Per fronteggiare una situazione di emergenza, il Comune di Firenze mi ha mandato a presiedere la sezione elettorale n.5, vicino Santa Croce, nella bella scuola elementare Vittorio Veneto, in occasione delle elezioni regionali della Toscana, celebrate domenica 31 maggio 2015.
Una esperienza umanamente e civicamente intensa, faticosa e bella, per la quale ringrazio la Provvidenza.
Voglio lasciare qui un ringraziamento e un elogio per le persone che ho coordinato in questa maratona elettorale e che, in ultimo, sono state impegnate ininterrottamente, per quasi 24 ore, dalle prime ore della domenica mattina 31 maggio, alle prime ore del mattino del 1 giugno.
Noi del seggio n. 5, non siamo stati fra i più bravi e veloci, ma siamo stati, credo, precisi e prudenti per quanto ci imponeva la nostra coscienza e ci consentivano le nostre forze.
Attorno a noi, prima, durante e dopo le operazioni elettorali, abbiamo trovato migliaia di persone che si sono sacrificate per far funzionare il sistema, con diligenza e, in non rari casi, con abnegazione.
Un elogio tutto particolare lo voglio fare ai cosiddetti «telefonisti» del Comune di Firenze, che hanno fatto fronte, in prima persona, a tutte le deficienze e alle molte falle del sistema.
Purtroppo, stamani, alle 11 passate, a dodici ore dall'inizio degli scrutini, su 3969 seggi elettorali toscani, ce ne sono ancora tre che non hanno potuto trasmettere i propri dati al sistema degli open data regionali e nazionali.
Tanti come me, persone di medie capacità ma non prive di addestramento al lavoro burocratico, possiamo testimoniarvi che, alla luce della inutile complessità delle norme vigenti, della illeggibilità dei verbali, della capziosità dei meccanismi, delle sciagurate scelte logistiche, del peso angosciante dello status quo che costringe tutti a lavorare con mani legate e bende sugli occhi, il fatto che i dati siano sostanzialmente ormai quasi completi, è praticamente un miracolo.
Merita di essere censurata, fra le tante sbagliate, una scelta davvero sciagurata: quella di imporre gli scrutini notturni, a persone che erano, alle 23 di ieri sera, già in piedi da quasi venti ore.
Vergogna, vergogna, vergogna, a tutti coloro, lassù in alto, purtroppo concentrati tutti a Roma, che hanno scelto questi tempi di scrutinio.
Nonostante loro, ancora una volta tanta gente comune ha fatto miracoli e li ha fatti quasi gratuitamente, onorando la repubblica e l'autogoverno toscano, mentre le alte burocrazie continuano ad avvitarsi, al riparo da ogni critica e da ogni responsabilità.
Chiudo con un auspicio, che però richiederà anche riflessione e impegno personale: dobbiamo fare qualcosa perché, prima o poi, vadano al potere donne e uomini che hanno lavorato nei seggi elettorali in notti come quella appena scorsa.
Crediamoci, proviamoci, insieme.