Massimo Moretuzzo, consigliere capogruppo uscente del Patto per l'Autonomia nel consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, dopo una legislatura in cui si è dimostrato un punto di riferimento per le opposizioni alla grigia giunta Fedriga, è candidato presidente alle prossime elezioni regionali del 2-3 aprile 2023 in quella regione.
Avrà l'appoggio della lista del Patto per l'Autonomia, la giovane forza autonomista, oggi peraltro la più consistente, preparata, popolare e inclusiva, fra le molte che sono attive nei vari territori della Repubblica. La lista del Patto sarà allargata a esponenti del civismo e dell'ambientalismo della regione. Si realizza localmente quello che è il progetto che il Patto per l'Autonomia, insieme ad autonomisti di tutte le altre regioni, sta portando avanti in tutto lo stato con la sorellanza Autonomie e Ambiente (AeA).
La candidatura di Moretuzzo si è concretizzata con il passo giusto: molta umiltà, molto lavoro, determinazione a lavorare su progetti lungimiranti di buongoverno locale, di protezione dell'ambiente, di valorizzazione dei beni comuni, nell'interesse delle generazioni future. Sta ottenendo il sostegno di gran parte delle forze del centrosinistra e dei movimenti che erano all'opposizione nel consiglio giunto alla scadenza.
Noi di OraToscana abbiamo conosciuto Massimo Moretuzzo all'inizio del 2020, quando a Udine abbiamo presentato, insieme, l'alleanza di forze territoriali sorelle Autonomie e Ambiente. Il Patto per l'Autonomia del Friuli Venezia Giulia guida la sorellanza AeA e sta contribuendo energicamente al rinnovamento della famiglia politica degli autonomisti ambientalisti europei, l'Alleanza Libera Europa (European Free Alliance).
Massimo Moretuzzo è esattamente l'opposto dei "paracadutati" che le forze politiche statali hanno così spesso imposto alle elezioni regionali degli ultimi anni, a seguito di decisioni verticistiche prese in "caminetti" ristretti da pochi capi, capetti e capitani, non di rado all'ultimo momento e accumunati dall'essere di solito improvvisati e impreparati. La sua candidatura viene da una significativa e operosa gavetta.
Si è laureato a Padova nel 2001 in scienze dell'educazione a pieni voti. E' da sempre impegnato per il suo territorio, per i suoi cari e per la piccola azienda di famiglia. Ha conservato il proprio bilinguismo friulano e italiano, come baluardo d'identità e cultura. E' stato un attivista della grande e vittoriosa battaglia per i referendum sull'acqua pubblica del 2011. E' stato sindaco del suo paese, Mereto di Tomba, dal 2014 al 2018, quando è stato eletto in consiglio regionale con il Patto per l'Autonomia.
E' diventato (magari suo malgrado, considerando la sua naturale ritrosia) un punto di riferimento per chi crede che si debba voltare pagina, rispetto a questi anni dominati da demagoghi parolai (di sinistra, di destra, di centro, dall'alto e dal basso), per tornare a una politica meno cinica e più seria.
Per il nostro mondo autonomista, civico e ambientalista è una certezza, non solo una speranza, in questi anni per noi cruciali, in cui ci stiamo progressivamente liberando dai ciarlatani del nordismo e del sudismo, ci opponiamo al centralismo autoritario, ci mettiamo di traverso rispetto allo spettro del presidenzialismo, difendiamo e anzi vogliamo realizzare compiutamente la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.