Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

giovedì 24 dicembre 1992

Eroi borghesi contro il sessantennio

Archivio qui questo frammento della nostra antica resistenza civica, a Prato, contro gli eccessi partitocratici del Sessantennio. Un modo per onorare quella stagione dei movimenti e per ricordare l'amico Giuseppe Palermo e il grande Inaco Rossi, il mio mentore (Ndr, 25/4/2012).






Movimento per la Democrazia - La Rete - Via Tinaia 6, Prato - cicl. in pr. - 24 dicembre 1992

L' impossibilità di riciclarsi
ovvero
Chi è Claudio Martini?

Dopo che la Lista Verde Nonviolenta Alternativa ha reso noto, alla fine di novembre 92, il suo documento, motivato e complesso, sulla crisi dell'amministrazione comunale pratese, il Movimento per la Democrazia "La Rete" ha aderito, ai primi di dicembre, ai contenuti e alla sostanza di questa richiesta, dando vita ad una serie di iniziative per lo scioglimento del consiglio comunale di Prato, il suo commissariamento, l' elezione nel 1993 di un sindaco e di un consiglio con la nuova legge elettorale. La Rete ha diffuso un proprio documento in cui si dichiara che è giunto il momento del crollo per quell'intesa tra partiti di sinistra, falsa opposizione democristiana e poteri economici forti, che è uno dei volti del nostro regime. Anzi, è il volto del regime a Prato.

Il sindaco dell'attuale giunta PDS-PSI-PRI, Claudio Martini, si sbraccia in un attacco smodato contro questa richiesta di scioglimento. Pubblica sui giornali una lettera il cui contenuto non è altro che un'insolente e reiterata domanda: "Ma chi è questo Palermo?", il quale viene incolpato - con un'arroganza a cui il sindaco non è peraltro nuovo - di essere un dilettante ed un "sig. Nessuno"... Giuseppe Palermo, in effetti, non è ancora molto noto, ma è stato eletto da pochi mesi coordinatore provinciale della Rete a Prato.

Per sua sfortuna, negli stessi giorni, il sindaco pro-tempore del comune di Prato, è costretto a fare altre due  dichiarazioni alla stampa. Che stavolta sono pesanti per lui. La prima è che, dopo l' approvazione della nuova legge elettorale, sarà effettivamente necessario consultare i cittadini (che è come dire che la Lista Verde Nonviolenta e la Rete hanno posto un problema urgente ed importante). La seconda è che il comune ha dovuto adottare sette principi di trasparenza, contro il degrado dell'amministrazione comunale, e precisamente:
1) limitare al massimo gli incarichi esterni;
2) compensi bloccati per i professionisti;
3) emarginare le imprese che partecipano agli appalti solo per favorirne altre;
4) dare contributi ai privati solo dietro presentazione di un programma dettagliato di destinazione dei fondi;
5) pubblicazione dell'elenco delle ditte fornitrici;
6) orari spezzati per i dipendenti comunali, per combattere il secondo lavoro;
7) lotta all'abusivismo commerciale.

Al sindaco pro-tempore Martini, ai suoi improperi contro Giuseppe Palermo e contro la Rete, ai suoi sette comandamenti per la "trasparenza" (tardivi, ormai) del comune, ha risposto un esponente della Rete pratese, il sig. Inaco Rossi, con la seguente lettera aperta.


* * *

Caro sindaco,

quale aderente a "La Rete" ed elettore del coordinatore locale, un "certo" Giuseppe Palermo, mi permetto di presentarglielo: è un ingegnere elettronico, meridionale, residente da una decina di anni a Prato, dove si guadagna dignitosamente la vita. Se può interessarle sono nato a Vinci e spero che il mio cognome non le suoni così alieno come quello di Palermo (voglia scusarmi, ma sento puzza di razzismo nel suo citare ripetutamente tale cognome, non toscano, nel domandare la provenienza di questo signore, e nel contrapporlo ai Pratesi che lei dice di conoscere meglio).

Terminate le presentazioni passo ad accusarla di assoluta mancanza di stile nel rispondere ad un cittadino che democraticamente ha espresso un parere politico a cui non si può rispondere con una sequela di interrogativi dal tono rissoso che nulla hanno a che fare con la risposta pacata che lei gli doveva.

A questo punto sorge invece spontanea la domanda: ma chi è Claudio Martini? Per quali meriti nel campo sociale, economico, culturale, lei è stato prescelto dall'apparato del suo partito come sindaco di Prato?

Da quarantaquattro anni lavoro nell'industria tessile pratese ed il suo nome non mi rammenta alcunché di rilevante. le sarei riconoscente se, senza arrabbiature, ella potesse illuminarmi in merito.

Veda, sindaco, per me lei è un uomo di apparato. Ed à proprio questo che noi cittadini (o moltissimi fra noi) non vogliono più. Per guidare la terza città della Toscana con un fatturato totale di oltre settemila miliardi e con gravi problemi di ogni genere, abbiamo bisogno di persone che abbiano un retroterra differente dal suo che mi pare si limiti a Via Frascati.

E' sintomatico che lei, dopo ben quattro predecessori comunisti e dopo quattro anni di mandato e soltanto perché la sua amministrazione veniva e viene giornalmente attaccata da tutte le parti, compresa quella giudiziaria, si sia deciso ad impartirci i "sette comandamenti".

Allora era vero quello che noi cittadini dicevamo da sempre, e cioè che in comune:
1) si davano troppi incarichi esterni;
2) si strapagavano i professionisti;
3) si appaltava secondo accordi a monte;
4) si davano contributi non oculatamente;
5) le imprese fornitrici erano riservate;
6) i dipendenti comunali facevano il doppio lavoro;
7) si aveva un abusivismo commerciale diffuso.

Vorrà ammettere che è un po' sospetto aver atteso così tanto con questa "operazione trasparenza". Ora è troppo tardi. Sarà difficile per lei, professionista politico, rigenerarsi.

Con democratico ossequio.

Inaco Rossi
dilettante politico
(cittadino sovrano, ndr)

giovedì 3 dicembre 1992

Vent'anni per le primarie

Ho ritrovato questo documento, del tempo dei movimenti, primi anni Novanta. Chiedevamo già le primarie, nella nostra Prato, dove volevamo uscire dall'autunno del "partito-stato"! E non so se farmi un vanto della lungimiranza di allora, o considerarmi un dropout della politica, visto che dopo vent'anni ancora non sono riuscito a convincere il mio mondo civico-liberale a organizzarle davvero! Lascio ai miei tre o quattro gatti toscani il giudizio (Archiviato su Diverso Toscana il 12/7/2011).

Memoria di opposizione, proposta di governo, primarie

Appendice al rapporto
TRADIZIONI E LIBERTA' (v.7)

Prato, giovedì 3 dicembre 1992

La versione 7 del rapporto  è stata seguita, dopo pochi giorni, da un documento della LVNA in cui si chiede lo scioglimento del consiglio comunale. Questa richiesta sta incontrando in queste ore il consenso della Rete, di molte figure dell'area post-comunista (sia indipendenti, sia di Rifondazione, sia del PDS), di esponenti dei movimenti giovanili socialista e democristiano. Si tratta, implicitamente, di una conseguenza del rapporto stesso.
E' più che mai urgente  il problema di chi parteciperà al progetto e soprattutto di quali persone, nei vari comuni, sapranno raccogliere la cultura ed il patrimonio dell'opposizione, per candidarsi al governo della città e della provincia.
Il rapporto prefigura un'autocandidatura precoce di figure che, provenienti o meno da esperienze politiche e sociali, accettino di proporsi alla città restando al di sopra e al di fuori del panorama politico, attualmente ancora troppo frammentato.
I gruppi politici che stanno sostenendo il progetto Tradizioni & Libertà pensano già ad un sindaco-candidato che partecipi ad un programma di consultazioni e ad un processo fatto di tanti piccoli e grandi incontri con le persone e le forze della città, in cui guadagnare, poco alla volta, consenso, come in un processo di “primarie” progressive.
La realizzazione del progetto passa per una distinzione rigorosa tra le varie organizzazioni politiche esistenti o in costituzione che parteciperanno all'elezione del consiglio comunale, e il sindaco-candidato che, personalmente e in modo totalmente libero e autonomo, costruisca una squadra e si proponga a tutta la città, senza mai cedere, nel corso dei mesi, mai un'oncia della propria autonomia.
Il punto di incontro tra il sindaco-candidato e le forze ed i gruppi che lo sosterranno, sarà, con tutta probabilità, un comitato di studio e di alta responsabilità politica che sviluppi il progetto, raccolga gli stimoli provenienti dalla coalizione che sostiene il sindaco-candidato, sia un luogo di ascolto e di ripensamento di tutti i problemi della città.
La prima delle autocandidature che si proporranno in città potrà servire d' esempio e, se legata ad un progetto politico chiaro come Tradizioni & Libertà, aiuterà anche un chiarimento politico profondo nella città. Non sono molti i progetti che potranno veramente scontrarsi in città: uno potrebbe essere quello del mantenimento dell'attuale regime e degli attuali processi di consumo e distruzione del territorio e dei beni pubblici; un altro progetto potrebbe coagularsi su parole d'ordine di una destra demagogica.
Una persona che si facesse avanti con un progetto politico chiaro, che chiedesse il rinnovamento totale dell'attuale ceto politico, che proponesse un programma di ricostruzione e di conservazione, potrebbe essere destinata al fallimento o a bruciarsi, ma potrebbe anche - se la situazione cittadina fosse matura - costringere persone e gruppi a ridefinirsi rispetto a lei stessa.
Le persone ed i gruppi che aderiscono alla richiesta di scioglimento del consiglio comunale hanno un sogno: in gennaio e in febbraio, assieme alle firme per lo scioglimento, raccogliere il consenso di alcune migliaia di cittadini su un sindaco-candidato.

* * *

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