Il blog Diverso Toscana non ha potuto fare a meno di notare che nella circoscrizione "Italia nordorientale" è in corso uno scontro fra Davide e Golia.
Lo si capisce da cinguettii come questo:
Für @Giovannipoggial oder @HerbertDorfmann stimmen? Es wird ein bisschen wie David gegen Goliath sein, aber für Autonomisten ist es an der Zeit, zwischen einem "self-serving" Autonomismus und einem authentischen Europa der Regionen zu wählen:https://t.co/3ay2XaMBrZ
— Mauro Vaiani (@mauro_vaiani) June 5, 2024
Nel Nordest, in Emilia, in Romagna, si scontrano due prospettive diverse, due diverse idee autonomiste.
Da una parte (quella di David) c'è un'idea nuova, fresca, candida di autonomie per tutti, quella incarnata da Giovanni Poggiali.
Dall'altra (quella di Golia) c'è un sedicente autonomismo vecchio e stantio - "self-serving" - rappresentato dal deputato uscente Herbert Dorfmann, che cerca la riconferma del poco che ha rappresentato nella legislatura uscente del Parlamento europeo.
Giovanni Poggiali è un candidato civico, indipendente, espresso dallo storico autonomismo romagnolo, che si è recentemente rinnovato e riorganizzato nel partito territoriale "Romagna Unita", membro della sorellanza Autonomie e Ambiente, e quindi vicino a EFA (l'alleanza anticentralista europea).
Dopo che una sinistra modifica in corsa delle norme elettorali ha impedito ai nuovi autonomisti di correre per le Europee, Giovanni Poggiali è stato accolto, come indipendente, dalla lista di Azione-Siamo Europei.
Azione è l'unica lista di una qualche consistenza, ricordiamolo, che si sta seriamente contrapponendo alle degenerazioni del bipolarismo "all'italiana", agli aspiranti podestà d'Italia e napoleone d'Europa, all'erosione democratica della Repubblica, alla paralisi politica che da ormai trent'anni sta impedendo ogni serio riformismo.
Herbert Dorfmann, al contrario, è un incolore deputato uscente della SVP, membro di seconda fila del PPE. Nessuno si ricorda alla fine della legislatura in cosa il PPE (tanto meno il suo esponente sudtirolese) abbiano fatto la differenza nella crisi politica (e normativa) dell'Unione Europea in materia di agricoltura, salute, innovazione, giustizia, costruzione di una politica estera, impegno per la pace.
Purtroppo c'è ancora di peggio: la SVP si è collegata tecnicamente con Forza Italia, civetta con i "fardelli d'Italia" e con la lega reazionaria di Salvini, cioè con i partiti che stanno portando l'Italia verso la deriva dell' "elezione diretta del capo", la svolta centralista e autoritaria del "premierato".
Non è un caso che nella lista di Azione siano confluite, in aperta polemica con la SVP e con Dorfmann, altre forze territoriali anticentraliste, come il Team K sudtirolese (il movimento di Paul Köllensperger) e la trentina Casa Autonomie (a sostegno di Mario Raffaelli).
Dorfmann è un deputato uscente e rientrante sicuramente forte, perché la legge elettorale lo favorisce, perché la SVP è un partito ancora rappresentativo di una parte importante del Sudtirolo, perché alcune marginali (e invecchiate) realtà sedicenti autonomiste (anche nel Bellunese, anche nelle comunità slovene) gli hanno confermato sostegno.
Poggiali invece è uno sfidante, insieme a Raffaelli e Köllensperger (attenzione, tutti e tre non possono essere votati, perché sono tre persone di sesso maschile!).
Il viticoltore romagnolo, in particolare, rappresenta un territorialismo con radici antiche ma ben ancorato al XXI secolo. Giovanni Poggiali rappresenta le grandi novità politiche che stanno emergendo in Romagna.
E' una persona nuova e innovativa. Non promette un "autonomismo" difensivo e chiuso nella difesa dell'esistente, ma un cambiamento profondo, secondo gli ideali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle Regioni. Per tutti, non per pochi.
La battaglia è impari, ma è bello che sia tentata, per il bene delle generazioni future, contro una generazione di vecchi politici che ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare.
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