Il mondo è pieno di tiranni, alcuni dei quali sono, non importa quanto coscientemente, aspiranti padroni del mondo, ma non saranno loro ad avere l'ultima parola nella storia dell'umanità.
Tutti gli stati, a partire da quelli più grandi, sono governati da elite centraliste e autoritarie, ma gli esseri umani contemporanei, per quanto massificati e bombardati dai conformismi della globalizzazione, restano affamati di autonomie personali, sociali, territoriali. Autonomie che si tengono le une con le altre, guai a dimenticarlo.
Le grandi e medie concentrazioni di potere finanziario sono giganti dai piedi d'argilla. L'argilla sono le comunità e le economie locali che esse stanno distruggendo, contribuendo così, però, alla propria rovina.
Le multinazionali e le grandi corporazioni, specie quelle dell'agroindustria e della farmaceutica, stanno distruggendo l'ambiente e, con gli ecosistemi e le biodiversità, la salute e la felicità delle generazioni future. Per quanto siano confusi, gli esseri umani, non potranno essere ingannati tutti, né ancora a lungo.
Le centrali del terrore (per esempio Hamas) e gli apparati militari-industriali (per esempio la cricca Netanyahu) continuano a sostenersi a vicenda, alimentando guerre insopportabilmente ingiuste, ma le persone di questo terzo millennio sono sempre meno convinte che si debba morire per servire immonde bandiere.
Le organizzazioni internazionali (dall'OMS alla NATO) sono in mano a elite corrotte, che dall'alto delle loro bolle di privilegi e lusso sfrenato impongono le loro agende alle persone, alle comunità, alle diversità del pianeta, ma non mancano in ogni territorio persone e movimenti, come quelli raccolti in Autonomie e Ambiente nella Repubblica italiana e più in generale tutti i decentralisti in ogni angolo della Terra, che si ribellano alla velenosa metastasi di norme uguali imposte come un giogo uniforme a territori, ambienti, persone diverse. Lo chiamano "one size fits for all", ma non è davvero il bene di tutti.
I media locali e indipendenti vengono perseguitati, quelli globali sono al servizio di padroni e padroncini e tentano di addormentarci, chiudendoci in casa, terrorizzandoci con sempre nuove emergenze, costringendoci a drogarci dei loro programmi di un intrattenimento che è indottrinamento, imponendoci di consumare i loro prodotti industriali velenosi, somministrandoci le loro medicine prodotte su scala industriale. Tuttavia, proprio per la loro greve uniformità, la loro credibilità sta crollando verticalmente.
La digitalizzazione, in quanto operata da poche grandi concentrazioni di potere, di ricchezze, di dati, sta mostrando il suo vero volto, riducendo le persone a numeri, sottoponendoci a una inaccettabile sorveglianza universale, sostituendo alle relazioni umane l'angosciante ottusità delle intelligenze artificali.
No, non periremo nell'ignoranza, nella rassegnazione, nell'obbedienza.
La modernità e l'occidentalizzazione del mondo non produrrano la concentrazione del potere in un distopico e pauroso stato mondiale, né, per quanto riguarda i nostri territori, nell'incubo di uno stato centralista europeo, tanto meno nella prosecuzione di questo insopportabile centralismo italiano.
Seguendo Machiavelli, Cattaneo, Chanoux, Hugo, Camus, De Rougemont e mille altri profeti di decentralismo, autonomie, libertà, che troverete ampiamente commentati nel Forum 2043, il nostro futuro non sarà la Cina, ma la Svizzera.
Le persone anticonformiste, ribelli, libertarie, affamate di autonomie, assetate di giustizia sociale e ambientale al momento paiono inaridite e disperse. Siamo come frantumi dei grandi miraggi di vetro che si sono sbriciolati, a cominciare dalle istituzioni e dalle formazioni sociali che un tempo ci difendevano ed oggi sono diventate le carnefici dei beni comuni, dei servizi pubblici essenziali, della sanità pubblica, della giustizia. Possiamo però tornare a forgiare, riscoprendo i valori umani, cristiani, socialisti e liberali delle autonomie, dei nuovi specchi di Archimede, strumenti cruciali di resistenza contro tutte le tirannie.
Per fermare ogni deriva centralista e autoritaria, occorre irrobustirci, a partire dal ritrovare e sviluppare radici più profonde. Noi vecchi autonomisti e nuovi territorialisti possiamo offrire la voce semplice, comprensibile, umile ma potente, antica ma sempre giovanissima, della Carta di Chivasso, di cui presto celebreremo l'80° anniversario (1943-2043), insieme con il Patto Autonomie e Ambiente e con la European Free Alliance, uniti spiritualmente con tutti gli anticentralisti del pianeta. Il 16 dicembre 2023 ci sarà il nostro incontro a Chivasso, per forgiare ancora speranza per le generazioni future. Salvatevi la data!
Le parole di Chivasso, disse Chanoux, non sono solo per qualche valle alpina, ma per tutti i territori. Riascoltatele, quelle parole, in questa registrazione fatta a Prato da attivisti della resistenza a ogni forma di centralismo autoritario: https://www.youtube.com/watch?v=wSLSjx0PJ0c.
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La copertina del libro intitolato "Il padrone del mondo", riportata in cima a questo post, è quella del cupo romanzo di Robert Hugh Benson, del 1907. Uno dei primi romanzi distopici a intuire come l'oppressione moderna nella società di massa, governata da pochi centri di potere mondiali, si sarebbe presentata come benevolmente "umanitaria", essendo in realtà capace d'imporre un feroce conformismo e di perseguitare ogni diversità.