Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 27 novembre 2022

Sui territori decidiamo noi

 


Bella e partecipata la manifestazione di ieri, sabato 26 novembre 2022, a Empoli. contro l'impianto di gassificazione e contro gli altri disagi che hanno messo a rischio la qualità della vita nel cuore della Toscana. Dopo gli eccessi nel consumo di territorio, la scarsa qualità di alcune opere stradali e ferroviarie, il disastro della vicenda del Keu, ospitare anche questo impianto per il trattamento dei rifiuti della Piana metropolitana, è parso troppo a molti.

Lo slogan più significativo e cruciale per il futuro è stato: sui territori decidiamo noi, cittadini residenti, dal basso. Basta con l'imposizione dall'alto, da altrove, da altri, di trasformazioni sul territorio che sconvolgono la nostra vita. Si tratta, in potenza, di una grande svolta civica, ambientalista, autonomista.

Il Tirreno di oggi (domenica 27 novembre 2022) ha dedicato all'iniziativa il servizio di Luca Signorini e quasi due intere pagine (da cui abbiamo ripreso il dettaglio di una delle foto pubblicate per questo post). Si scrive della presenza di oltre tremila persone, molto consapevoli e determinate. Sulle reti sociali del Tirreno è disponibile anche un video.

A nostro parere, ci sono poche speranze che l'amministrazione comunale guidata da Brenda Barnini possa avere dei ripensamenti e aprire un dialogo con questa nuova piazza civica, ambientalista, autonomista. Solo due settimane fa, in una intervista che è possibile leggere sul sito Gonews, si esprime sicura, come un drone parlante che, sorvolando sulle opere previste per il suo territorio che a lei sono visibili grazie a una avanzata "realtà aumentata" (a lei e forse solo a lei evidentemente accessibile), esprime solo sicurezza e soddisfazione perché, a suo parere, tutto va come deve andare.

Il consenso popolare di cui dispone il blocco che domina la vita politica nell'Empolese è molto ampio. Molto divise, e spesso subalterne ai rapporti di potere interni alle sinistre, sono le opposizioni. Qualche possibile vittoria del centrodestra, lo si è già visto in Toscana, non cambierà niente del centralismo autoritario e sviluppista che tarpa le possibilità di cambiamento e minaccia la vita delle generazioni future in Toscana.

I leader locali di quella piazza hanno davanti a sé un bivio cruciale: organizzarsi politicamente ed elettoralmente insieme al resto del civismo ambientalista e autonomista, per dimostrare che sono davvero una parte significativa della sovranità popolare sul loro territorio; oppure limitarsi a pungolare i loro attuali amministratori (che poi magari finiranno per essere rieletti nel 2024).

Un po' di speranza, gioia, energia e tempo per riflettere ci sono. Speriamo che prevalga il desiderio di organizzare un cambiamento più profondo, quartiere per quartiere, paesino per paesino.

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venerdì 25 novembre 2022

La Multiutility, il grande scippo

 


Riceviamo e volentieri pubblichiamo integralmente:

Lucca – Firenze – Pisa – Siena, 22-23 novembre 2022

La Multiutility è un grande scippo di beni comuni alle persone e alle comunità della Toscana. OraToscana unisce la propria voce a quella dei piccoli comuni, degli amministratori civici e indipendenti (spesso ribelli ai partiti nelle cui liste sono stati eletti), dei movimenti, associazioni e comitati che si sono messi di traverso rispetto a questa operazione di fusione di aziende che svolgono servizi pubblici in 67 dei 273 comuni della Toscana.

OraToscana sarà a fianco di ogni iniziativa di resistenza e di protesta, con la competenza e le capacità dei propri consiglieri comunali, attivisti e studiosi. Appoggeremo eventuali tentativi di resistenza attraverso gli istituti della partecipazione popolare, come per esempio i referendum abrogativi comunali.

In aggiunta, OraToscana lavora per un salto di qualità politica nell’impegno di tutti coloro che credono nelle autonomie e nell’autogoverno dei beni comuni locali. Promuoverà, non in solitudine, una iniziativa politica ed elettorale, di segno civico, ambientalista e autonomista, per la nostra terra, la salute, i beni comuni. La stratificazione di leggi nemiche dei servizi pubblici locali va combattuta a partire dal Parlamento europeo, nel Parlamento italiano, nel Consiglio regionale della Toscana.

Il Trattato sul funzionamento della Unione Europea (TFUE), all’art. 106, tutela la gestione pubblica diretta e locale degli essenziali servizi pubblici, così come la Costituzione, se si desse piena attuazione agli articoli 5, 43, 117 e 119. Il tradimento dei principi comunitari e costituzionali attraverso l’attuale metastasi normativa (sé dicente liberista, ma in realtà antiliberale, antisociale, antipopolare), va fermato, non solo con le parole, ma nelle urne.



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Approfondimenti sul disastro della Multiutility

L’operazione, come si legge nelle 47 pagine della Delibera 49 del Consiglio comunale di Firenze (ex proposta 55) del 19 ottobre 2022, coinvolge la società ALIA, che già ha incorporato antiche storiche municipalizzate dell’area fiorentina e alla quale saranno unite Toscana Energia, Publiacqua, Consiag, Acqua Toscana, Publiservizi.

Gli enti pubblici locali attualmente soci delle società coinvolte si ritroveranno, volenti o nolenti, azionisti di una “Holding Toscana”, di diritto privato, aperta a “investitori” finanziari internazionali, con una possibile quotazione in borsa. Il potere, però, resterà saldamente in mano al Sindaco metropolitano di Firenze e ai tecnocrati che, almeno dai tempi del decreto Andrea Ronchi-Silvio Berlusconi del 2009, amministrano come mandarini la privatizzazione dei servizi pubblici locali in tutta la Repubblica.

Privatizzazione” è diventata una parola impronunciabile, perché ha coinciso, non solo in Toscana, con un inarrestabile declino dei servizi pubblici. Una decadenza che fu frenata, ma non fermata, dalla vittoria dei difensori dell’acqua e dei beni pubblici nei referendum popolari del 2011.

I principali guasti che l’operazione, se non sarà fermata, produrrà sono:

1) I comuni, e quindi i cittadini, perderanno ancora ulteriore sovranità su quella aggregazione verticistica, che renderà più opache le relazioni industriali e le scelte di investimento, oltre che più difficile il controllo sulla qualità dei servizi erogati.

2) Non ci saranno economie di scala di alcun tipo, anzi si pagheranno le diseconomie dell’aggregazione forzata di attività eterogenee, perché si dovranno continuare a presidiare territori diversissimi fra di loro, rispettando normative che sono estremamente complesse e specifiche dei vari campi di attività. Acqua, energia, rifiuti sono servizi pubblici essenziali e indisponibili, che devono essere gestiti da unità operative competenti e presenti paesino per paesino, quartiere per quartiere. Sono attività di rilevanza economica ma solo una classe politica estremamente ignorante o assolutamente ipocrita può permettersi di vederle come “industrie” che possono essere centralizzate (e magari “tagliate”).

3) Continuerà la desertificazione delle competenze, che storicamente i servizi pubblici locali coltivavano e mantenevano in ciascuna comunità. Ci saranno meno tecnici e operatori esperti, a presidio dei servizi territorio per territorio. Aumenteranno le esternalizzazioni, con la creazione di lavoro meno protetto, meno competente, meno stabile, meno pagato. Episodi emblematici di malagestione delle riparazioni da parte di un esercito di esternalizzati precari, come quello che portò al disastro di Lungarno Torrigiani a Firenze nel 2016, non hanno insegnato evidentemente nulla all’amministrazione Nardella e ad altre.

Gli unici guadagni certi, se si proseguirà in questo avventurismo di politici che si improvvisano finanzieri, saranno quelli delle società di consulenza e degli investitori privati coinvolti in questa operazione, oltre che negli aumenti dei bonus e dei benefit dei sé-dicenti manager delle aziende coinvolte.

I perdenti, non da ora e non per colpa della guerra, sono sempre i cittadini e le piccole imprese, che subiscono gli aumenti delle bollette e le carenze di manutenzione delle reti.

Economia circolare, sostenibilità, energie rinnovabili, a parte la buona volontà di qualche famiglia abbiente e di qualche piccola impresa coraggiosa, restano solo parole buone per gli uffici stampa, per colpa di questi grossi aggregati che non sono più servizi pubblici (e che non potranno mai neppure diventare vere aziende private).

Nel caos normativo e politico creato da una serie di governi centralisti (di sinistra, di centro, di destra, populisti e tecnici, da Berlusconi, a Monti, a Letta, a Renzi, a Gentiloni, a Conte, a Draghi), a seguito di queste pericolose concentrazioni di potere, ben poco si sta facendo per una svolta ambientale (e anche il PNRR si mostrerà presto per la grande illusione ottica che è).



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giovedì 24 novembre 2022

In ricordo e in onore di H. M. Enzensberger

 


 

Hans Magnus Enzensberger è morto il 24 novembre 2022, alla veneranda età di 92 anni. Oltre a essere stato un grande studioso e letterato, non si è sottratto alla sua responsabilità, come figura pubblica e intellettuale critico, al suo dovere di mettersi di traverso rispetto ad alcune folli derive del nostro tempo, contro il centralismo e l'autoritarismo dei nostri stati, delle multinazionali, dei media che ci bombardano con il loro pensiero unico.

Se questo gigante fosse stato, oltre che molto ammirato, anche più ascoltato, dopo la pubblicazione del suo saggio sui perdenti radicali, su quei poveri uomini "sprecati", indotti alla distruzione e alla autodistruzione (Schreckens Männer – Versuch über den radikalen Verlierer., 2006), la cosiddetta "guerra" globale al terrorismo sarebbe finita e sarebbe iniziata la lotta per tagliare le unghie agli establishment militari-industriali che l'hanno cavalcata.

A chi non riesce a capire perché l'Europa, dopo gli ultimi trattati sulla "Unione", è sempre più divisa, consigliamo la lettura del suo pamphlet contro il "mostro gentile" di Bruxelles (Sanftes Monster Brüssel oder Die Entmündigung Europas, 2011),

A chi ama la vita, la libertà, il sogno di un mondo dove siano possibili autonomie personali, sociali, territoriali, raccomandiamo la lettura della "breve primavera dell'anarchia", la biografia dell'anarchico spagnolo Durruti (Der kurze Sommer der Anarchie. Buenaventura Durrutis Leben und Tod, 1977).

Ha fatto la sua parte, Hans Magnus Enzensberger, riposi in pace.

 

lunedì 7 novembre 2022

Ex GKN, ci vorrebbe un La Pira

 


 

Più di un anno dopo, pubblichiamo altre parole di solidarietà con i lavoratori ex GKN e con tutto il territorio del comune di Campi Bisenzio su cui insiste la grande fabbrica.  

Com'era facile prevedere, questa crisi aziendale, questa messa in discussione di un'antica realtà industriale nella Piana, si è prolungata e non se ne vede la fine.

Ci vorrebbe un La Pira, con i poteri di allora, ancorato all'oggi, con una visione per il futuro. Ma non c'è.

Solidarietà totale ai lavoratori i quali, se non intervengono forti poteri pubblici, verranno dispersi, non prima di aver assistito allo svuotamento e all'abbandono di quell'immenso impianto industriale.

Qui riportiamo il comunicato dell'USB e di altri sindacati di base, che condividiamo totalmente:

Firenze -

L’Unione Sindacale di Base, Cobas e Cub hanno proclamato per lunedì 7 novembre lo sciopero per l’intera giornata delle aziende del settore privato della provincia di Firenze, in risposta all’appello lanciato dalla RSU e dal Collettivo di Fabbrica dell’ex GKN, dopo la comunicazione che proprio lunedì 7 novembre è previsto l’arrivo dei camion per lo svuotamento della fabbrica.

Lo sciopero è indetto in solidarietà con i lavoratori ex GKN e contro i processi di delocalizzazione in atto nel nostro territorio. Sono esclusi dallo sciopero i lavoratori sottoposti alla 146/90 e s.m.i..

Fonte: https://toscana.usb.it/leggi-notizia/ex-gkn-usb-proclama-con-cobas-e-cub-lo-sciopero-del-settore-privato-in-provincia-di-firenze-per-lintera-giornata-di-lunedi-7-novembre-no-allo-svuotamento-della-fabbrica-2030-1.html

 

 

 

 

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