Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 20 aprile 2024

Vogliamo scegliere i nostri rappresentanti

 

Si è costituito il 17 aprile 2024 (presso lo studio notarile Fanfani-Pellegrino di Roma), il Comitato Referendario per la Rappresentanza, con il compito di promuovere un referendum abrogativo del Rosatellum. Il Comitato prosegue idealmente le lotte contro le leggi elettorali ingiuste di Felice Besostri.
 
Ricordiamo a tutti che è necessario dare al più presto la propria disponibilità al Comitato, attraverso questo modulo raccolta dati
 
L'iniziativa è partita grazie a un lungo e coraggioso lavoro preparatorio, di cui sono stati protagonisti figure come l’ex senatore Enzo Palumbo, Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco.

Il comitato promotore ha scelto Giorgio Benvenuto come presidente d'onore. Lo storico leader della UIL è un esponente della tradizione socialista riformista che era quella propria di Felice Besostri.

La presidenza e rappresentanza legale è stata affidata a Elisabetta Trenta, esponente democratico-cristiana che era stata ministro della difesa al tempo del governo giallo-verde.

Vicepresidenti sono stati nominati Vincenzo (Enzo) Palumbo, Sergio Bagnasco, Raffaele Bonanni (già leader della CISL). La segreteria organizzativa è stata affidata a Riccardo Mastrolillo, Luigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.

Tra i componenti figurano Enzo Paolini (storico collaboratore di Felice Besostri), Marco Cappato, Marco Perduca, Nella Toscano, il già citato Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani (vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente), Matteo Emanuele Maino. Molte altre persone di rilievo saranno cooptate ad horas

Il Comitato anti-Rosatellum raccoglie movimenti, realtà e personalità politiche e culturali della più diversa estrazione, perché la salvezza della democrazia è una urgenza trasversale, che deve coinvolgere tutte le anime politiche della Repubblica.

Il Parlamento, da quando è formato di "nominati" da pochi capi di partito, sta languendo, il cuore della Repubblica è ormai fermo e il corpo sta morendo.

Come scriveva Autonomie e Ambiente, ciascuno può pensare di avere molte altre battaglie da affrontare, su temi che potrebbero essere facilmente descritti come più urgenti - dalla pace alla sanità, dalla giustizia all'ambiente - ma è necessario convincersi che se non cominciamo a sceglierci, come cittadini, una nuova generazione di leader eletti dal basso, a ogni livello, nessun altro problema sarà mai risolto e la pur fragile democrazia, di cui abbiamo goduto in Italia e in Europa, sarà spazzata via.

Nella mattinata di martedì 23 aprile prossimo i quesiti saranno depositati in Cassazione. Alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle 500.000 firme necessarie per abbattere il #Rosatellum, legge elettorale ingiusta e incostituzionale, e per contribuire a frenare la deriva centralista e autoritaria del c.d. "premierato", che sarebbe l'elezione diretta di una sorta di podestà d'Italia.

Nella foto sotto: Mauro Vaiani, Sergio Bagnasco, Enzo Palumbo, Enzo Paolini, in un momento dei lavori di costituzione del Comitato Besostri.

 

 2024 04 17 un momento della costituzione anti Rosatellum

 
Per info e contatti:

info@iovoglioscegliere.it

E' già aperta una pagina del comitato sulle reti sociali:

https://www.facebook.com/profile.php?id=61558308164893

 

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domenica 14 aprile 2024

Quarant'anni persi per le autonomie


 

Grazie ad alcune testimonianze di prima mano, come quelle di Roberto Gremmo e di altri che ne hanno vissuto gli inizi, possiamo ricordare equanimemente i quarant'anni della Lega Lombarda, poi Lega Nord.

In diversi territori della Repubblica erano da sempre presenti fermenti autonomisti, che si erano resi visibili sin dal 1979 attraverso le liste Federalismo, promosse da Bruno Salvadori e dalla Union Valdôtaine. Alcuni di questi movimenti si incontrarono negli anni ottanta con la protesta territorialista e antipartitocratica della Lista per Trieste.

Alcuni di questi pionieri il 12 aprile 1984 fondarono la Lega. Fra di loro Umberto Bossi che ne diventò subito l'animale politico in capo. Questo leghismo cavalcò la crescente rivolta dei cittadini delle regioni più ricche e più industrializzate d'Italia contro le inefficiente del centralismo e contro l'arroganza dei grandi partiti di allora. S'inventò cose profondamente sbagliate, come il padanismo e il nordismo, ma ebbe una grande fortuna e diventò un movimento popolare.

Purtroppo diventò anche una piramide, una struttura verticale di cui Umberto Bossi fu capo assoluto e indiscutibile. Così, invece di una classe dirigente capace di riforme decentraliste e federaliste, produsse una generazione di esponenti la cui principale capacità era quella di obbedire al capo.

La verticalizzazione della politica, il leaderismo, la riduzione dei partiti a comitati al servizio del loro segretario-padrone, il conseguente conformismo, non furono certo un male della sola Lega, negli anni in cui si formò l'ipocrita, strumentale e divisivo "maggioritario all'italiana". Per una forza autonomista, però, tale degenerazione fu particolarmente straziante.

Dopo aver rappresentato una generazione di amministratori locali che credevano (e qualcuno di loro ancora crede) davvero nel buongoverno e nell'autogoverno, quello della Lega è diventato un caso storico di eterogenesi dei fini, un emblematico "Masaniello" collettivo, una storia che, come quella dell'eponimo, è finita malissimo, con l'arrivo al potere di un capo nazionalista e populista, quel Matteo Salvini che la ha cancellata, creando il suo partito personale, la Lega Salvini.

Il bilancio storico e politico, dal punto di vista di chi crede in una Repubblica delle Autonomie e in una Europa delle Regioni, è disastroso: quarant'anni persi per le autonomie. Ancora peggio, grazie a una serie di ciarlatani portati ai vertici della Repubblica dal leghismo, come per esempio l'ancora potente Roberto Calderoli, antiche, cruciali, necessarie parole come federalismo, autonomismo, sussidiarietà, sono state svuotate di significato e, in alcune situazioni, sono diventate persino impronunciabili. Il grande imbroglio dell'autonomia differenziata, per chi vuole davvero studiarlo, è solo l'ultimo degli inganni.

La ricostruzione di un moderno decentralismo in Italia (e in Europa e nel mondo), cominciata nel 2019 da Autonomie e Ambiente, è tutta in salita, grazie allo storico fallimento leghista, anche se, in questo mondo che sta ancora correndo verso l'autodistruzione, è uno dei pochi segni di speranza.

 

  

venerdì 5 aprile 2024

Giovanni Poggiali, un leader autonomista in lista alle Europee con Azione nella circoscrizione Nordest

Dopo l'ultimo sfregio alla nostra già boccheggiante democrazia, l'approvazione dell'odioso emendamento #taglialiste, il mondo di Autonomie e Ambiente e degli altri territorialisti in Italia sta reagendo. I nostri leader, nei diversi territori, si assumono importanti responsabilità. Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato diffuso stamane dal movimento Azione di Carlo Calenda:

"AZIONE e i suoi alleati aprono alle autonomie, in nome del comune rifiuto del "bipolarismo all'italiana", che viene visto come una competizione a chi è più ignorante e strumentale. AZIONE e il mondo delle autonomie hanno trovato un'intesa anche nel rifiuto dell'elezione diretta del c.d. "sindaco d'Italia". Si allargano ulteriormente, quindi, le liste di AZIONE. Dopo l'ingresso di popolari, riformisti, repubblicani, entra anche un esponente di rilievo degli autonomisti italiani ed europei. Si tratta di Giovanni Poggiali, di Ravenna, noto viticoltore, presidente dello storico Movimento per l'Autonomia della Romagna, realtà che fa parte della rete Autonomie e Ambiente. Poggiali sarà candidato nella circoscrizione del Nord Est."

Giovanni Poggiali, oggi, fra i suoi molti meriti personali e civili, una delle figure più importanti del mondo civico, ambientalista, storicamente autonomista e modernamente territorialista, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo. Dopo un solo anno dalla fondazione di Rumâgna Unida, realtà politica territoriale per il buongoverno e l'autogoverno della Romagna, ha messo a disposizione tutto il suo prestigio personale per portare la voce della Romagna in Europa, insieme con gli ideali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle Regioni.

Poggiali ha un curriculum eccezionale, un galantuomo romagnolo d'altri tempi pienamente immerso nel nostro tempo, un punto di riferimento per il mondo autonomista e un valore aggiunto per la lista "Azione e alleati" alle imminenti elezioni europee dei giorni 8-9 giugno 2024. 

 

Giovanni Poggiali, leader autonomista della Romagna, al centro;
Marco Lombardo, segretario Azione Emilia-Romagna, a sinistra;
Carlo Calenda, leader di Azione, a destra - 3 aprile 2024


 


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