(Fonte: El Mundo) |
La manifestazione di ieri a Barcellona, in ricordo delle vittime del terrorismo islamista, per la pace, contro ogni razzismo, contro ogni fascismo, è stata un momento solenne, un grande rito civile popolare, indimenticabile per chi era presente e anche per noi che lo abbiamo seguito da lontano.
A nostro parere, uno degli striscioni più importanti e significativi era quello che riportava una accusa netta: Filippo VI e il governo spagnolo complici del commercio d'armi (Felip VI i govern espanyol còmplices del comerç d'armes #NoTeniuVergonya). Lo riportiamo nella foto sopra.
Qua e là notiamo commenti infastiditi dal fatto che nella manifestazione siano esplosi i sentimenti repubblicani e indipendentisti della grande maggioranza del popolo catalano. Il re Filippo VI e il primo ministro spagnolo Rajoy sono stati fischiati e si è sentito anche il grido liberatorio: fora el Borbò (fuori il Borbone).
D'altra parte i legami dell'establishment monarchico, politico e militare spagnolo con le petromonarchie militariste e con il terrore e le guerre che esse finanziano, non possono più essere tenuti sottotraccia e suscitano un moto spontaneo di rivolta popolare che, speriamo, si diffonda per tutta la Spagna (e raggiunga anche l'Italia, la Francia, l'Inghilterra, in cui pure questi sporchi legami esistono).
Come abbiamo già avuto modo di scrivere su questo blog e su Twitter, la verità che sta davanti agli occhi di tutti, che i media conformisti non riescono più a tenere nascosta, è che i grandi stati del mondo non lottano contro il terrore, lo creano.
No oblidem (non dimenticheremo, in catalano).
Lotteremo contro la violenza scatenata nel mondo dai grandi stati.
I movimenti decentralisti di tutto il mondo, di cui gli indipendentisti catalani sono la punta di diamante, sono ancora guardati con sufficienza e diffidenza da troppi, anche negli ambienti che pure si autodefiniscono più aperti e progressivi. Eppure essi non sono dei folli sognatori, non sono dei pazzi retrogradi, non sono degli anti-europeisti, non sono dei nazionalisti sangue e solo.
Essi incarnano, al contrario, l'unica strada praticabile e ragionevole per dare alla globalizzazione un volto più umano, attraverso la moltiplicazione di piccoli stati democratici e inclusivi, a misura d'uomo appunto.
Noi preghiamo e lottiamo perché il prossimo 1 ottobre la Catalonia possa votare e sancire in modo indiscutibili una scelta repubblicana di autogoverno.
Sarà un passo avanti per il popolo catalano, per tutti i popoli e i territori d'Europa, per tutto il mondo.