Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 16 febbraio 2020

Resistenza dei territori contro il presidenzialismo


Molti di noi siamo tornati a impegnarsi in politica nel 2016, contro le riforme ultracentraliste di Renzi e Verdini, fedeli a una visione che abbiamo coltivato sin da ragazzi, man mano con sempre maggiore chiarezza, fra tanti errori e limiti personali: lasciare alle generazioni future un vero #Autogoverno della #Toscana; all'interno di una #RepubblicadelleAutonomie che somigli alla #Svizzera, non alla Turchia; nel quadro di una nuova confederazione che realizzi gli ideali evocati con i motti #EuropadelleRegioni, #EuropadeiTerritori, #EuropadeiPopoli.
Quindi, assieme a molti movimenti territorialisti, localisti, autonomisti, federalisti, indipendentisti, decentralisti da ogni angolo d'Italia e d'Europa, cominciando dal nostro prossimo raduno di #Udine del 21 febbraio 2020, chiamiamo alla #Resistenza contro la minaccia centralista e autoritaria del #presidenzialismo.
  • No all'elezione diretta del presidente della Repubblica italiana.
  • No all'elezione diretta del presidente del consiglio dei ministri e no a ogni forma di #premierato o #cancellierato.
  • No a una repubblica dominata da un unico #capopolitico o comunque da una cerchia ristretta di padroni dei media e delle risorse.
Diciamo NO, inoltre, a ogni sistema elettorale che, come dice il conformismo dominante nei media italiani e come ripetono spesso #Renzi, #Salvini e #Meloni, ci dica chi ha vinto "la sera stessa dello scrutinio".
Non c'è nulla di facile in questa nuova #Resistenza, perché dobbiamo batterci, da subito, contro l'eterno ritorno del bieco e crudele centralismo italiano, prima sabaudo, poi nazionalista, poi colonialista e guerrafondaio, poi fascista, poi postfascista negli anni della Ricostruzione (che fu anch'essa centralista, concentrata sulle aree industriali del Nord, sulla crescita abnorme di Roma come capitale burocratica e parassitaria, sul neocolonialismo nei confronti del Sud e delle isole).
Solo in parte la bestia centralista italiana è stata tenuta sotto controllo dalla Costituzione, dagli Statuti speciali, dagli Statuti regionali e comunali, dall'architettura della #RepubblicadelleAutonomie, che infine è stata sfigurata dalle cosiddette "riforme".
La bestia non è mai stata completamente legata e oggi è tornata libera, pronta a divorarci.
Ha dominato gli ultimi 25 anni, grazie alla subalternità ad essa da parte di gran parte dei prodiani e dei berlusconiani.
Ha fatto fallire tutti i progetti di decentramento e federalismo, che negli anni novanta avevano il consenso di due terzi della popolazione della Repubblica.
La bestia odia le nostre comunità locali, le nostre culture native, le nostre differenze, la nostra resilienza economica e sociale, il nostro rifiuto del neoliberismo.
Ci odia in quanto non abbiamo mai accettato di essere sufficientemente sudditi delle elite centraliste dominanti.
Ha ottenuto il controllo del processo di unificazione europea e ha prosperato sui guasti della globalizzazione. Tra elite centraliste italiane, europee e globali c'è una alleanza di fatto. Chi non la vede, è perduto!
Ha in ultimo conquistato l'egemonia culturale sulla sinistra con #Renzi (anche i se-dicenti antirenziani sono stati contagiati dalle sirene del centralismo), sul centro con #Salvini, sulla destra con la #Meloni.
Ebbene, non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo stare a guardare, subire passivamente, tanto meno arrenderci.
Lotteremo con tutte le forze e fermeremo i progetti di Renzi, della Lega di Salvini, di Fratelli d'Italia e di tutti i loro ascari.
Ne va della nostra buona vita locale, dei nostri beni ambientali e culturali, del futuro delle nostre famiglie, imprese e comunità.
Fermeremo la deriva italiana verso la Turchia e lotteremo per tornare a guardare verso la Svizzera, attaccati ai valori della Carta di Chivasso del 1943, della Costituzione, delle lotte anticolonialiste per l'autogoverno di tutti, dappertutto.




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