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sabato 21 marzo 2020

La vergogna delle mascherine



I grandi errori del centralismo italiano, che in tempi normali paralizza e in tempi di emergenza uccide, sono ben rappresentati dalla cronica carenza delle mascherine e di tanti altri preziosi dispositivi di protezione individuale.

A tre mesi dallo scoppio dell'emergenza coronavirus, la nostra Repubblica, che è la seconda potenza manifatturiera del continente europeo, non ha ancora una produzione interna adeguata (le importazioni sono ovviamente difficili, in tempo di crisi, e questo lo si sa dall'inizio).

Girano in rete piagnistei paranoici (contro la Germania, la Francia, la Turchia) che ci avrebbero impedito di approvvigionarci. Oppure girano peana servili nei confronti della Cina (che sì, ora ci sta mandando degli aiuti e gliene siamo grati, ma da qui a considerarla un "esempio" ce ne corre).

Da dove origina la Caporetto delle mascherine in Italia?

Ce lo ha rivelato il governo stesso, con il suo recente DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18 , contenente "Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. (20G00034) (GU n.70 del 17-3-2020 - Entrata in vigore del provvedimento: 17/03/2020).

La lettura dell'articolo 15 del decreto (Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale) è semplicemente agghiacciante. 

Riassumiamo in parole semplici: sono tre mesi che non riusciamo ad approvigionarci di mascherine e di dispositivi di protezione individuale perché le nostre autorità centrali, in particolare AIFA e INAIL sono rimaste paralizzate da procedure farraginose, che finalmente il governo si è deciso a SOSPENDERE. 

Sì, avete letto bene: anche in questo campo, come in molti altri, la stratificazione di norme scritte con arroganza da persone irresponsabili, la lontananza dai territori (dalla vita!) dei vertici centralisti, la incapacità del nostro sistema politico (troppo verticale e in definitiva autoritario), ha paralizzato le industrie, i commercianti, gli ospedali, le unità operative comunali della nostra protezione civile.

Leggete, fatevi la vostra idea, rabbrividite, se vi scorre ancora un po' di sangue nelle vene:

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Art. 15 (Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale) 

1. Fermo quanto previsto dall'articolo 34 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, per la gestione dell'emergenza COVID-19, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, e' consentito produrre, importare e immettere in commercio mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale in deroga alle vigenti disposizioni
2. I produttori e gli importatori delle mascherine chirurgiche di cui al comma 1, e coloro che li immettono in commercio i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all'Istituto superiore di sanita' una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilita', attestano le caratteristiche tecniche delle mascherine e dichiarano che le stesse rispettano tutti i requisiti di sicurezza di cui alla vigente normativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione le aziende produttrici e gli importatori devono altresi' trasmettere all'Istituto superiore di sanita' ogni elemento utile alla validazione delle mascherine chirurgiche oggetto della stessa. L'Istituto superiore di sanita', nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza delle mascherine chirurgiche alle norme vigenti
3. I produttori, gli importatori dei dispositivi di protezione individuale di cui al comma 1 e coloro che li immettono in commercio, i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all'INAIL una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilita', attestano le caratteristiche tecniche dei citati dispositivi e dichiarano che gli stessi rispettano tutti i requisiti di sicurezza di cui alla vigente normativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione le aziende produttrici e gli importatori devono altresi' trasmettere all'INAIL ogni elemento utile alla validazione dei dispositivi di protezione individuale oggetto della stessa. L'INAIL, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato nel presente comma, si pronuncia circa la rispondenza dei dispositivi di protezione individuale alle norme vigenti. 
4. Qualora all'esito della valutazione di cui ai commi 2 e 3 i prodotti risultino non conformi alle vigenti norme, impregiudicata l'applicazione delle disposizioni in materia di autocertificazione, il produttore ne cessa immediatamente la produzione e all'importatore e' fatto divieto di immissione in commercio.  

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Buona quarantena e buona primavera a tutti coloro che credono nel decentralismo, nel pluralismo, nelle autonomie sociali e territoriali, che sono l'unica strada possibile per ricostruire una economia umanistica e una politica a misura di persone umane.


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