Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
domenica 26 novembre 2017
Verso una alternativa toscana?
Venerdì 24 novembre 2017, al circolo Il Progresso, a Firenze, si sono riuniti in assemblea i ribelli della sinistra toscana. L'incontro è stato convocato dal combattivo Tommaso Grassi, capogruppo a Palazzo Vecchio di Firenze Riparte A Sinistra, insieme con Giacomo Trombi, Donella Verdi, oltre ad altri esponenti dei circoli e dei movimenti della sinistra fiorentina, fra cui l'ex consigliere regionale Mauro Romanelli.
Perché c'è stata questa assemblea affollata, con oltre cento partecipanti?
E' stato un momento di rivolta in risposta alla crisi del processo di dialogo nazionale del Brancaccio, aperto dall'appello Falcone-Montanari.
Il processo popolare del Brancaccio aveva coinvolto partiti nazionali e movimenti locali, attivisti politici e centri sociali, ma è stato stroncato dalla decisione verticistica di tre piccoli partiti a sinistra del PD - MDP, SI e Possibile - di fare una loro lista unitaria, decisa da Roma, dal vertice. Una scelta che appare, alla base popolare fiorentina e toscana del Brancaccio e ai leader locali che hanno convocato la assemblea al circolo Il Progresso, una miope operazione di mera sopravvivenza politica degli attuali gruppi dirigenti.
A me pare che la comunità riunita venerdì sera sia in grado di contribuire a una vera alternativa democratica toscana, che è necessaria.
A moltiplicare, per esempio, le battaglie per il territorio come quella vincente di Sesto - senza con questo pensare che in politica sia necessario vincere sempre, per imporre una svolta politica e culturale.
Questa area alternativa, peraltro, è l'unica con cui siamo riusciti a dialogare profondamente su molti temi, in questo anno del dopo-referendum costituzionale, non ultime le conseguenze drammatiche dell'imposizione al paese del "Rosatellum-Fascistellum".
Oltre che con loro, ovviamente, dobbiamo cercare un dialogo con tante persone del civismo e con coloro che stanno partecipando ai Meetup dei Cinque Stelle (ma che sono liberi da ogni complesso settario), senza dimenticare che molte persone anche provenienti dal centro e dalla destra stanno aprendo la mente ai problemi posti dalla distruzione del territorio, allo smantellamento dei servizi pubblici universale, alle tendenze pericolosamente centraliste (e in definitiva autoritarie) che dominano a Roma e a Bruxelles.
Altrimenti che accadrà nei prossimi anni?
Andranno in parlamento dei deputati scelti solo dagli attuali vertici politici e continueranno a pioverci sulla testa leggi e provvedimenti sempre più tecnocratici e autoritari. La repubblica delle autonomie è in pericolo!
Andranno ai ballottaggi per l'elezione dei nostri sindaci toscani persone dei Cinque Stelle e delle destre, che forse riusciranno a battere i sindaci del "Sì". Si spera che siano brave persone, come è accaduto a Livorno, a Carrara, a Pistoia, ma essere brave persone in politica non basta.
Per coloro che si interessano più profondamente alla politica fiorentina e toscana, suggerisco di ascoltare almeno i primi 90 minuti della cronaca audio dell'intera assemblea, che è disponibile su Facebook a questo link:
https://www.facebook.com/tommasograssi85/videos/10214064810080475/?fref=mentions&pnref=story.
Intorno al 64 minuto (1:04') c'è anche il mio breve saluto.
Noi crediamo in una alternativa toscana.
Noi ci siamo e ci saremo.
Coraggio.
domenica 12 novembre 2017
Emergenza democratica - Impegno contro la banda dei quattro
L'imposizione alla Repubblica della legge elettorale detta Rosatellum-Fascistellum crea una emergenza democratica.
Renzi, Berlusconi, Salvini e Alfano si sono costituiti come una vera banda dei quattro che mira al rafforzamento del proprio potere oligarchico.
I quattro e tutti coloro che con essi si alleano sono corresponsabili di una drammatica degenerazione della vita democratica della nostra povera Repubblica italiana.
Non sono più possibili candidature locali.
Non sono più possibili candidature indipendenti.
I ribelli, gli anticonformisti, i dissidenti all'interno di ciascun partito non sono più ammessi, perché senza il consenso del capo non c'è candidatura.
I tempi e le modalità di presentazione delle candidature e delle liste sono tali da consentire solo a ristrette cabine di regia nazionali di partecipare alle elezioni.
Ovviamente le coalizioni sono finte e meramente elettorali, ma questa non è una novità.
La banda dei quattro non vuole alcuna competizione.
Nessuno dei quattro si preoccupa nemmeno più se arriverà primo o secondo, o terzo, o ultimo.
Essi si sono solo organizzati per rientrare nel prossimo parlamento italiano con una squadra di fedelissimi servitori politici, che dovranno solo a loro la propria elezione o rielezione.
Si perfeziona progressivamente la rovina già iniziata con il Porcellum e con l'Italicum. Non c'è più la possibilità per i cittadini di scegliere nulla: né un rappresentante locale, né una lista politica, né un candidato premier.
Di fronte a questa emergenza democratica è necessario che tutti seguiamo e appoggiamo i ricorsi urgenti che i Comitati per la democrazia costituzionale stanno portando avanti.
Ma non basta.
Tutte le forze che hanno combattuto il Rosatellum e che condividono gli ideali democratici che ci hanno unito nel NO alla repubblica centralista e autoritaria lo scorso 4 dicembre 2016 devono riflettere seriamente sulla possibilità di partecipare alle elezioni con forme di desistenza e di collegamento tecnico.
I Cinque Stelle, le forze della sinistra, l'area del Brancaccio, eventuali residuali gruppi di centro e di destra che si sono sottratti alla dittatura della trimurti Berlusconi-Salvini-Meloni, le liste civiche, le forze territoriali (queste ultime le più colpite dal Rosatellum-Fascistellum), devono seriamente porsi il problema di partecipare alle elezioni aiutandosi e collegandosi, nonostante tutte le loro diversità e le loro idiosincrasie, con la coscienza che le prossime elezioni politiche del 2018 sono un altro referendum.
Da una parte oligarchie soddisfatte e autoreferenziali, dall'altra una popolazione in larga maggioranza stanca e sfiduciata, che infatti, in maggioranza, rinuncia persino all'esercizio del voto.
La situazione è così grave che ci coglie drammaticamente impreparati.
Svegliamoci.
Non tutto è ancora perduto.
sabato 4 novembre 2017
La legge elettorale salva-oligarchi
Il presidente Mattarella ha promulgato ieri la nuova legge elettorale, nota come Rosatellum, ma anche come Fascistellum, Renzianellum, Tavernellum.
Si è così introdotto un sistema che rafforza ancora di più una oligarchia.
Funzionerà più o meno così.
Intanto la presentazione delle liste sarà semplice solo per le forze nazionali e verticali, già rappresentate nell'attuale parlamento dei nominati.
Nei collegi uninominali, poi, le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra potranno calare dall'alto candidati concordati fra i capi dei partiti maggiori, con qualche contentino per i capi dei partiti minori.
Il popolo di ciascun collegio uninominale, si dirà, potrò sempre respingere questi candidati imposti dall'alto e bocciarli... Sbagliato! Siccome quegli stessi paracadutati saranno anche presenti nelle liste bloccate della parte proporzionale, quelli più raccomandati ce li ritroveremo eletti lo stesso.
Al singolo elettore è lasciato solo un voto secco, uno solo per il senato e uno solo per la camera. Il voto disgiunto, che è possibile ovunque nel mondo ci siano sistemi misti in parte uninominali e in parte proporzionali, non è possibile.
Non ci sono tempi e modalità tecniche per rendere possibili le primarie, che ovviamente ai capi nazionali di queste coalizioni non interessavano affatto.
Non ci sono spazi per candidature indipendenti.
I ribelli e i dissidenti all'interno di partiti e coalizioni, saranno più facilmente esclusi.
Alle forze e alle liste locali è precluso l'accesso alla camera ed è reso drammaticamente più difficile l'accesso al senato.
Il nuovo sistema, in pratica, consentirà a pochissimi capi di decidere praticamente da soli i membri del futuro parlamento.
Nulla inoltre garantisce che le coalizioni non si sciolgano il giorno dopo le elezioni.
Il che significa che le forze più opportuniste, guidate da Renzi, Berlusconi, Alfano, con la complicità di Salvini e Meloni, ma anche di Pisapia e Boldrini, potranno:
- rientrare in parlamento anche se le loro liste dovessero andare male;
- governare in alleanza trasformiste anche se le loro temporanee coalizioni elettorali venissero sconfitte;
- rintuzzare ogni possibile novità politica che dovesse provenire dal basso.
Di fronte a questi meccanismi salva-oligarchia all'elettore insoddisfatto e ribelle non resta che un voto massiccio per le liste fuori da questo sistema: i Cinque Stelle, la Alleanza di sinistra, una possibile rete di forze autonomiste e locali.
Solo una partecipazione elettorale massiccia e un voto anti-sistema può far saltare questa degenerazione della repubblica italiana.
Ci stanno preparando un plebiscito, che ovviamente contano di vincere illudendoci che abbiamo la possibilità di scegliere fra Renzi e Salvini, fra Berlusconi e Pisapia.
Sapete cosa pensiamo?
Diamoglielo questo plebiscito, ma facciamo saltare il banco, votando in massa e votando solo per liste che siano fuori dal recinto dell'oligarchia.
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