Il 21 dicembre, solstizio d'inverno, è sempre pieno di significati, per tutti gli esseri umani dell'emisfero boreale. In Toscana ne ha uno in più, perché è la memoria di una figura che è sì storica ma anche avvolta nella leggenda, una icona di valori perenni, Ugo di Toscana, che riposa nella Badia Fiorentina. Il suo sepolcro attuale, rifacimento monumentale della sepoltura del famoso marchese, funzionario e benefattore, è di Mino da Fiesole e risale alla seconda metà del Quattrocento. Il sarcofago è sormontato dalla personificazione della Carità. Il "Gran Barone", come lo chiama Dante nella Divina Commedia, era morto nel 1001, ma il ricordo delle sue opere buone era ancora vivissimo. L'ignoranza e la massificazione contemporanea ne avevano fortemente indebolito il ricordo, nella Toscana di oggi, ma la celebrazione del millenario della morte, nel 2001, con il sostegno delle autorità locali, insieme a un più generale risveglio dell'amore dei Toscani per la propria storia e la propria identità, hanno aiutato a far riscoprire questa figura così affascinante, che ha governato alle origini della Toscana moderna. Quest'anno lo vogliamo onorare con le parole che gli dedica il "Cosmonauta Francesco":
"...La devozione dei Toscani nei confronti del marchese, però, dovette essere cominciata sin dagli anni immediatamente successivi alla sua morte nel 1001.
Forse addirittura durante la sua vita, visto che si erano trovati in molti luoghi della Toscana ricordi e lasciti del suo buongoverno e della generosità sua, di sua mamma Willa e di tanti altri della sua cerchia.
Al Gran Barone, il marchese Ugone, si attribuivano tradizionalmente la pace tra le sette città più importanti della Toscana, la sicura navigazione tra le sette isole dell’arcipelago toscano, la fondazione di ben sette abbazie, con annesse riforme agricole e sociali per il benessere dei contadini. Alla fine della sua vita, la sua sepoltura a Firenze aveva contribuito alla maggior fortuna della città, rispetto alle altre città toscane, tutte ben più antiche e gloriose, a quel tempo.
Il sepolcro era coperto delle bandiere biancorosse ispirate al suo stemma, quello delle tre strisce d’argento in campo vermiglio..."
Buon solstizio,
buone feste,
buon santo Natale 2024,
buon anno nuovo e giubilare 2025.
Auguri di cuore!
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