agorà); Marco Cannito (Città Diversa - Livorno); Andrea Poggianti (La mia Empoli - lista civica); Marco Donati (Scelgo Arezzo). Molte altre persone presenti hanno dovuto rinunciare a parlare per inevitabili limiti di tempo.
Nel dibattito sono emerse le questioni che stanno più a cuore alle persone e alle comunità locali nella nostra Toscana: la necessità di prossimità nella sanità; le questioni sociali; la compiutezza e l'ammodernamento delle infrastrutture; l'innovazione economica; la protezione dell'ambiente e di un cibo sano prodotto dall'agricoltura locale. Non è mancato, da più parti, un riferimento all'erosione drammatica della partecipazione e della democrazia, di cui sono responsabili le piramidi politiche del centrosinistra e del centrodestra. I partiti che appartengono a questi due schieramenti dominanti sono autoreferenziali, chiusi, incapaci di far emergere nuove competenze, ossessionati dalla spartizione di posti.
Giovanni Bellosi e Mauro Vaiani hanno voluto fare una battuta sul magheggio del "40%", che è stato annunciato dal centrodestra in Parlamento in questi ultimi giorni: questi partiti che ormai convincono a votare solo il 40% degli elettori, vogliono far vincere i loro sindaci con il solo 40% dei voti validi. Una triste competizione a chi prende meno voti e più potere. Il centrosinistra, se fosse veramente sincero nell'opporsi a un quorum di solo il 40% per l'elezione dei sindaci, dovrebbe avere il coraggio di togliere lo stesso quorum che vige nella legge elettorale regionale e che ha consentito loro di evitare sempre il temuto ballottaggio.
Le conclusioni sono state affidate al sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, un amministratore di lunga esperienza e di comprovata autonomia dalle attuali piramidi politiche dominanti (tutte), che ama definirsi "civico, libero, matto".
Nell'accettare di essere il referente e portavoce regionale del coordinamento "Altra Toscana", Del Ghingaro ha riassunto alcuni degli impegni programmatici che questa nuova realtà civica toscana sta scrivendo, per poi trasformarli in fatti concreti, per il bene delle persone e delle comunità: per una sanità pubblica e universale, in cui non si deve solo spendere di più, ma riformare, semplificare, riportare sul territorio, da rendere sempre più vicina a una popolazione che - grazie al cielo - invecchia perché vive più a lungo; per l'innovazione, la sostenibilità ambientale, la prosperità dei distretti industriali, che sono un patrimonio prezioso della Toscana; per l'ambiente, su cui continua un impegno per "rifiuti zero" e per una economia circolare, di cui Del Ghingaro è stato, ormai da un quarto di secolo, un operoso realizzatore, non uno dei tanti "annunciatori". Il sindaco di Viareggio ha aggiunto anche delle riflessioni sulle politiche sociali, sul diritto alla casa e sull'integrazione nel lavoro di chi è rimasto indietro, perché la povertà cresce, anche in Toscana.
L'Altra Toscana ha dimostrato di esserci e di poter avviare, con umiltà e competenza, un lavoro comune, diventando punto di riferimento per centinaia di realtà civiche della Toscana.
Chiudiamo invitandovi all'ascolto di un breve estratto dall'intervento di Giorgio Del Ghingaro, dedicato all'ambiente.
Sabato prossimo, 5 aprile 2025, a partire dalle 9.30, presso l'Hotel Hilton Florence Metropole, una nuova generazione di leader civici toscani si presenta pubblicamente, annunciando l'avvio di un lavoro comune per un'altra Toscana.
L'albergo che ospiterà l'evento si trova in Via del Cavallaccio, nel rione di San Bartolo a Cintoia, zona nota per la multisala e perché lì s'incontrano lo stradone verso l'Indiano e la FI-PI-LI. La torre dell'hotel è ben visibile anche a distanza.
Promuovono l'iniziativa civismi di differenti storie, culture, territori. Ne ricordiamo solo alcuni: Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), Francesca Marrazza e Riccardo Galimberti (RiBella Firenze), Anna Ravoni e Renzo Luchi (Cittadini per Fiesole), Federico D'Anniballe (Insieme Cambiamo Ponsacco), Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi), Pierluigi Piccini (Per Siena), Marta Mancianti
(consigliere provinciale Patto Civico Arezzo), Francesco Carbini (Agorà - Liste Civiche Sangiovannesi), Marco Donati (Scelgo Arezzo), Enrico Buoncompagni (Movimento Civico Fare
Ora Figline-Incisa), Andrea Ridi (Più Certaldo), Marco Cannito (Città Diversa - Livorno), Ione Orsini (Un Cuore per Vecchiano). Secondo Mauro Vaiani, garante di OraToscana (realtà in rete con
Autonomie e Ambiente e con EFA), questo nuovo dialogo interterritoriale
fra civismi può risvegliare la partecipazione, frenare l'erosione della
democrazia, rigenerare le autonomie personali, sociali, territoriali.
Nella mattinata si ascolteranno due contributi da fuori Toscana: Stefano Rolando, studioso e accademico che si è fatto promotore di un "buon civismo di scopo" ancorato ai valori della Costituzione; Giampaolo Sodano, giornalista e promotore della Federazione Civici Europei (una delle esperienze pionieristiche di collaborazione interterritoriale fra civismi e movimenti politici locali). Seguiranno interventi da diverse delle liste e dei gruppi civici locali che hanno promosso l'evento.
Concluderà i lavori uno degli amministratori civici più autonomi, dinamici, operosi e competenti della Toscana: Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio.