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domenica 3 luglio 2016

I terroristi ricchi del Bangladesh


I media internazionale oggi ci hanno comunicato in modo estremamente semplificato la notizia che i terroristi di Dacca erano giovani ricchi e annoiati, che si sarebbero convertiti per sfuggire a un loro personale senso di vuoto.
Una tesi rassicurante, ne siamo coscienti, per le elite al potere in Bangladesh.
Ma tutto è un po' più complicato.
C'è una connessione fra il vivere in società investite da una modernità che produce sradicamento e ingiustizia, e il diventare estremisti radicali?
Sì, c'è, ma va studiata e analizzata seriamente, in ciascun territorio, insieme a tutte le radici, anche remote, della violenza politica e geopolitica.
L'estremismo riguarda la povertà, ma non investe, ovviamente, solo i poveri.
Anche le persone di classe media possono sentirsi fallite ed escluse dalla modernità, oltre che sentirsi investite di insane missioni, in nome e per conto dei loro "fratelli oppressi".
Anche tanti terroristi occidentali erano di buona famiglia.
Questo però non toglie attualità ed urgenza alla necessità di porre fine a guerre e ingiustizie.
Si raccomanda, ancora una volta, di studiare almeno Enzensberger: http://diversotoscana.blogspot.it/2015/01/the-radical-loser.html.
La violenza dell'ISIS e il proselitismo islamista non sono una conseguenza diretta dello sfruttamento delle masse lavoratrici, che pure esiste, ma non è questo il punto.
Molto più importante è il fatto che solo in società a misura d'uomo, inclusive, giuste, le comunità locali e le reti sociali possono prevenire l'esplosione del terrorismo, o lenire nel tempo le sue drammatiche conseguenze.
Il Bangladesh, con una popolazione che è tre volte quella italiana, costretta in un territorio che è la meta di quello del nostro paese, è un paese afflitto da drammatici problemi di inquinamento ambientale e disgregazione sociale.
Diciamocelo, da un paese come quello, la vera notizia non è l'esplosione della violenza, ma che ne sia esplosa ancora così poca.

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