L'emanazione di norme che rendano facilmente licenziabile il dipendente pubblico infedele risale, come minimo, all'inizio degli anni novanta.
Dai tempi di Renato Brunetta, fino alla attuale ministra Marianna Madia, poi, praticamente ogni anno vengono reiterate le grida manzoniane che annunciano che sarà sempre più facile licenziare i "furbetti".
E' un disco rotto, che i media ripropongono con disarmante subalternità e conformismo, non sapremmo dire quanto accorgendosi che, a intervalli talvolta di pochi mesi, si ripetono le stesse cose.
Inutile ricordare che il governo Renzi, purtroppo, è stato particolarmente spregiudicato nel ripetere questo tipo di annunci.
Facciamo un attimo chiarezza.
Le norme per punire i dipendenti infedeli ci sono.
Le nuove che stanno arrivando non fanno che ribadire previsioni che erano già nelle precedenti, magari scritte peggio e di più difficile applicazione (cialtroni o avventurieri del diritto, scegliete voi).
Ci sono già anche, e profumatamente pagati, con stipendi fuori controllo e fuori mercato, decine di migliaia di dirigenti pubblici a cui è affidato il compito di farle rispettare.
Alcuni non lo fanno, perché sono essi stessi dipendenti infedeli.
Alcuni dirigenti, va aggiunto, non possono farlo, perché si trovano a guidare piramidi di uffici che sono talmente mal organizzati, oppure impoveriti e marginalizzati, con tanti di quei guai quindi, da rendere la bassa produttività o l'assenteismo di alcuni dei loro sottoposti l'ultimo dei loro problemi.
La maggior parte non lo fa perché ormai non sono più funzionari indipendenti, ma personale nominato da ed ostaggio di un ceto politico parassitario CHE NON VUOLE che la pubblica amministrazione funzioni.
Perché?
Fa comodo, intanto, poter dare la colpa in tivù alle ultime ruote del carro.
Eppoi l'inefficienza degli uffici pubblici è una ottima scusa per esternalizzare ed appaltare a enti, cooperative, società esterne.
Ancora meglio quando si può "privatizzare" (che spesso vuol dire regalare), così si arricchiscono direttamente coloro con cui c'è vicinanza di casta, consuetudine sociale, empatia politica.
Nel frattempo, non dimentichiamolo, le pubbliche amministrazioni sono diventate direttamente responsabili della cinesizzazione di tanti lavoratori, bloccando i loro contratti dentro e imponendo contratti da fame a quelli esternalizzati fuori.
Ovviamente, mentre ci si fa belli sui media contro i "fannulloni", i politici continuano a creare masse di precari nelle pubbliche amministrazioni, personale che nel tempo poi si deve stabilizzare (più rapidamente se, magari, si presta a dare un facile consenso agli stabilizzatori).
Questa è la dura realtà, ovviamente molto complessa, che i media di regime tengono nascosta.
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