Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

giovedì 31 marzo 2016

Questione morale ma anche politica


Quando sale al potere una persona così ricca e insieme così avida, come si sta rivelando l'ormai ex ministra Federica Guidi, c'è sicuramente una questione morale.
Quando però una tale persona, piena di conflitti di interesse e povera di competenza politica, è stata scelta, c'è stato anche un errore politico.
Anzi ce ne sono stati almeno due.
Il primo è aver portato al vertice della Repubblica persone che credono ancora in progetti petroliferi stile Terzo mondo anni cinquanta. Persone così culturalmente ed ecologicamente arretrate dovevano insospettire, sin dall'inizio. La moralità in politica è anche conoscenza e radicamento in visioni politiche meno ciniche, più serie.
Il secondo è stato quello di non essere rimasti fedeli allo spirito della rivolta civico-liberale che, sin dal 1993, chiedeva la progressiva abolizione di queste concentrazioni incontrollabili di potere governativo. Concentrazioni che ci comandano a suon di emendamenti imposti con le fiducie notturne! Ma ci rendiamo conto?

mercoledì 30 marzo 2016

No to another war in Libya








Libya short situation update

There is a Western, American-led, UN-blessed message for all of you, stubborn peoples from Cyrenaica (ruled by Tobruk's authority), Tripolitania (ruled by Tripoli's parliament), Sirte's rebels (told to be infiltrated by IS), Fezzan (where Tuareg tribes are fighting for a space of hope).

The message is strong and clear: accept the internationally imposed "unity" puppet government and the West will eventually bomb you; refuse it and the West will eventually bomb you, either.

Western military-industrial hubris is rising, despite criticism from geopolitical experts, political scientists, historians and other intellectuals. An important statement against an adventure in Libya was published today by Paolo Mieli, on the Corriere della Sera, but international pression on Italy is increasing. A wide, powerful, international establishment wants Mr Matteo Renzi to lead another Italian war in Libya.

Will Mr Renzi resist?

Will we, the people of the Italian Republic, and especially we, the people of Tuscany, stand firm saying No?

giovedì 17 marzo 2016

Ancora un battiquorum



Cinque anni dopo, ancora un battiquorum, ancora più difficile di quello di cinque anni fa.
Il 17 aprile 2016 prossimo, dalle 7 alle 23, si vota per ripristinare limiti temporali alle licenze di trivellazione in prossimità delle coste italiane.
Tali limiti erano stati messi in discussione dal cosiddetto decreto "Sblocca Italia" impostato e imposto al parlamento, nel 2014, da Graziano Del Rio, per conto del governo Renzi.
Come spiega bene il presidente della Puglia, Michele Emiliano, questo referendum fa parte di una iniziativa politica più ampia, voluta in modo bipartisan da presidenti regionali di diversa cultura politica, in difesa dei territori e delle loro prerogative costituzionali, contro un decreto scritto male, incarnazione di un neocentralismo sviluppista totalmente fuori dal tempo e dal buon senso.
Tale iniziativa politica ha avuto successo: la Corte Costituzionale ha bocciato diverse norme dello "Sblocca Italia", mentre il governo ha dovuto far marcia indietro su altre.
E' rimasta irrisolta la questione della durata delle licenze, per cui si va a referendum.
Nessuno si sorprenderà del fatto che andremo a votare e voteremo "Sì" all'abolizione delle norme contestate.
Vogliamo dare un segnale di innovazione in senso ecologista, per avviare il superamento dello sfruttamento del fossile.
Vogliamo votare in difesa delle autonomie regionali, perché le speranze federaliste italiane ed europee stanno subendo un attacco sconsiderato.
Vogliamo votare in difesa dei referendum in quanto tali, che sono sistematicamente impediti e traditi (e che rischiano di diventare ancora più impervi, con la cosiddetta riforma costituzionale Boschi-Verdini).
Vogliamo votare perché è l'unico modo che ci resta per protestare sonoramente contro la scelta di non accorpare questo referendum con altre prossime consultazioni, scelta che avrebbe consentito notevoli risparmi.
Aver convocato in questo modo e in questa data il referendum, sembra una mossa studiata per farlo fallire, rilasciando nel paese una serie di messaggi tanto seduttivi, quanto contraddittori e ingannevoli: una questione minore, uno spreco di soldi inutili, una questione già risolta dal governo, una minaccia per l'occupazione... Quattro cose che, come è evidente, non possono essere tutte e quattro contemporaneamente vere.
Siamo molto arrabbiati, in particolare, con Debora Serracchiani, per le dichiarazioni, che non esitiamo a definire qualunquiste, rese insieme al suo collega e pari grado Lorenzo Guerini.
La vice-segretaria del PD, essendo anche presidente della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, più di altri dovrebbe sapere che questa questione delle trivellazioni non è affatto piccola, si poteva e si doveva affrontare prima e quindi spendendo meno, non è affatto risolta, non mette in pericolo posti di lavoro.
Contro questo modo fuorviante di presentare le cose, per fortuna ci sono in rete delle pagine come quelle del blog FacciamoSinistra, a cui facciamo i complimenti per come sta facendo una opera di informazione più sobria e più corretta su questo referendum.Insieme a vecchi e nuovi amici, come Massimo Lensi e Flavia Perina, votiamo, quindi, ancora una volta, con speranza, sempre.

venerdì 11 marzo 2016

Stop Deportation


Salonicco, con manifestazioni praticamente quotidiane, manda un messaggio chiaro: stop deportation, basta deportazioni.
Vogliamo rilanciarlo, questo grido, che dovrebbe far venire i brividi a ogni persona con un po' di cervello e un po' di cuore.
L'antica Tessalonica, da quando è diventata "moderna", ne ha già viste tante: la distruzione del quartiere ebraico, la cacciata delle popolazioni ottomane, l'arrivo forzato dei greci espulsi dall'Anatolia, l'immigrazione dal resto della penisola balcanica dopo il crollo dei regimi realsocialisti.
Oggi la questione più scottante è il destino dei profughi della guerra di Siria.
I clandestini resistono alle angherie e alle privazioni, con l'aiuto degli studenti, dei movimenti più radicali, della povera gente, ma la situazione è davvero, davvero grave, con decine di migliaia di persone nascoste nelle periferie e nei quartieri più degradati di Salonicco, oppure ammassate alla frontiera fra la Macedonia greca e la Alta Macedonia slava (la repubblica nota internazionalmente come FYROM, Former Yugoslav Republic of Macedonia, il cui governo risiede a Skopie).
E' evidente che tante famiglie della Macedonia greca, che hanno le proprie radici nei trasferimenti forzati di popolazione imposti dagli opposti nazionalismi greco e turco, e che hanno tanti parenti migranti in ogni parte del mondo, non chiuderanno la porta in faccia ai rifugiati. Ma hanno bisogno di aiuto!
Lanciamo un appello al nostro governo perché si muova, anche da solo, senza rassegnarsi all'ipocrisia americana e all'ignavia europea.
Occorrono aiuti umanitari immediati alle popolazioni siriane, stremate dalla guerra civile.

Anche ciascuno di noi, come singolo cittadino, può fare qualcosa, sostenendo la resistenza nonviolenta dello HDP (Il Partito Democratico dei Popoli) contro l'autoritarismo, la corruzione, il filo-islamismo del governo degenerato di Erdogan in Turchia - governo che va considerato, insieme ad Americani e Sauditi, fra i maggiori responsabili del prolungarsi della guerra civile che ha distrutto la Siria.
Occorre sostenere la resistenza dei cantoni curdi del Rojava, che si sono liberati dall'oppressione dei miliziani islamisti dell'ISIS.
Occorre mobilitarsi contro l'imminente pericolo di nuove avventure militariste e colonialiste, come quelle in cui si vorrebbe trascinare l'Italia in Libia.
E' incredibile quanto possono essere utili anche piccole prese di posizione su Facebook e su Twitter, e ancora di più delle donazioni, non importa quanto piccole!
Non siate pigri!
Non esitate!





* * *

(Le foto sono estratte da nostri scatti, in questi giorni di lavoro a Salonicco, nda)

giovedì 3 marzo 2016

Italian Neocolonialism in Libya


Italy is back...
An Italian special corp, under the direct responsibility of President Matteo Renzi, might soon join other Western forces in military operations in Libya.
In 2016, Italians are returning in the colony they conquered in 1911.
The vast territory is six times greater than Italy, but with a tiny, sparse population of only six million.
It seems to us an unlikely terrorist hunt
To put it with the words of the Tuscan writer Carlo Coccioli, who spent his youth in Fascist Libya, a time of slanderous fabrications, veiled in a solemn anti-terror rhetoric, is repeating.
Perhaps, not many people of Libya remember Italian colonialist figures, as Pietro Badoglio, Rodolfo Graziani, Italo Balbo, but they will soon have to learn.
Unfortunately, Italian nonviolent leader as Emma Bonino, the fews who are working with refugees in the fragile Tunisia, along with many other geopolitical experts, have remained unheard.
This is the beginning of a slippery neocolonialist adventure.
Unless we wake up and say NO MORE WAR, this might be the beginning of another senseless, destructive Western intervention.
This "war on terror" can only multiply refugees, and feed resentment.
Stand up, people of Tuscany, Italy, Europe, America, and beyond, against this march of folly.



Source: http://www.overlapmaps.com

mercoledì 2 marzo 2016

#March2Sur

Honor to those who build freedom, justice, and peace.

Follow the tag #March2Sur and read about those who are trying to save lives, protect environment, and preserve historical heritage, in Turkish Kurdistan, from Erdogan's folly.




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