Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, si merita le critiche che lo stanno raggiungendo in questi giorni. Farebbe bene ad ascoltarle. Gli staff della sua amministrazione, in particolare quelli dell'Assessorato alla sanità, diano immediati segnali di averle ascoltate.
Molti c.d. fragili in attesa di un vaccino anti-Covid-19 nelle ultime ore hanno ricevuto un SMS che li invita a pazientare e promette loro che saranno chiamati e non dovranno più partecipare alla lotteria dei "clicche" sul portale https://prenotavaccino.sanita.toscana.it/. Ci auguriamo che sia vero.
Tra i più severi critici si contano, oltre agli attivisti civici, ambientalisti e autonomisti, medici di famiglia, lavoratori della sanità territoriale, esponenti di comitati (come il Coordinamento toscano per la difesa della Costituzione o il CREST, Comitato regionale emergenza sanità toscana). Saranno ascoltati? Ce lo auguriamo.
E' stato un grave errore iniziare a vaccinare senza uno screening di chi era già stato malato. Del virus sappiamo di certo poco, ma di sicuro chi si è già ammalato ed è guarito, non può essere messo in fila come gli altri per un vaccino.
E' stato sbagliato aprire un portale online offrendo poche migliaia di posti a un pubblico di interessati che si contava a centinaia di migliaia di persone. Non c'è bisogno di essere esperti informatici o di logistica per capire che questo avrebbe generato solo disastri.
E' stato folle vaccinare intere categorie, come personale amministrativo, familiari di dipendenti e persone giovani (compresi avvocati che non frequentano le carceri, insegnanti che non insegnano, giovani infermieri e tirocinanti medici non ancora al lavoro). Questa scelta ha distratto dal concentrarsi sulle uniche persone a cui vale davvero la pena di dare questi vaccini sperimentali: cittadini ultra settantenni e soggetti fragili.
Aggiungeremmo che è mancata una visione, una capacità di guardare le cose in modo diverso, dal basso e dalle periferie. E' per questo che esistono le autonomie, per pensare e fare qualcosa di diverso dal pensiero unico che viene dal centralismo autoritario. Noi, al posto di Giani, avremmo per esempio sperimentato la vaccinazione di massa in alcune aree circoscritte e naturalmente isolate, come le isole dell'arcipelago toscano o alcune comunità montane. Questo al fine di metterle in sicurezza, considerando che sono lontane dai grandi centri sanitari, e per sperimentare, d'accordo con le popolazioni e le autorità locali, la creazione di isole "bianche", a cui consentire, al più presto, il ritorno a una vita normale.
E' evidente che Giani si trova a operare in una situazione già critica, a causa delle sciagurate scelte del passato: indebolimento dei servizi territoriali, un costoso accentramento (come dimenticare le convenzioni Astaldi per i quattro nuovi ospedali, finite nel mirino della Corte dei Conti?), l'eccessivo spazio dato alle strutture private, la poco oculata espansione dei servizi “intra moenia”. Proprio per questo sarebbe giunto il tempo di ascoltare, riflettere, innovare.
Ci piacerebbe che il presidente Giani, da poco eletto, trovasse il tempo di incontrare e ascoltare il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, delle periferie e degli umili,
Senza complessi d'inferiorità, possiamo dirlo ad alta voce: le nostre idee sono ancorate al futuro e al bene di tutti, molto di più di quelle che dominano nei palazzi del potere regionale e centrale.
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