Grazie di cuore a Simone Caffaz, per la sua generosità e per il suo impegno. In un momento difficile di grande astensionismo fra il primo e il secondo turno il candidato civico-liberale è riuscito a convincere molti attivistii e leader locali di Carrara, ha reso ancora più inclusiva e lungimirante la propria proposta democratica, ha raddoppiato i suoi voti, ma tutto ciò non è stato sufficiente.
La politica è così: non sempre ti premia per quanto tu possa essere indipendente, diligente, preparato. Carrara non è riuscita a scuotersi dal suo stato di dipendenza da Massa, da Firenze, da Roma, da Milano e dalle elite di potere che hanno interesse a estrarre da essa il più possibile, senza lasciare al territorio nulla in cambio. Buon lavoro dunque alla nuova sindaca Serena Arrighi, sul cui operato vigileranno pochi ma determinati consiglieri di opposizione. Gli riconosciamo la vittoria e le auguriamo il meglio, a lei e alla bella e libera Carrara.Ai non pochi consiglieri civici eletti, a Carrara e in molti altri posti, chiediamo di continuare ad approfondire le ragioni del loro essere indipendenti dal centrosinistra, dal centrodestra, dal centro-centro. L'unico centro veramente importante è quello dove abbiamo messo il cuore, dove si trovano le nostre migliori aspirazioni civiche e civili, autonomia di pensiero e progetti di autonomia istituzionale, un ambientalismo saggio e lungimirante, dedizione al bene comune.
Il civismo ambientalista e autonomista deve tenersi pronto, perché è sempre più necessario per affrontare le crisi del nostro tempo con valori democratici, con una capacità di buongoverno dal basso, nel rispetto delle tradizioni, delle libertà, delle autonomie personali, sociali, territoriali.
Hanno votato in troppo pochi, i nostri concittadini, anche in Toscana e anche a Carrara. Quando vediamo che le persone non si muovono, non si mobilitano, non si interessano, neppure per temi candidi come l'ideale di una giustizia giusta, o l'elezione di una figura indipendente alla guida della loro città, significa che la situazione, in questo tempo di peste, guerra e crisi, è davvero grave. Non vediamo grandi vittorie per nessuno.A parte il colpo di fortuna dell'elezione di qualche persona nuova, diversa, giovane ma non incompetente, non ci pare affatto che centrosinistra, centrodestra o centro-centro abbiano raccolto chissà quale consenso. Le vittorie di alcune figure civiche totalmente prive di appoggi politici nazionali sono molto più sorprendenti e promettenti delle poche bandierine alzate dal se-dicente centrosinistra o dal fu-unito centrodestra.
Ci sono città e comunità dove sono scesi in campo centinaia di candidati ma poche migliaia di votanti. Questo distacco fra minoranze politiche organizzate e la grande maggioranza delle persone è un problema. Noi che interpretiamo un pensiero civico, autonomista, ambientalista, siamo abituati a essere minoranza e non ci facciamo facilmente spaventare ma sia chiaro: non siamo forti, non siamo molti, non abbiamo in tasca alcuna ricetta e non riusciremo facilmente a raggiungere le masse di persone disconnesse dalla loro comunità e dalla vita della Repubblica.
Faremo del nostro meglio lo stesso, non solo per convinzione, ma soprattutto per responsabilità.
Difenderemo la nostra storia e i nostri valori, quelli della Carta di Chivasso, del socialismo e del liberalismo autonomisti, dell'autogoverno e del buongoverno.
Resisteremo, perché ciò in cui crediamo, la Repubblica delle Autonomie e l'Europa delle regioni, dei popoli, dei territori, è il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti.
La nostra generazione ha vinto pochissime battaglie, ma stiamo allenando la prossima, per un mondo che somigli più alla Svizzera che alla Cina, dove si resti liberi e non sorvegliati, dove si venga curati quando si sta male e non si venga fatti ammalare per poterci somministrare farmaci, dove si torni a nutrirsi e a vestirsi senza distruggere il pianeta, dove l'impegno per pace e la salvaguardia del creato siano ispirazione comune unificante e non fonte di divisioni insensate, sempre e solo nell'interesse delle generazioni future.
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