Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 9 aprile 2022

Orsini un politico dalla parte della sua gente

 


Si è tenuta ieri, venerdì 8 aprile 2022, alle 18, nella sala consiliare Sandro Pertini, a Vecchiano, la commemorazione del centenario della nascita di Gioiello Orsini. Le orazioni civili sono state tenute da Mauro Vaiani (studioso e attivista del civismo autonomista toscano, su suggerimento della famiglia Orsini) e da Giancarlo Lunardi (sindaco emerito di Vecchiano). Come è stato detto, è stato un evento dedicato non solo a una bella figura ma a tutto un microcosmo, che ha una importantissima e cruciale microstoria.

Riportiamo qui l'intervento integrale di Mauro Vaiani, annotato con alcune delle cose importanti che sono state dette dagli altri intervenuti, in particolare da Giancarlo Lunardi; dal consigliere capogruppo di Un Cuore per Vecchiano Vincenzo Carnì; dal consigliere comunale civico di Vecchiano Mario De Luca, maresciallo dei carabinieri in pensione, che ha conosciuto personalmente Gioiello Orsini; dal consigliere comunale emerito di Vecchiano Franco Cola, che è stato assessore del sindaco Orsini nella seconda metà degli anni Sessanta; da Ione Orsini, figlia di Gioiello Orsini; dal sindaco di Vecchiano Massimiliano Angori, che ha voluto questa commemorazione, interagendo con la famiglia Orsini, gli antichi amici dello storico sindaco, la lista civica Un Cuore per Vecchiano, che aveva originariamente preso l'iniziativa di questa commemorazione.

L'incontro è stato moderato dalla giornalista de Il Tirreno, Roberta Galli.

Da sinistra verso destra: Ricciardo Cola, Gioiello Orsini, Silvano Raffaelli, tre sindaci di Vecchiano insieme, ripresi durante una cerimonia voluta dal sindaco in carica, Orsini, per commemorare i suoi predecessori, fra i quali appunto Cola e Raffaelli.


L'invito dell'Amministrazione comunale di Vecchiano


L'orazione civile di Mauro Vaiani:

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Comune di Vecchiano
 

Centenario di Gioiello Orsini (1922-2022)


(Intervento di Mauro Vaiani Ph.D.)

Vecchiano, 8 aprile 2022

 

Gentili cittadine e cittadini, cari familiari e antichi amici di Gioiello Orsini, caro sindaco emerito Giancarlo Lunardi, gentilissimi amministratori e autorità qui presenti, caro sindaco Massimiliano Angori,

sono onorato e anche molto emozionato di essere stato incaricato di pronunciare questa orazione civile, su decisione del sindaco e in risposta a un suggerimento pervenuto da alcuni familiari e amici di Gioiello Orsini.

Rivolgo un pensiero affettuoso all’onorevole Giacomo Maccheroni, che di Gioiello Orsini fu amico e compagno, che sarebbe stato presente, se la salute glielo avesse permesso.

Sono ormai quindici anni che frequento il Comune di Vecchiano e i suoi paesi, Avane, Filettole, Nodica e Migliarino, che conosco alcuni dei familiari del compianto Gioiello Orsini, che seguo con affetto, con rispetto, talvolta apportando un personale modestissimo contributo, la vita civica, ambientalista, autonomista di questa comunità.

Ci siamo conosciuti negli anni in cui ho lavorato all’Università di Pisa e a Pisa vivevo. E' stata una benedizione per me partecipare come attivista e come studioso alla vita di questa straordinaria comunità.

Tutto cominciò quando diventai amico e sodale politico della consigliera capogruppo dell’opposizione in Consiglio comunale, la sig.ra Ione Orsini, figlia di Gioiello, qui presente.

Ho conosciuto persone impegnate in tutto lo spettro della vivace e plurale realtà politica vecchianese, fra le quali il sindaco emerito Giancarlo Lunardi, il sindaco emerito Rodolfo Pardini, il sindaco in carica, recentemente confermato, Massimiliano Angori, che è anche, ricordiamolo, presidente della Provincia di Pisa e quindi due volte successore di Gioiello Orsini.

Il mio affetto e il mio legame con Vecchiano, e quindi il mio interesse per la storia civica e politica del Comune, è stato cementato nel fango dell’alluvione di Natale del 2009, un evento di quelli che non si possono dimenticare, che scuotono anche le convinzioni che credevi più ferme.

Se posso dirlo, fu uno di quegli eventi che ti fa capire quanto siamo piccoli e impotenti non solo di fronte alla forza della natura, cosa che in qualche modo - chi più chi meno - accettiamo, ma quanto siamo periferici e sguarniti, mentre le risorse e i poteri necessari per affrontare quella e altre emergenze sono ormai lontani dal Comune.

Una lontananza che, mi scuso con chi la riterrà una affermazione temeraria in quest’epoca di trionfante centralismo tecnocratico, ai tempi di Gioiello Orsini era minore e di gran lunga.

Gli anni volano, persone da ricordare e di cui tramandare il valore non mancano di certo. Non intendo persone diventate famose nei media italiani od europei. Intendo persone che sono state importanti per la loro comunità, per questi paesi, per questi attuali dodicimila residenti, per tutti coloro che frequentano Vecchiano per motivi di lavoro o anche solo di svago, come i tanti che si godono il mare nelle bellissime dune della Marina di Vecchiano.

Lo stesso Gioiello Orsini, come ben ricorderanno coloro che erano già adulti quando fu sindaco, si impegnò per ricordare i sindaci che lo avevano preceduto e, come forse qualcuno avrà visto, grazie alla famiglia abbiamo ritrovato una bella foto che lo ritrae insieme a Ricciardo Cola e a Silvano Raffaelli, suoi stimati predecessori.

Fra tante persone che hanno benemeritato la memoria del Comune, il centenario di Gioiello Orsini è provvidenzialmente caduto in un momento in cui avevamo davvero bisogno di lui e di riflettere sui suoi anni.

Erano anni di speranza. Anni in cui la politica riusciva ad aiutare concretamente le persone a realizzare le proprie speranze, o almeno non le ostacolava, come accade troppo spesso oggi.

L’emergenza pandemica e lo scoppio della guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa, ci hanno dato un colpo durissimo, ma guardiamo in faccia la realtà: da diversi anni – non dimentichiamo lo Yemen, il Tigré, la Libia, l’Artzakh, il Kashmir – il mondo stava scivolando pericolosamente verso il riarmo, ricerche troppo disinvolte su nuove armi biologiche, bombardamenti con armi sempre più distruttive, aumento del numero dei colpi di stato e delle persecuzioni politiche, distruzioni ambientali, prepotenze economiche e sociali contro gli umili e le minoranze.

Per questo siamo grati al Comune di questa commemorazione di Gioiello Orsini e dei suoi anni: avevamo bisogno di prenderci tutti insieme una boccata d’aria fresca.

Insisto sul “tutti insieme”, sul “noi”, sull’essersi riuniti come popolo democratico, come comunità locale, come una cittadinanza attiva, come una grande famiglia, attorno alla memoria di una persona che credeva in valori che erano e sono importanti per tutti, non solo per lui o la sua parte.

Il mio intervento sarà diviso in tre parti:

1. Il giovane antifascista di forti radici anarchiche e socialiste   
2. Orsini amministratore locale appassionato   
3. Un socialista sempre dalla parte della sua gente   
 

1. Il giovane antifascista di forti radici anarchiche e socialiste

Gioiello Orsini nacque il 16 marzo 1922, un secolo fa, in una famiglia modestissima di operai, migranti e braccianti.

Mentre lui è ancora in fasce, il 28 ottobre di quell’anno, i fascisti marciano su Roma e il 30 ottobre il re fellone, Vittorio Emanuele III, chiama a guidare il governo Benito Mussolini, consentendogli di instaurare il suo regime ventennale.

Poca scuola, per Gioiello, e parecchia terra. La vita era molto dura.

Il ragazzo cresce nel clima plumbeo del conformismo dell'Italia fascista, ma siamo a Vecchiano, una piccola comunità rurale in cui circolano idee anarchiche, socialiste, comuniste, repubblicane, cristiano-sociali. E’ da subito ribelle. Preferisce andare a fare lunghe camminate in monte, piuttosto che andare al sabato fascista.

Alle soglie della maggiore età, non fa a tempo a trovare un posto da operaio che subito parte per il militare e quindi per la guerra.

L’8 settembre 1943, il ventunenne Gioiello viene fatto prigioniero ad Atene e finisce ad Auschwitz.

Quando arriva l’Armata Rossa, il suo destino sarebbe stato quello di essere internato, ma con l’aiuto di una famiglia polacca – con cui resterà in contatto anche nel dopoguerra, inviandole concreti segni di riconoscenza – riesce a scappare e a tornare a casa a piedi, il 29 settembre del 1945.

Fisicamente ne esce provato e a lungo malato, ma non volle mai chiedere l’invalidità di guerra. “Troppi hanno sofferto più di me” sosteneva, se ne sarebbe vergognato.

E’ dopo questo avventuroso ritorno che Gioiello Orsini abbraccia la causa del PSI e ne diventa presto un promettente esponente.

Nei cassetti dei ricordi della famiglia, abbiamo ritrovato le foto che testimoniano i suoi legami personali con figure gigantesche come Rodolfo Morandi, Sandro Pertini e Pietro Nenni.

Il Partito Socialista non ha però, né a Vecchiano né in provincia di Pisa né in Toscana, una organizzazione di operai e contadini trasformati in “rivoluzionari” di professione, come invece l’aveva costruita il Partito Comunista.

Orsini si arrangia. Occasionalmente fa il venditore di lamette.

Per consentirgli di dedicarsi all’attività politica con un minimo di sicurezza sociale, maturando anche una pensione, Orsini viene registrato come promotore del giornale di partito, l’Avanti. Per inciso, ricordiamolo, quando Orsini poi fece il sindaco di Vecchiano, lo fece senza compenso.

La famiglia, in realtà, condurrà una esistenza dignitosa solo grazie alle attività di lavanderia portate avanti dalla moglie di Gioiello, Paradisa.

Questo giovane antifascista aveva interiorizzato antichi valori anarchici e socialisti che fanno onore alla storia civile di Vecchiano, ma che non gli resero mai la vita facile.

Lui, in particolare con le sue lotte per il miglioramento delle condizioni dei mezzadri, si fece conoscere, finì anche un paio d’anni nel Senese in missione per conto del partito, si fece voler bene da tanti, ma non certo da tutti. Non certo dai grandi proprietari di allora.

Gioello Orsini al fianco di Sandro Pertini
in un leggendario comizio dell'inizio degli anni Cinquanta 

 

 

2. Orsini amministratore locale appassionato

Come tutti sapete, Gioiello Orsini, diventa sindaco di Vecchiano nel 1960 e lo resta per dieci anni, fino al 1970, la prima legislatura con una amministrazione socialcomunista, la seconda con una amministrazione di centrosinistra.

Di tante cose buone rese possibili da lui e dai suoi assessori, oltre che dal clima politico e dall’effervescenza economica e sociale della Repubblica negli anni Sessanta, ne parlerà certo meglio di me il sindaco emerito Giancarlo Lunardi.

Il clima politico che porta alla nascita del centrosinistra storico e quindi a una duratura collaborazione tra il Partito Socialista e la Democrazia Cristiana è sicuramente infuocato.

C’entrano eventi ben più grandi di noi, dalla Guerra fredda alle grandi trasformazioni sociali che investono non solo l’Italia ma tutta l’Europa degli anni Sessanta.

Ci tengo, tuttavia, da persona esterna ma non estranea alla vita di Vecchiano a dirvi che la voce, che ogni tanto si risente, secondo la quale l’amministratore Gioiello Orsini sarebbe stato, se avesse potuto, una sorta di “cementificatore selvaggio” è largamente esagerata!

Prima di tutto, è un errore culturale quello di giudicare gli atti e i fatti di cinquant’anni fa con gli occhi di oggi. Il fatto che sia un errore comune, non lo rende meno sbagliato.

Inoltre, consultando alcuni vecchi documenti del comune di Viareggio e del comune di Vecchiano, oltre che ascoltando alcune persone che sono state testimoni oculari di quegli anni, tra cui l’amico e consigliere comunale emerito di Vecchiano, Lino Mannini, scopriamo che Gioiello Orsini, e gli altri amministratori del suo tempo, non meritano di essere sminuiti alla luce della sensibilità che abbiamo oggi per la conservazione dei beni comuni ambientali.

Non si trova, negli atti del tempo, alcun serio cedimento a interessi edilizi speculativi, fossero quelli di grandi investitori del Nord o addirittura di ricchi miliardari stranieri, come addirittura gli Onassis.

Con decreto ministeriale n. 2766 del 1958, quindi prima che Orsini diventasse sindaco, viene approvato il piano regolatore generale intercomunale di Viareggio e Vecchiano. E’ un documento redatto a più mani da progettisti allora noti e influenti come Bellò, Cardini, Dati, Di Gagno, Moroni, Ramacciotti.

Quel piano era molto estremamente ambizioso. Conteneva anche l’idea di un centro nautico a Bocca di Serchio, ma occorre fare attenzione.

Erano già in vigore, sin dagli ultimi anni del fascismo, norme a protezione dell’ambiente; la necessità di proteggere le spiagge, le dune, le macchie, le pinete, le rive del lago, i canali, non era ignota agli amministratori del tempo;

Come scrisse Giancarlo Lunardi – in un articolo che ho ritrovato in rete, risalente al 2015 - un’idea di rispetto ambientale, di accesso popolare a una spiaggia intatta, di una limitazione dei progetti di edilizia turistico-residenziale, stava maturando già negli anni Cinquanta. E non solo, nel suo articolo Giancarlo Lunardi riconosce che lungo gli anni due eventi positivi sono riconducibili agli anni delle amministrazioni Orsini.

Mentre in Parlamento, dalla fine degli anni Cinquanta, arrancava e poi falliva un progetto di legge – d’iniziativa di alcuni importanti deputati del territorio, come l’on. Leonello Raffaelli - per dare al comune di Vecchiano la spiaggia, il primo passo concreto, scrive Giancarlo Lunardi, fu la costruzione della Via del Mare, avvenuta nel 1962, a seguito di un accordo tra l'Amministrazione comunale – guidata da Gioiello Orsini - e la famiglia Salviati, proprietaria dell'area dove insiste la strada di accesso all'arenile.

Non dimentichiamo che Orsini, dai tempi delle lotte contadine, non era il benvenuto a casa Salviati, una delle famiglie più antiche e più potenti della Toscana. I Salviati di oggi non sono quelli di allora, come è ovvio che sia.

Giancarlo Lunardi, nella sua commemorazione, ha giustamente ricordato un passaggio ancora precedente alla prima giunta Orsini: la vittoria dell'amministrazione di Ricciardo Cola per far chiudere il balipedio militare che insisteva nella zona della Marina di Vecchiano.  Giancarlo Lunardi ha ricordato la bella lettera del ministro Taviani (uno dei capi dei partigiani bianchi) con cui si informava il Comune di Vecchiano che un luogo segnato dal rumore delle armi tornava alla pace e al canto degli uccelli e del mare.

Sempre Lunardi spiega nel suo scritto che il percorso per rendere la Marina di Vecchiano un bene comune fu lento, tortuoso, difficile, “fino a quando, nel 1969, l'Amministrazione comunale vecchianese – ancora guidata da Gioiello Orsini - ottenne dal Ministero delle Finanze la concessione per 19 anni dell'Arenile, concessione rinnovata, in seguito, di volta in volta, fino al 1993. Tutto ciò fece sì che potesse iniziare il processo di tutela della Marina: furono infatti demolite le strutture abusive costruite dai privati nel corso degli anni '60”.

Giancarlo Lunardi ha a questo proposito ricordato la figura di un grande ministro socialista pisano, Giovanni Pieraccini, che aiutò Vecchiano a raggiungere questo risultato.

 

Il ministro Giovanni Pieraccini insieme al sindaco Gioiello Orsini
a una inaugurazione di un tronco dell'autostrada
alla metà degli anni Sessanta

 

E qui si ricorda un episodio importante di cui è ancora protagonista Gioiello Orsini. Protagonista positivo, oggi lo possiamo dire. Ci ritorneremo tra poco, sugli abusivi.

Intanto, tornando alla testimonianza di Lunardi, ricordiamo che, dopo gli anni di Orsini, il cammino per proteggere la Marina prosegue, poco a poco, grazie alla Regione, grazie all’istituzione del Parco, grazie a deputati come Bulleri, Maccheroni, Lucchesi, Labriola, Balestracci, Caprili, Alessandro Costa, ai senatori Taddei e Andreini, a Giovanni Brunale e Carlo Carli, all’impegno del sindaco Spinesi.

La svolta definitiva – scrive ancora Giancarlo – è quella della legge 579 del 31/12/1993, che consentì il trasferimento agli enti locali di beni immobili demaniali e patrimoniali dello Stato. Iniziò così l'iter amministrativo che ha condotto all'acquisizione definitiva di Marina di Vecchiano da parte del Comune, conclusa nel 1997.

Da allora l’impegno del comune continua, attraverso l’azione delle amministrazioni dello stesso Lunardi, di Pardini, ancora di Lunardi e infine oggi di Angori.

Non si devono giudicare gli anni Sessanta con gli occhi di oggi. Dobbiamo capire che c’era fame di lavoro e s’intravedeva un benessere – e anche uno svago estivo – per tanti, non per pochi.

Oggi, mezzo secolo dopo, vediamo che Viareggio e Vecchiano non hanno avuto lo sviluppo immaginato nel 1958, cosa di cui forse potremmo anche rallegrarci, sempre con il senno di poi. Tanto meno, però, hanno avuto uno sviluppo ordinato, ma non certo per responsabilità di Gioiello Orsini, considerati gli eventi, i rapporti di forza politici, le pulsioni economiche e sociali di allora e degli anni successivi.

Giancarlo Lunardi ha chiarito bene questo punto, durante l'evento, parlando delle vicende tumultuose dei successivi tentativi di pianificazione territoriale del comune di Vecchiano. L'ultimo piano in cui ha avuto un ruolo il sindaco Orsini, quello del 1969, fu bocciato dal ministro Lauricella (anche lui socialista come Orsini, peraltro), perché ormai era matura l'idea di una più integrale protezione della costa, anche su impulso di pionieri dell'ambientalismo come Antonio Cederna, uno dei fondatori di Italia Nostra.

Oggi, poiché gli anni della crescita edilizia a Vecchiano, a Viareggio e in tutta la Toscana sono ormai finiti, possiamo guardare al passato con maggiore equilibrio.

Un dato lo vorrei ricordare, prima di avviarmi alla conclusione, perché lo considero illuminante: negli anni in cui le amministrazioni di Vecchiano sono guidate da Gioiello Orsini, nonostante il suo impegno per le infrastrutture, per le scuole, per le strade, la zona industriale, per dare permessi a chi voleva costruirsi la prima casa, la popolazione residente nel comune passa da 9.067 (censimento 1961) a 9.124 (censimento 1971). Un incremento ridicolo, per quei tempi. 

Comparate questo dato con gli incrementi registrati nello stesso decennio a Viareggio (da 47.000 abitanti a 55.000) o con quello di San Giuliano Terme (da 22.000 abitanti a 24.000).

La conclusione che ne traggo io, personalmente e umilmente, è che delle due amministrazioni guidate da Gioiello Orsini si può pensare tutto ma non certo che siano state “cementificatrici”.

 

Sulla zona industriale Giancarlo Lunardi ha poi voluto esprimere nel suo intervento un giudizio coraggioso, con l'aiuto della distanza temporale che deve spingere tutti a essere più equanimi, critici ma anche autocritici. L'investimento fu osteggiato da molti, anche da persone della sua parte politica, quelli che allora erano i comunisti di Migliarino, ma i problemi che venivano opposti alla sua realizzazione sono stati nel tempo risolti: la sicurezza idraulica è stata aumentata; con delle permute si sono rinfrancati gli antichi usi civici di Migliarino; sono state migliorate le condizioni infrastrutturali e le comunicazioni. Va riconosciuto che chi allora si oppose fu incapace di vedere i benefici che invece ci furono e che, in parte, sia pure nelle mutate condizioni economiche e in questi anni di crisi, perdurano tuttora. Vecchiano visse un piccolo boom economico e per anni fu un territorio che non conosceva disoccupazione. 

 

 

 

3. Un socialista sempre dalla parte della sua gente

La mia impressione è che questo socialista vecchianese abbia vissuto, sulla sua pelle e su quella della sua famiglia, il celebre aforisma di Bertold Brecht: “Ci sedemmo dalla parte del torto perché gli altri posti erano tutti occupati”.

Tante cose buone aveva fatto Gioiello Orsini, non da solo ma insieme ai suoi assessori comunisti, repubblicani, democratico-cristiani, ma l’azione, si sa, provoca reazione, tensioni, divisioni e, perché negarlo, anche qualche strascico.

Sicuramente ricorderemo per sempre Gioiello Orsini che nel 1966 guida la solidarietà dei Vecchianesi con gli alluvionati di Pontedera.

Gioiello Orsini, ricordiamolo, aveva ambizioni limitate perché si rendeva conto dei suoi limiti, ma nel 1970 viene eletto nel Consiglio provinciale di Pisa.

Anche da amministratore provinciale non esita porsi alla guida dei cortei operai, come quello per tentare di salvare la Richard Ginori e si impegna per lo Statuto dei lavoratori.

Franco Cola ha ricordato, a questo proposito, come il sindaco "cavolaio", che aveva poco studiato ma tanto lavorato la terra e accumulata tanta esperienza politica e sociale, fu anche amico di Giacomo Brodolini, fino alla morte prematura di quest'ultimo, nel 1969.

Continuò a prodigarsi come dirigente socialista nel momento della nascita della Regione Toscana. Nelle prime elezioni regionali del 1970, il Partito Socialista pisano riesce a eleggere un sindacalista metalmeccanico, Marino Papucci di Capannori. Nel 1980 verrà eletto invece nel Parlamento toscano il socialista Giacomo Maccheroni, già sindaco di Pontedera ed amico di Gioiello Orsini.

Ricordiamo il suo impegno, insieme a quello di tutti i progressisti di Vecchiano, per la vittoria del divorzio nel 1974.

In una conversazione a margine dell'evento con la figlia Ione Orsini abbiamo rievocato anche l'impegno non solo di Gioiello ma di tanti socialisti di Vecchiano (e in particolare di Filettole), per dare ospitalità a profughi politici greci e cileni, vittime dei gravi colpi di stato occorsi nei loro paesi

Ricordiamo uno degli ultimi impegni pubblici di Orsini, quando nell’inverno del 1980, su incarico della Provincia di Pisa, di cui fino a pochi mesi prima era stato presidente, porta aiuti ai terremotati di Guardia dei Lombardi in Irpinia.

Non vogliatemene, però, se rammento anche una notte del 1967, quando raggiunse il suo acme lo scontro con un piccolo gruppo di abusivi che avevano occupato l’arenile della Marina di Vecchiano, quelli di cui ci parlava Lunardi nell’articolo che citavo poco fa.

Erano passati mesi in cui Orsini aveva tentato davvero di tutto per convincere una ventina di famiglie a porre fine a quella loro condizione.

Quando arrivarono le ruspe, gli abusivi, disperati, sequestrarono il sindaco Orsini per una notte. Nelle settimane successive lui e tutta la sua famiglia finirono sotto scorta, per timore di gesti avventati da parte degli sgomberati.

Naturalmente Gioiello Orsini non denunciò nessuno.

Su questo è tornato, nel suo commosso ricordo, durante l'evento, il consigliere comunale civico  Mario De Luca, che all'epoca era al comando dei carabinieri di Migliarino Pisano. Lui c'era quella notte ed è stato testimone oculare della generosità e dell'integrità di Gioiello Orsini.

 

Anche la figlia di Gioiello, Ione Orsini, ha rievocato, nel suo ringraziamento alla fine dell'evento di commemorazione, quei giorni difficili in cui la famiglia, che vive (tuttora) vicino al Serchio, aveva i carabinieri di guardia davanti casa e dietro,  sull'argine.


Era abituato, l’Orsini, alle situazioni pesanti, sin dai tempi in cui, quando tornava in bicicletta a tarda notte dalle riunioni del Partito Socialista a Pisa, talvolta subiva provocazioni e minacce da alcuni avversari politici reazionari (anche mascherati, che lui naturalmente riconosceva, ma non denunciava). Il fascismo era finito ma un certo atteggiamento fascisteggiante era duro a scomparire.

Ricordiamo anche un’altra notte memorabile, almeno per la famiglia Orsini. Nel 1969 il sindaco Orsini occupò l’acquedotto, con l’aiuto di un paio di pastori e delle loro pecore, per difendere quel patrimonio comunale, da lui fortemente voluto, da comportamenti ritenuti scorretti degli amministratori di Pisa e di Livorno.

Su questo ricordo è voluto tornare il consigliere comunale emerito Franco Cola, ai tempi assessore democratico-cristiano con il sindaco Orsini. Della protesta di Orsini, contro coloro che avevano voluto aumentare l'estrazione dell'acqua di Vecchiano per gli acquedotti di Pisa e di Livorno, lui è stato testimone oculare. A Gioiello Orsini questa protesta per l'acqua pubblica come bene comune locale di Vecchiano, ha aggiunto Cola, costò un certo isolamento politico. Un gesto di solidarietà gli pervenne dall'on. Beppe Niccolai, allora giovane deputato neoeletto del Movimento Sociale pisano. Niccolai era una delle più importanti figure culturali del cosiddetto socialismo nazionale, posizionato a destra, purtroppo paralizzato e sterile, nella palude del mondo postfascista. 

Ecco, ricordiamolo nella sua interezza e nella sua complessità, quest’uomo così tanto appassionato della vita, della sua gente, della sua terra.

A Gioiello Orsini, verso la fine del suo mandato in Provincia, viene affidata la presidenza del Parco di Migliarino, istituito con la legge regionale toscana n. 61 del 13 dicembre 1979. Fu un incarico ponte, di passaggio, in vista della costituzione del nuovo ente.

Era presente alla commemorazione Franco Alboni, già guardiacaccia dei Salviati tra i primi a essere riassorbito nell'amministrazione del parco appena istituito, che ha raccontato di essere stato insieme a Gioiello Orsini a piantare i paletti per fissare i confini dell'area protetta. Un ricordo che vale la pena di fissare, perché ci conferma il carattere pratico e l'operosità dell'Orsini. 

Uscito dalla Provincia viene nominato nella sezione provinciale di quello che allora era un comitato politico, ma con notevoli capacità di sorveglianza amministrativa, il vecchio Co.re.co. (Comitato regionale di controllo).

La figlia Ione Orsini ha voluto ricordare come, anche in quel ruolo amministrativo di minor impatto pubblico, Gioiello Orsini continuava a essere un punto di riferimento per la gente. Alla sede del Co.re.co. gli impiegati non avevano mai visto arrivare tanti cittadini in visita per incontrare il presidente del Comitato, per chiedergli consiglio e aiuto.

Muovendosi nell'ambito delle correnti socialiste più autonomiste, dove si coltivavano grandi speranze di riformare non solo il socialismo o la sola sinistra, ma l’intera Repubblica, si rafforza la sua amicizia di vecchia data con il più giovane Bettino Craxi.

Per le elezioni politiche del 1983 accetta una candidatura di servizio alla Camera, nella circoscrizione pisana, dove non aveva possibilità concrete di elezione.

Siamo alla fine del percorso politico di Gioiello Orsini?

Non lo sappiamo e non lo sapremo mai, perché, pochi giorni prima delle elezioni, il 5 giugno 1983, Orsini lascia prematuramente la scena di questo mondo, colpito a 61 anni da un malore improvviso.

Ci restano di lui il ricordo di una figura di amministratore energico e creativo, sempre dalla parte della gente, sempre disponibile con i suoi concittadini e sostenitori, sempre benevolo nei confronti di rivali e avversari, onesto fino a rischiare più volte nella vita la povertà.

Ci restano in eredità l’amore per la sua terra, l’attaccamento alla Costituzione, la dedizione alle istituzioni della Repubblica delle autonomie.

Non è davvero piccola, questa eredità, per noi che ci siamo riuniti qui oggi a ricordarlo e per le generazioni future.

Grazie a tutti.


Vecchiano, 8 aprile 2022


Mauro Vaiani Ph.D.
studioso e attivista del civismo autonomista toscano
e amico della famiglia Orsini


A chiusura dell'evento, il sindaco Massimiliano Angori ha voluto sottolineare l'importanza della figura storica e politica di Gioiello Orsini, sia il grande significato dell'averlo voluto ricordare insieme, come comunità vecchianese. Vecchiano è sempre stata una comunità, vivace e magari divisa, ma una comunità e il ricordo della figura di Orsini e dei suoi anni, deve servire a rafforzarla.




Il tavolo della commemorazione del centenario di Gioiello Orsini.
Da sinistra a destra:
Giancarlo Lunardi, Mauro Vaiani, Massimiliano Angori


Per vedere la collezione delle foto raccolte grazie alla famiglia sugli anni di Gioiello Orsini, consultate anche la pagina:

https://www.facebook.com/UnCuoreperVecchiano


Per riascoltare alcuni audio, tra cui l'orazione civile del dott. Mauro Vaiani dedicata a Gioiello Orsini, visitate il canale YouTube di Un Cuore per Vecchiano:

https://www.youtube.com/channel/UCJ2FzTFY3uiNVEpWecQpkvw/videos


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