Questo scritto della primavera del 2008, dopo essere stato per un anno nel cassetto, è apparso per la prima volta sul sito di Alessandro Antichi il 16 marzo 2009. Sicuramente risente della forte convinzione di chi ha contribuito a ispirare un progetto politico, ci ha creduto, al cui interno ha molto lavorato e ha molto sbagliato. Tuttavia contiene notizie e cifre che ritengo ancora utili per l'oggi, per noi che vogliamo occuparci ancora di politica, nel dopo Verdini e nel tempo del tramonto della leadership di Berlusconi (Nota dell'A., sabato 4 dicembre 2010).
Qualcosa su Denis Verdini
Qualcosa su Denis Verdini
martedì 29 aprile 2008
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Nel 2003-2004 il centrosinistra ottiene, con le vittorie alle elezioni amministrative, specialmente nelle sue roccaforti tradizionali come la Toscana, la spinta di cui ha bisogno per la riscossa contro il centrodestra. Il presidente Berlusconi è concentrato sull'attività di governo. Il partito Forza Italia è gracile e, nella gestione della vita di coalizione, soprattutto nei territori in cui la nostra parte politica liberale è strutturalmente debole, nel confronto quotidiano con il professionismo di AN e UDC, gli azzurri fanno spesso la figura dei vasi di coccio fra quelli di ferro.
Qualcosa doveva cambiare e si doveva iniziare dai territori in cui il movimento liberale era più debole, come la Toscana. Viene messo alla prova un deputato toscano, Denis Verdini, già noto selfmade man della finanza e dell'editoria, con un passato nel Partito Repubblicano e con una preparazione politica e politologica, che in Italia è possibile assimilare in pochi altri posti come in Toscana e a Firenze.
Denis Verdini diventa il nuovo coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana ai primi di novembre nel 2003. Prende subito in mano le trattative che nel Parlamento toscano stanno portando al varo del nuovo statuto e della legge elettorale. Alla fine del 2004 arriva a un compromesso con i DS, ottenendo che l'opposizione, nel Consiglio regionale, sia rafforzata in quantità e rappresentatività.
Si assume, insieme ai DS, la corresponsabilità di una scelta innovativa: l'abolizione delle preferenze. Scelta che, in prospettiva, spinge potentemente verso la nascita di un partito saldamente unito attorno al suo temporaneo leader. Un modello di partito in cui il gruppo dirigente è una squadra che agisce in gruppo e non un insieme di individualità paralizzate da rivalità personali.
E' merito di Denis Verdini aver richiamato, in Toscana, alla politica attiva Alberto Magnolfi, un leader riformista della prima Repubblica che era già stato vicepresidente della Regione negli anni '80, ma anche molte altre persone, note e meno note, rappresentanti di esperienze, competenze, diversità, che mancavano in una Forza Italia Toscana, sino ad allora troppo ripiegata su se stessa, retta da oligarchie ristrette, troppo autoreferenziali.
La conferenza programmatica regionale del 20-21 novembre 2004 a Firenze segna l'inizio di un processo di apertura agli intellettuali, ai movimenti civici, ai comitati di cittadini, a tutti i Toscani interessati a un cambiamento politico e amministrativo nella nostra terra.
Denis Verdini riunisce con regolarità gli organi del partito, cercando di far emergere dal corpo degli eletti e dei dirigenti una missione comune, oltre che di mettere alla prova nella competizione di progetti e nella misurazione dei risultati, provincia per provincia, i leader naturali che emergono sul territorio.
Intanto la coalizione della Casa delle Libertà vive, nella preparazione delle elezioni amministrative e regionali del 2005, uno dei momenti più difficili della sua storia. Tutte le candidature sono ormai decise da vertici romani, sempre più tardi e con sempre minore comprensione delle necessità e delle esperienze locali. I candidati sono spartiti fra partiti e partitini della CDL. Le indicazioni piovute dall'alto e all'ultimo momento hanno talvolta esiti disastrosi, specialmente nei territori dove il centrosinistra è forte, o addirittura egemone, come in Toscana.
Denis Verdini affronta le trattative nazionali e regionali dimostrando un eccezionale sangue freddo, senso di sacrificio, rispetto degli equilibri politici nazionali. In molti casi si assume la responsabilità di scelte impopolari, per la tenuta della coalizione, ma, per la nostra Toscana, gli riesce comunque ottenere che alla guida dell'opposizione regionale in Toscana sia destinato il candidato forse insieme più atteso ma anche più scomodo: Alessandro Antichi, il sindaco della storica alternanza e della rinascita di Grosseto. Ad Antichi non viene chiesto di correre per diventare governatore della Toscana. Non ci sono possibilità di battere l'incombente Claudio Martini e la sua amplissima coalizione Toscana Democratica, né la CDL nazionale fa alcunché per crearne. Gli viene chiesto di impegnarsi, piuttosto, per occupare la casella di punto di riferimento dell'opposizione nel Parlamento toscano, dando un volto più moderno, più simpatico, forse anche un tantino più irriverente, alla politica regionale, lasciando Denis Verdini libero di concentrarsi sul partito.
Dopo le elezioni regionali del 2005, Berlusconi è costretto alle dimissioni dall'UDC. Il più lungo e operoso governo della storia della Repubblica, il Berlusconi II, rimasto in carica per quattro anni, è sostituito dal Berlusconi III. Ci si avvia verso la fine della legislatura sotto il bombardamento mediatico della sinistra egemone, che riesce a sminuire, agli occhi dell'opinione pubblica, l'operato e i risultati della maggioranza di centrodestra uscente.
Il partito nazionale deve reagire. Si chiama sempre più spesso a Roma l'on. Denis Verdini.
Su imposizione, ancora una volta, dell'UDC, si inizia a discutere di una nuova legge elettorale, per consentire agli alleati-rivali di Berlusconi di ridimensionarlo e di smarcarsi. Se il risultato finale è, invece, una legge che non punisce affatto i partiti popolari più forti, ma anzi, come poi si è visto due anni dopo, li aiuta a fortificarsi, una parte del merito è proprio di Denis Verdini.
Fra gli organizzatori del "Motore azzurro" nazionale, in preparazione delle elezioni politiche del 2006, c'è, ancora una volta, Denis Verdini.
Quando Silvio Berlusconi decide di aprire la sua campagna elettorale a Firenze, il 21 gennaio 2006, muovendo un attacco frontale alla vecchia sinistra italiana e alle sue casematte, le regioni rosse, denunciando di essere stato ostacolato in Parlamento oltre ogni ragionevolezza e bombardato da una formidabile ma distruttiva e denigrante propaganda, ancora una volta Denis Verdini è fra quelli che più contribuiscono a questa svolta nella comunicazione del Presidente con il Paese.
Quella stessa sera di sabato 21 gennaio 2006, a Firenze, su iniziativa di Verdini, presso un famoso ristorante fiorentino si riuniscono 100 ospiti paganti ciascuno 10.000 Euro, per partecipare a una cena con il Presidente. Alla fine della serata viene così raccolto un milione di Euro per il finanziamento della campagna elettorale.
Silvio Berlusconi è il protagonista di una spettacolare rimonta, che lo trasforma nel vincitore morale delle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006.
I danni prodotti dalle divisioni interne della CDL, non solo e non tanto gli attacchi delle sinistre, producono invece ulteriori sconfitte amministrative e la bocciatura delle riforme costituzionali.
Il 6 maggio 2006 si tiene il XV Consiglio regionale, in forma di attivo aperto a tutti gli iscritti e militanti. Denis Verdini, in questo momento davvero difficile, dopo le sconfitte nazionali e regionali, chiede a Forza Italia Toscana di riflettere, di fare autocritica, di reagire, allargandosi, includendo nuove persone e nuove idee, rinnovandosi nel linguaggio, nello stile di lavoro, nell'immagine e nella sostanza, per essere in grado di affrontare la modernità e i cambiamenti. Fra i primi a rispondere, lasciatecelo scrivere, Alessandro Antichi e i suoi collaboratori.
Poche settimane dopo, il 22 luglio 2006, si tiene il XVI Consiglio regionale, che si chiude con un voto che attribuisce a Denis Verdini il mandato forte, quasi plebiscitario, di continuare a rinnovare il partito. In Toscana e magari anche oltre.
Prima della fine dell'estate viene lanciata in Toscana, da Verdini, la grande operazione politica che sarà chiamata la "Stagione delle conferenze". Dal lunedì 18 settembre 2006, quando il progetto viene presentato ai quadri del partito toscano, al sabato 31 marzo 2007, quando la Stagione delle conferenze viene chiusa con un grande "Welcome Day" a Firenze, vengono celebrati oltre 70 incontri, fra preparatori ed effettivi, ristretti o allargati, riservati a soci e simpatizzanti o aperti a tutta la cittadinanza, a cui partecipano, in tutto, circa 3.000 persone.
Nel Paese, intanto, cresce l'impopolarità del governo Prodi. Nel centrodestra cresce invece un desiderio di rinnovamento.
Denis Verdini è fra gli organizzatori della manifestazione popolare del 2 dicembre 2006 a Roma, a cui partecipano dalle 700.000 ai 2 milioni di persone (a seconda delle varie stime). Fra di loro ci sono, di certo, gli 11.000 Toscani mobilitati e censiti dalla macchina organizzativa toscana messa in piedi dal Coordinatore toscano.
Il popolo del 2 dicembre 2006 esercita una forte pressione sui leader di FI, AN e UDC, verso la costruzione di un partito unitario e strettamente federato, su basi geografiche, con leghe e movimenti autonomistici.
Denis Verdini, oltre che per la Stagione toscana delle conferenze, si impegna per il partito nazionale e per la prospettiva di un moderno contenitore ancora più vasto e inclusivo della stessa Forza Italia.
E' sua l'iniziativa di uno studio, nell'estate 2006, che contribuisce all'immaginazione di un partito nuovo. Non più solo movimento, ma un partito moderno, partecipato, popolare, dalle porte aperte, formato da militanti pronti a scendere in strada e a fare i rappresentanti di lista, permeabile agli interessi e ai valori della maggioranza del Paese, unito attorno ai propri leader naturali.
Il 16 dicembre 2006 riunisce a Firenze i politologi che cominciano a riconoscere la modernità di Forza Italia e in Silvio Berlusconi l'unico vero innovatore della politica italiana dell'ultimo quindicennio.
E' fra gli organizzatori della grande campagna di tesseramento 2007, seguita all'annuncio della convocazione dei congressi comunali e provinciali. In Toscana Forza Italia raggiunge i 17.000 iscritti (400.000 a livello nazionale).
In Toscana si celebrano, dalla primavera all'inizio dell'autunno del 2007, i congressi comunali in oltre 200 comuni e in tutte le dieci province (a livello nazionale i congressi comunali sono stati oltre 2.000 e vengono celebrati tutti gli oltre cento congressi provinciali e delle grandi città).
La politica italiana conosce, a questo punto, una accelerazione straordinaria. La sinistra cerca di voltare pagina, prendendo le distanze dal fallimento di Prodi e dell'Unione. Il nuovo leader del Partito Democratico, Walter Veltroni, lancia la sfida della fondazione di un partito a vocazione maggioritaria.
Silvio Berlusconi e Forza Italia, rispondono, anche grazie al lavoro organizzativo di Denis Verdini, con l'organizzazione dei gazebo del 17-18 novembre 2007. In tutta Italia, presso 10.000 gazebo, si raccolgono milioni di firme contro Prodi. In Toscana oltre 250.000 firme vengono raccolte nelle quasi 300 postazioni.
Proprio dopo il successo di questa manifestazione, la domenica 18 novembre 2007 sera, il presidente Berlusconi pronuncia l'ormai storico discorso del "predellino" in piazza S.Babila, chiamando a raccolta tutto l'elettorato popolare e liberale per la fondazione del nuovo partito unitario, ormai maturo nella coscienza del Paese e necessario per affrontare l'ormai imminente competizione con il PD, nel dopo Prodi.
Nei gazebo del 1-2 dicembre 2007, dei quasi 500.000 Italiani che tornano ai gazebo a dare la loro preadesione al nuovo partito unitario, ben 50.000 sono Toscani. Forse è un altro piccolo frutto della fiducia che Denis Verdini ha avuto negli innovatori, nei costruttori di una nuova socialità politica e di nuove reti di cittadini. Come è noto, sono quegli stessi cittadini a scegliere il nome del nuovo partito, preferendo la dizione "Popolo della Libertà" sull'altra che era stata proposta, "Partito della Libertà".
Finalmente il governo Prodi cade in Senato il 24 gennaio 2008. Il Paese si avvia verso nuove elezioni politiche nazionali.
Denis Verdini aveva anche, nelle settimane precedenti, fra i tanti impegni parlamentari e di partito, trovato il tempo di ispirare la fondazione dei Circoli del Popolo Toscano della Libertà, una realtà di 500 nuovi circoli che si affiancano, a inizio 2008, alle altre reti di circoli e club già esistenti nel Paese e in Toscana (e in sana concorrenza fra di loro).
Sabato 26 gennaio 2008, parlando ai 500 presidenti dei nuovi circoli, Denis Verdini racconta il suo sogno di nuovo partito popolare toscano: "In Toscana Forza Italia ha avuto anche 17.000 iscritti. Ha raggiunto anche 560.000 voti. Le nuove forme di associazionismo possono aiutarci a riunirci in una grande rete di persone che partecipano, che lavorano, che si assumono responsabilità, che di conseguenza decidono. Sì, decidono. Sapete che, per motivi storici, per la natura carismatica del nostro movimento, per una serie di circostanze e contingenze, gran parte delle candidature del nostro partito vengono decise dal Coordinatore regionale. E' una grande responsabilità. Una grande fatica. Diciamolo: anche un grande potere. Ebbene me ne spoglierò volentieri, ma non per cederlo a un altro. Lo cederò volentieri al nostro elettorato, coinvolto in forme nuove, in un processo di straordinario allargamento delle nostre elite dirigenti, fino a farle coincidere con i nostri militanti, i nostri stessi elettori. Credo che, magari presto, se una grande consultazione di 100.000 nostri elettori toscani mi licenzia, considerandomi un parruccone, lo accetterò. Ciò che non accetto, invece, è la richiesta di democrazia fatta da un gruppo di notabili contro un gruppo di responsabili. Quella non è democrazia. E' un'altra cosa. La politica è piena di tensioni, di rivalità, di scontri, di sofferenze. Tanti possono legittimamente pensare di non essere stati ripagati per quanto meritavano o riconosciuti nel loro presunto valore... Queste tensioni, questa naturale competizione interna, troveranno il modo di risolversi all'interno di un organismo grande, una democrazia larga, una grande partecipazione diretta della gente al governo del partito.".
In quella stessa occasione Denis Verdini annuncia che alle prossime elezioni politiche non si potrà ripresentare l'ormai logorata formula della Casa delle Libertà, ma Forza Italia dovrà in qualche modo essere presente con il progetto e il simbolo del nuovo partito.
Di lì a pochi giorni, l'8 febbraio, Berlusconi e Fini annunciano la ritrovata intesa e la decisione di presentarsi alle elezioni uniti sotto il simbolo del "Popolo della Libertà". Il nuovo organismo politico viene formalmente costituito il 28 febbraio 2008.
Nell'imminenza delle elezioni politiche, convocate per il 13-14 aprile 2008, per la preparazione delle liste, il Popolo della Libertà torna ad avvalersi dell'esperienza e la tenacia di Denis Verdini.
Denis Verdini, in questi ultimi anni, si è rivelato una potente miscela di antico e moderno.
E' decisionista e accentratore, ma amministra il partito come un organismo collettivo, che deve riuscire a valorizzare individui, esperienze, diversità.
E' un uomo a cui si riconosce una astuzia fiorentina, ma anche un immenso rispetto delle istituzioni e di quei beni pubblici comuni, che la politica deve, come proprio scopo ultimo, proteggere e servire.
E' spesso umorale e impulsivo, ma amministra con umiltà e tenacia il patrimonio politico di Berlusconi ed è dedito alla causa fino all'abnegazione.
E' orgogliosamente solitario, eppure ha saputo fare squadra umilmente, per anni, con Sandro Bondi e con tutti i dirigenti nazionali, specie quelli che condividono con lui voglia di fare, concretezza, senso del partito.
Silvio Berlusconi lo ha definito il suo "Iron Man".
Dopo il duro lavoro per il rinnovamento e l'allargamento del partito, dopo la vittoria alle politiche e l'arrivo, anche in Toscana, di un nuovo ciclo di successi anche amministrativi e regionali, Denis Verdini ha accettato di fare un passo indietro, rispetto al suo atteso ingresso nel IV governo Berlusconi.
Ha ottenuto comunque un meritato riconoscimento nazionale, succedendo a Sandro Bondi, il 30 aprile 2008, come coordinatore nazionale di Forza Italia.
Mauro Vaiani
Fonte: http://www.alessandroantichi.org/content/view/1274/ (acceduto il 4 dicembre 2010)