Un mio intervento sulla spinta toscana all'unificazione dei comuni (Nda, 2/8/2011).
Dai borghi toscani una spinta all'unificazione dei comuni
Dai borghi toscani una spinta all'unificazione dei comuni
di Mauro Vaiani*
Pubblicato l'8 ottobre 2008 su Pratoblog
Nell'Alta Val di Bisenzio, in provincia di Prato, ci sono due piccoli comuni di montagna, Vernio e Cantagallo, che confinano fra di loro e insistono su un territorio unito da simili caratteristiche, problemi e opportunità.
Vernio è formato da sette principali frazioni: S.Quirico, che è anche il capoluogo; Mercatale; Montepiano; S.Ippolito; Terrigoli; Sasseta; Cavarzano. Il territorio è di 63 kmq, con una popolazione di 6.000 abitanti.
Cantagallo, come spiega il sito web del comune, è un territorio formato da undici realtà: oltre al capoluogo Luicciana, ci sono Cantagallo, Carmignanello, Fossato, Gavigno, Gricigliana, Il Fabbro, L'Acqua, Migliana, La Rocca di Cerbaia, Usella. Il territorio è di 95 kmq, cioè più vasto ed eterogeneo di quello di Vernio, ma con una popolazione inferiore, di circa 3.000 abitanti.
I singoli borghi, cioè le frazioni, i paesini, le località, vantano una continuità millenaria.
Molti sono stati invece, nei secoli, i cambiamenti delle circoscrizioni ecclesiastiche e civili, le giurisdizioni, le prefetture, a cui questi diciotto borghi sono appartenuti.
Ciò che è più importante, ieri come oggi, sono l'operosità dei propri abitanti, il buon vicinato, il senso civico, la spontanea capacità di autogoverno, che sono la veraforza di ogni borgo della nostra terra.
Ciò che più sta a cuore all'abitante di un borgo come Mercatale di Vernio o di Usella di Cantagallo, è il bene del proprio paesino. Poi, per assicurarsi la continuità di beni e servizi pubblici, la cura delle infrastrutture stradali e lo sviluppo delle nuove reti informatiche, i cittadini dei borghi, i borghesi, sanno che hanno bisogno di un “comune” forte.
I cittadini di questi due piccoli comuni probabilmente e spontaneamente avvertono che il futuro delle loro comunità potrebbe essere meglio assicurato da un comune unitario dell'Alta Val di Bisenzio, composto da tutti i diciotto borghi, invece che da due amministrazioni comunali divise e fragili.
Il comune unico potrebbe svolgere funzioni, che si sono dovute fino a oggi delegare a enti terzi e superiori, come la comunità montana, la provincia, altri enti intermedi, regionali e statali, con la conseguenza – riteniamo non del tutto sgradita - che molte delle relative burocrazie potrebbero essere sfoltite.
Il comune è l'istituzione fondamentale della nostra storia e conserva intatta la sua centralità anche negli ordinamenti contemporanei. E' l'ente più dinamico e vitale del nostro sistema politico, l'unica istituzione che può auto-riformarsi, migliorarsi, rinnovarsi, da sé, da subito, “a costituzione, statuti e legislazione invariate”, come ricorda sempre Alessandro Antichi.
Ecco cosa motiva, ci pare, un moto popolare spontaneo verso una vera unione fra i comuni, in Toscana, mentre le burocrazie della vecchia politica – in particolare la vecchia sinistra toscana - si attardano a riproporre vecchi e nuovi enti intermedi, ennesime scatole cinesi del potere e camere di carità in cui conservare qualche poltrona in più.
In Alta Val di Bisenzio, ma anche nella cintura metropolitana di Firenze, nel Valdarno, all'isola d'Elba, in Lunigiana, registriamo una spinta popolare vera, concreta, intelligente, verso una politica più snella e più produttiva, nel solco delle nostre migliori tradizioni di autogoverno comunale. Proviamo ad ascoltarla?
* Mauro Vaiani, già presidente di Insieme per Prato, lavora oggi all'Università di Pisa ed è assistente del consigliere regionale Alessandro Antichi
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