Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 29 agosto 2010

Archivio - Quattro gatti toscani contro quattro pensionati sfigati

Il 29 agosto 2010 scrivo questo intervento, che, incredibilmente, viene pubblicato sul sito del partito, grazie alla correttezza di Francesco Felloni che, ancora per poco, è in quel momento responsabile della comunicazione del PDL pisano. So già che non ci saranno né congressi, né ripensamenti critici o autocritici, nella mia area politica, ma non per questo abbandonerò il mio impegno per migliorare concretamente la vita pubblica nella mia terra (Nota dell'A., martedì 7 dicembre 2010).


Noi, quattro gatti toscani interessati a un'alternativa civica e liberale per la nostra terra, abbiamo ancora uno specifico contributo da portare, fedeli a ciò che siamo sempre stati e a ciò in cui crediamo da sempre. Un contributo che consiste di quella nostra testarda volontà di contribuire a un nuovo spirito repubblicano, alla rivoluzione liberale, al completamento delle riforme federali, alla realizzazione di quella politica che amiamo definire, alla toscana, popolana e libertina nel senso che queste parole hanno nella nostra storia: difesa della nostra libertà e della nostra terra, dagli invasori, dai dittatori e dallo strapotere di tutte le caste, clero compreso.

Possiamo, dalla Toscana, sollevare temi che ci paiono importanti nella nostra regione, sui quali cominciare a fare qualcosa qui e ora, a partire dal nostro territorio e dalle nostre istituzioni regionali, ma che possono anche, speriamo, rappresentare un contributo al dibattito politico nazionale. Ne vogliamo suggerire intanto quattro: una massiccia e generalizzata possibilità di deduzione fiscale per incentivare spese e investimenti nella bellezza, nella sicurezza, nell'innovazione; l'abolizione delle province e delle prefetture; i collegi uninominali con primarie; la riforma del referendum.

Abbiamo bisogno, in Toscana, santuario di natura, cultura e arte, di incoraggiare con la leva fiscale i residenti, i proprietari, gli imprenditori della nostra terra, a impegnarsi per la bellezza, la promozione di cultura e innovazione, la sicurezza sul lavoro, la protezione dell'ambiente e dei beni culturali, il divertimento e la musica, l'accoglienza e il turismo. E' la direzione giusta in cui andare, per non rassegnarci al declino, scuoterci dall'arretratezza, far emergere il "nero" e combattere l'economia clandestina, lo sfruttamento degli immigrati, le morti bianche. Vorremmo trasformare in concreti passi politici e legislativi quell'ambizioso "scaricare tutto tutti" che è da tempo - da quasi vent'anni! - una rivendicazione degli artigiani e dei piccoli imprenditori toscani, partita da una coraggiosa iniziativa pratese, animata da Mario Tognocchi.

Non pretendiamo certo di stabilire noi se sia giusto abolire alcune grandi province del Nord. Ogni regione ha la sua storia e il suo territorio e sarebbe bene che decidesse da sé. Di certo la nostra Toscana, che si estende per poco più di 22.000 kmq e che ospita poco meno di 3.800.000 abitanti, non ha bisogno, fra i comuni e la regione, di alcun ente intermedio.
La Toscana può cominciare a trasformare in realtà il grande sogno liberale e federalista dell'abolizione delle province e delle prefetture. A chi dice che alcuni comuni ne avrebbero bisogno perché sono troppo piccoli per fare da sé, si risponda invitandoli a promuovere l'unificazione con i propri vicini. Accettiamo, per esempio, la sfida del comune unico per l'Elba.

La nostra regione è stata quella che per prima ha scelto di abolire le preferenze e di sperimentare le primarie. Accettiamo la sfida di andare avanti, non indietro, discutendo con il PD del presidente toscano Enrico Rossi di collegi uninominali, per la modifica della legge per l'elezione del nostro consiglio regionale. Cominciamo a ragionare anche su uno statuto pubblico dei partiti toscani - una idea da sempre cara ai nostri Paolo Amato e Alessandro Antichi - che preveda, in ciascuno dei collegi, un turno di primarie istituzionalizzate, attraverso cui ogni partito possa selezionare e ordinare i propri candidati. Con i collegi uninominali e le primarie ripristineremo il necessario rapporto diretto fra la cittadinanza e i suoi eletti, oltre che una sana competizione fra i leader naturali di ciascun territorio.

Ci crediamo davvero nella sovranità del popolo? Sì, è davvero possibile, in questo tempo benedetto dalla moltiplicazione delle possibilità di comunicazione e confronto, dall'allargamento e del rimescolamento delle elite, dalla messa in discussione di privilegi e pregiudizi, che il popolo possa esercitare la propria sovranità sulla politica in modo più diretto, soprattutto al fine di ridimensionarla, ridurne i costi, rendere la nostra vita meno dipendente da essa. Per restituire sovranità e libertà al popolo, non facciamo mancare il nostro impegno per una rinascita, senza trucchi e senza quorum, dell'istituto del referendum.

Vogliamo fare qualcosa, insieme, per superare di slancio l'equivoco di questi anni di transizione, in cui i vertici della politica italiana - non solo quelli del PDL - hanno costituito una opaca piramide a cui possono accedere "quattro pensionati sfigati", mentre ai cittadini comuni, come noi, non si risponde più nemmeno al telefono, né a una mail.

Il presidente Berlusconi non ha bisogno di un partito tradizionale, ne siamo convinti. Nemmeno ha bisogno, però, della corte di cui ci appare circondato. In attesa che siano azzerate le reggenze che da due anni impediscono al PDL di diventare un organismo popolare, partecipato, governato dai suoi elettori, noi, nel frattempo, abbiamo bisogno di fare una buona politica toscana, fatta dai Toscani, per la Toscana, partecipata, plurale, aperta, inclusiva.

Non è stato Berlusconi o qualcuno dei suoi luogotenenti, bensì siamo stati noi a realizzare in Toscana le prime storiche alternanze e a porre fine al sessantennio dell'egemonia della vecchia sinistra. Abbiamo dimostrato molti limiti, certo, ma visto che tutte le decisioni arrivate troppo da lontano e troppo tardi si sono rivelate sistematicamente rovinose, è meglio continuare a sbagliare da soli.

Nei prossimi confronti non avremo più di fronte la vecchia sinistra, ma una sinistra e un Partito Democratico rinnovati, che sono, sul nostro territorio, molto meno in crisi di quello che appaiono sulla scena nazionale. Tocca ancora a noi, allora, partendo ognuno dal proprio comune e dal proprio territorio. Lasciamo correre i nostri campioni locali. Scommettiamo sulla nostra gente. Facciamo da noi, senza aspettare che Arcore, Roma, Firenze o altri decidano per noi, dall'alto o da altrove.


Mauro Vaiani

Confronta:
http://www.pdlpisa.it/?p=7842
(acceduto il 7 dicembre 2010)

sabato 14 agosto 2010

Siate maschi, o almeno signore, alla Lecciona

Un anno fa, questo mio articolo su Gaymagazine, su ciò che possiamo fare, ciascuno di noi, per proteggere la Lecciona (Nda, 14/8/2011).


Per molti di noi la Lecciona non è solo una spiaggia, è casa nostra.
Stiamo parlando di quel piccolo paradiso toscano, che inizia dalla pineta di Levante di Viareggio, stretto fra il mare e Viale dei Tigli, largo quasi due chilometri, lungo quasi cinque, che arriva fino alla marina di Torre del Lago. Conosciuta anche come Macchia Lucchese, la Lecciona è sotto la protezione del Parco naturale di Migliarino - S.Rossore - Massaciuccoli. Appartiene al comune di Viareggio, che, fra l'altro, cura la raccolta della spazzatura nella spiaggia e la fa sorvegliare da alcuni vigili a cavallo.
La spiaggia libera della Lecciona è una delle più belle della Toscana, benedetta da una vista mozzafiato sulle Apuane. Il bosco è attraversato da sentieri che consentono straordinarie passeggiate al fresco. Su Viale dei Tigli si può parcheggiare gratuitamente e all'ombra. E' la casa per tutti, famiglie, giovani, anziani, turisti, amanti della natura e degli animali. E', in modo assolutamente particolare, una casa per il nostro mondo queer.
Sono bastati pochi anni un pochino più piovosi, e un saggio intervento del Parco per ripristinare alcuni stagni, perché la Lecciona diventasse, se possibile, ancora più lussureggiante e piena di vita.
Quest'anno, più ancora che negli anni precedenti, farfalle e libellule dai colori sgargianti volano fin su la riva del mare.
E' casa nostra, il posto dove possiamo camminare, nuotare, prendere il sole, giocare, persino fare l'amore, nascosti fra le dune, all'ombra dei pini e dei lecci.
Casa Lecciona, però, ha bisogno di noi.
Ha bisogno che tutti noi che la frequentiamo, la viviamo, la amiamo, facciamo la nostra parte, perché sia conservata nel tempo, per quanto possibile migliorata e consegnata intatto alle generazioni future.
GayMagazine, insieme ad altri, fra cui dobbiamo citare la brava Letizia Tassinari, ha dato il suo contributo, negli ultimi mesi, perché questo nostro patrimonio scampi ai pericoli del degrado. Abbiamo sollecitato in proposito Luca Lunardini, il sindaco di Viareggio, e Giancarlo Lunardi, presidente del Parco, trovando in loro degli interlocutori attenti. Lo faremo ancora in futuro, perché la sorveglianza sia più visibile e perché, banalmente, aumentino i punti di raccolta della spazzatura che, per esempio e purtroppo, mancano lungo tutto Viale dei Tigli.
Tuttavia non possiamo aspettare sempre che siano gli altri, dall'alto, da altrove, a muoversi.
Dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra terra.
Dobbiamo essere, in prima persona, dei veri uomini, oppure, se preferite, delle vere signore, per amore della nostra casa Lecciona.
Il materiale spiaggiato, i tronchi soprattutto - quest'anno portati in abbondanza dalle grandi piene del Serchio - sono stati in parte lasciati dalle autorità, perché contribuiscono al rafforzamento delle dune, ma noi possiamo dare una mano a raccoglierli a mucchietti, per rendere la spiaggia più praticabile e godibile.
Bisogna camminare seguendo i sentieri, per non distruggere la delicata vegetazione delle dune e per danneggiare il meno possibile il sottobosco.
Si deve fare attenzione a non disperdere nessun tipo di rifiuto. Nemmeno le cicche delle gomme, che sono praticamente indistruttibili, lo sapevate?
Coloro che fumano si portino via i mozziconi delle loro sigarette, i cui filtri sono velenosi per gli animali e impiegano decenni a biodegradarsi.
Nessuno vada in spiaggia, senza portarsi dietro almeno un sacchetto di plastica per i propri rifiuti. Se potete, portate via anche quelli dimenticati dalle persone maleducate, irrispettose, sporche, che purtroppo non mancano.
Anche nel fare i propri bisogni, occorre garbo, specie d'estate, quando siamo in tanti. Una pisciatina contro un albero non fa certo male a nessuno, ma per quanto riguarda le feci nostre e quelle dei nostri animali, cerchiamo di lasciarle in luoghi appartati e magari seppelliamole.
Dopo aver fatto l'amore, non costa nulla raccogliere e portare via preservativi e fazzolettini usati. Soprattutto non dimenticate le bustine delle confezioni dei condom, che sono indistruttibili!
Attenti ai fazzoletti di carta, lo ribadiamo! Cercate di abbandonarne per terra il meno possibile. Sono il frutto di una lavorazione industriale, ci mettono del tempo a biodegradare e sono davvero brutti a vedersi.
Questo è il nostro appello: siate generosi, siate rispettosi, siate maschi, a casa Lecciona.
Attraverso la natura, la fortuna, la Provvidenza forse, sarete ripagati, statene certi.
Buona festa dell'Assunta, buona Santa Maria, buon Ferragosto!

Mauro Vaiani


Fonte: http://gaymagazine.it/2010/08/14/siate-maschi-o-almeno-signore-per-amore-della-lecciona/ (acceduto il 14/8/2011)

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