venerdì 27 agosto 2004
Ieri sera al centro civico di Torre del Lago Puccini,
fra le delusioni di una stagione andata malissimo,
le risse interne ai burosauri della sinistra,
il rancore diffuso in un paese in cerca di riscatto,
si accende una piccola luce:
l'intervento di Mario Pistoia, 60 anni, giornalaio
Il giornalaio di Torre del Lago
Antefatto: basta con la musica per strada
Sabato 21 agosto 2004 un'ordinanza della polizia municipale di Viareggio intima ai locali più popolari della marina di Torre del Lago di sospendere ogni tipo di attività musicale. Si sono superati i limiti acustici di legge e la confusione disturba la riproduzione della flora e della fauna del parco di Migliarino e San Rossore, di cui le dune e le pinete di Torre del Lago fanno parte.
Poiché la musica e la possibilità di ballare liberamente per strada, sono da anni il principale motivo che spinge migliaia di persone a passare le notti dei finesettimana su quel lungomare, ciò significa la fine anticipata della stagione; un mese di lavoro perso per più di cento stagionali; danni economici difficilmente calcolabili ma non indifferenti in una stagione turistica che già è stata magra; un futuro incerto per decine di imprenditori che proprio in questi ultimi anni e sull'onda del successo della musica liberamente ballata per strada, in accordo con il parco e con il comune, hanno investito in nuovi locali sulla Marina, indebitandosi e accollandosi mutui decennali.
Se a tutto questo si aggiunge che uno dei locali chiusi è il famoso MamaMia, bastano poche ore a tutti i burosauri che tengono in pugno la Versilia da 60 anni, per capire che forse stavolta l'hanno fatta troppo grossa per passarla liscia. Il MamaMia è il punto di riferimento italiano (ma noto ormai anche oltre le frontiere della repubblica) per la variegata comunità glbtf. La sigla indica: le persone gay, lesbo, bisex, transessuali, nonché tutti gli "f", cioè i "friends", gli amici del variegato mondo arcobaleno. Una piccola ma combattiva parte delle folle che invadono il lungomare di Torre del Lago le notti dei sabati estivi non sono semplici "giovani", ma proprio loro, persone irrimediabilmente e irriducibilmente "diverse".
Come è ovvio attendersi da una comunità minoritaria che ha pochi punti di riferimento e poche "aree franche" in cui ritrovarsi, i gay, le lesbiche e i loro amici vivono questa chiusura come una minaccia e una discriminazione e, sin dalle prime ore del mattino della domenica 22 agosto, i "diversi" si rivoltano. Partono proteste, maratone di messaggi via sms e posta elettronica, appelli ai giornali e a tutte le autorità locali.
E' a rischio l'intera operazione, in cui pubblico e privati investono da anni, ben conosciuta come Friendly Versilia: il tentativo di fare di Torre del Lago una mecca del turismo gay, attraente, divertente e trasgressiva come le famose, o famigerate, Mykonos e Sitges, ma ben integrata negli eventi ricreativi, culturali e musicali che rendono famosa la Versilia nel mondo. Un punto di riferimento per i "diversi", uomini e donne che sono ovviamente single e che raramente hanno dei figli, capace di convivere con il tradizionale turismo delle famiglie della Toscana e del Nord che possiedono o affittano una casa nelle isole residenziali che costeggiano tutta la Versilia, a partire dalla stessa Torre del Lago.
L'ordine nasce dalla libertà: la testimonianza di Mario Pistoia
Giovedì 26 agosto 2004, al centro civico di Torre del Lago Puccini, in un'assemblea pubblica indetta dal consiglio circoscrizionale, uno dei primi a prendere la parola è Mario Pistoia. 60 anni ben portati, aspetto paterno, voce pacata. Di mestiere fa il giornalaio a Torre del Lago. Interviene come rappresentante di un gruppo di esercenti della zona. Il suo intervento, che qui riportiamo con libertà ma certi di restargli fedeli nello spirito, è come una luce nell'oscurità.
Ricorda a tutti che la marina di Torre del Lago è stata rinnovata da tanti imprenditori che hanno contratto mutui e fatto investimenti sulla base di piani che sono stati concordati con il parco e con il comune e che la sola frequenza giornaliera ai bagni e alle spiagge libere non è sufficiente a creare il giusto ritorno ai sacrifici fatti.
La stagione strettamente balneare è breve alla marina di Torre come in tutta la Versilia. Le famiglie vengono per periodi sempre più corti. I vecchietti affezionati al borgo lentamente ma inesorabilmente scompaiono.
Le migliaia di ragazzi che vengono a divertirsi la notte sul lungomare, invece, sono un patrimonio immenso. Li guardiamo un po' sconcertati a volte, per i tatuaggi, per i piercing, per le canne e le troppe bottiglie in mano. Poi ci parliamo e sentiamo che sono studenti di medicina e di ingegneria in pari con gli esami, lavoratori puntuali e impegnati, parecchi fidanzati che presto si sposeranno e metteranno su famiglia. Dal pubblico scappa una battuta: magari non tutti si sposeranno e avranno figli... Risate, applausi.
Forse quando abbiamo rinnovato la marina, continua Mario, non ci aspettavamo queste nottate piene di gioventù, ma non sono certo il parco o il comune o la polizia a poter decidere dove la gente deve andare.
Questi giovani sono il nostro futuro. Vengono a passare qualche notte qui e intanto conoscono il nostro mare, le dune, la bellezza sempre sorprendente della spiaggia libera della Lecciona. Si affezionano. E torneranno, magari comprando e affittando case, quando ne avranno la possibilità. Come è successo in questi anni, in cui sono stati proprio questi giovani così strani a ripopolare Torre del Lago, che era in un declino che sembrava senza speranza.
Chiudere i locali? Fatelo, se credete, dice Mario. Lui licenzierà sei ragazzi che avrebbero dovuto stare un altro mese a fare la stagione con lui. Sono universitari che lavorano per mantenersi agli studi. Questo sarebbe l'obiettivo del comune, del parco, dell'ARPAT?
Il parco ci voleva costringere a fare tutti ristorantini, dei mortori magari di classe e con pochi clienti, ma poi chi avrebbe dovuto frequentarli, con questi chiari di luna e con questi prezzi?
E' chiaro che non tutti i locali della marina possono trasformarsi in disco bar o discoteche, ma lasciamo che sia la fantasia dei gestori e la concorrenza a stabilire una differenziazione e la giusta quantità dell'offerta.
La musica per strada è un divertimento economico e semplice. Può darsi che debba cominciare più tardi, perché i ristoranti possano lavorare prima che il viale diventi troppo affollato, ma anche questo viene da sé, i ragazzi arrivano tardi e comunque arrivano quando vogliono.
E nella notte, poi, gli si deve dare sfogo. Fanno molti chilometri, fanno una bella fila per entrare alla marina, fanno fatica a parcheggiare, spendono 5 Euro per lasciare la macchina. Quando iniziano a ballare magari è già l'una. Perché si vuole mandarli via alle due o alle tre? E poi perché dobbiamo mandarli via tutti insieme, creando automaticamente un grande ingorgo e tantissima confusione tutta insieme? Tutta la notte dovrebbe andare la musica, magari sempre più bassa con l'avvicinarsi dell'alba, incoraggiando la folla a defluire lentamente e gradualmente.
Di nuovo applausi dal pubblico del centro civico.
Abbiamo sempre pensato al futuro economico del nostro paese come a un tutt'uno, riprende Mario, il lago, il borgo e la marina dovevano restare uniti e godere tutti di un'eventuale ripresa.
Abbiamo voluto l'anfiteatro per la musica, il museo di Puccini, l'abbellimento del borgo, la pulizia delle pinete e delle spiagge, la protezione del mare. Ci siamo impegnati per tutto questo e ora perché non dovremmo riuscire ad ospitare nel modo giusto questi ragazzi che vengono a ballare nei finesettimana per un paio di mesi l'anno?
Certo, dobbiamo darci da fare. Dovremmo finalmente ottenere che il collegamento della marina con l'Aurelia sia completato, in modo tale che il borgo non sia più minacciato dal traffico nelle notti dei sabati più affollati.
La marina, le strade centrali del borgo, la strada del lago dovrebbero essere, sulla base di calendari semplici e chiari per tutti, pedonalizzate nei momenti di maggiore affluenza, per far stare tutti a passeggio e a divertirsi con tranquillità. Dovremmo fare dei bei parcheggi all'ingresso del nostro paese e avere delle navette che portino la gente a ballare alla marina tutta la notte, ma anche la gente all'opera sul lago, ma anche alle feste e alle iniziative che si fanno nel borgo.
Abbiamo bisogno di presenza delle forze dell'ordine, che devono essere sempre visibili e vigilanti.
E il parco, si sente mormorare in sala, dovrebbe occuparsi del cuore delle pinete, della pulizia del sottobosco e dei sentieri, della sorveglianza giorno e notte, non delle scartoffie e delle chiacchere sul rumore o sui gay o sugli etero che vanno a ballare. I dipendenti del parco si dovrebbero vedere in giro a pulire e a sorvegliare, non solo quando c'è da mettere i bastoni fra le ruote alla gente che lavora e che cerca di arrivare a fine stagione con il meritato guadagno. Già, si sente ancora dire in sala, il parco dov'era quando hanno costruito la Coop? E quando ci sono le feste dell'Unità? Quei burocrati, come tutti i burocrati, si muovono bene nel casino delle leggi e leggine e le applicano a comando a seconda che tu sia loro amico o avversario.
L'ordine viene dalla libertà, conclude Mario. Poche regole chiare, condizioni di eguaglianza per tutti gli operatori economici, presenza e vigilanza quando serve, rispetto per tutti. E che si possa tranquillamente lavorare e ci si possa liberamente divertire, finché si può.
Una luce nell'oscurità
Mario Pistoia parla molto di più dei cinque minuti che erano stati previsti per ciascun rappresentante degli interessi economici e sociali della comunità, parla da vecchio torrelaghese e da persona di buon senso, pacata, che ama la libertà e il lavoro.
Illumina una serata che si preannunciava grigia e cupa. Oscura persino la concretezza e la semplicità con cui pure aveva parlato il sindaco Marcucci, che certo non è un diessino doc (infatti il suo partito non lo ha mai molto amato e lo ha escluso da una carriera toscana o nazionale) e che è stato colto di sorpresa dall'improvviso attivismo dei suoi funzionari.
Come sembrano lontane, viste dall'edicola di Mario, le ARPAT e gli Enti Parco, gli uffici comunali e regionali, con tutte le loro leggi e regolamenti applicati a singhiozzo, i loro controlli sempre incompleti, i loro provvedimenti incoerenti e arbitrari, i loro dirigenti irresponsabili e incontrollabili di fronte alla comunità, i loro altissimi costi di gestione del nulla più assoluto.
Nel corridoio, ai margini dell'assemblea, scambiamo due parole con Paolo Spadaccini, consigliere comunale dell'UDC, che ci spiega come sia stata una iniziativa sua e del suo partito a scatenare il casino. Una loro protesta di inizio agosto, ha prodotto, a fine agosto, quando i funzionari di turno sono tornati dalle ferie, ovviamente, un gran bel casino. Certo che se ci fosse stato davvero un pericolo ambientale serio, un mese di ritardo dalla segnalazione sarebbe criminale... Ma è ovvio che il pericolo ambientale non c'era, o meglio, non c'era più del solito... Il parco non fa praticamente mai nulla per salvaguardare le pinete e la splendida spiaggia della Lecciona dagli abusi che ovviamente ci sono, di giorno con i fiumi di persone che vanno al mare, forse più che la notte quando è solo la strada a riempirsi di macchine e persone.
E non c'è nemmeno, mi ribadisce fermamente Spadaccini, alcun atteggiamento antigay. I gay sono figli e fratelli di tutti, sono in tutte le famiglie, di destra e di sinistra. I loro soldi li spendono nei negozi di tutti.
Se ci sono eventuali rancori e prudori, notiamo noi, contro la diversità e contro forme diverse di vita e di spiritualità, questi sono un rumore di fondo che si produce e si sente dappertutto, sia a sinistra che a destra. Anzi, vista l'egemonia che esercita la sinistra in Toscana, sarebbe il caso che si cominciasse a guardare cosa succede, di fronte alle vere differenze, nelle sue case del popolo e nelle sezioni dei suoi partiti.
L'UDC di Spadaccini porta a casa un solo vero risultato politico: catalizzare l'insofferenza del popolo verso gli atteggiamenti, ritenuti rigidi, parziali e arbitrari, delle autorità del parco, nei confronti di tanti proprietari e imprenditori. Soprattutto, si intuisce, quelli che non sono del giusto colore politico.
Questa insofferenza si percepisce, è palpabile, anche in questa sera a Torre del Lago, anche dopo che il cuore ti si è aperto dopo aver ascoltato Mario Pistoia.
E' il rancore profondo di tanti residenti di Torre del Lago - ed anche dei proprietari di seconde case che vengono per venti, o trenta giorni l'anno, o poco più - nei confronti del comune, del parco, di tutte le burocrazie.
E non c'è da stupirsi. Torre del Lago Puccini, un borgo assolutamente bello e denso di attrattive, lo attraversi, lo frequenti e capisci che con poco, se fosse amministrato meglio, potrebbe essere cento volte più curato, più attraente, più ricco.
Il rapporto fra Torre del Lago e il comune di cui fa parte, Viareggio, è storicamente conflittuale. Si esprime politicamente nel fatto che il borgo non ha mai avuto le maggioranze di sinistra bulgare che invece ci sono a Viareggio. Non è mai stato egemonizzato dalla sinistra. Si esprime amministrativamente nel semplice fatto che Torre del Lago non ha ricevuto mai da Viareggio le infrastrutture, le piazze, le strade, la cura che avrebbe meritato.
La battaglia dell'autonomia, i referendum per separare Torre del Lago da Viareggio e costituirla in un libero comune autonomo, sono stati sin qui persi. L'ultimo referendum, quello celebrato insieme alle elezioni europee e amministrative, è stato perso perché è stato vissuto come un referendum fra la sinistra buona di Viareggio e del sindaco Marcucci e la destra cattiva di Torre del Lago e del presidente della circoscrizione, Athos Pastechi, di Forza Italia.
Nella partita del referendum il variegato mondo gay ha fatto la sua parte: ha massicciamente votato e fatto votare per il no all'autonomia. Convinti di votare per una Viareggio filogay e contro una Torre del Lago presunta antigay, hanno portato acqua al mulino dell'egemonia delle burocrazie dominanti. Forse, dopo essersi visti chiudere i locali all'improvviso dai loro presunti protettori, esattamente come altri imprenditori di centrodestra si vedono continuamente molestati dalle burocrazie dell'inamovibile sinistra toscana, in futuro avranno occasione di riflettere e di cominciare a porsi i problemi più laicamente.
Tutti all'edicola di Mario Pistoia
La vicenda dei locali di Torre del Lago, mentre chiudiamo questa testimonianza, sembra essere tornata nell'alveo del buon senso e della cooperazione.
Non verranno più chiusi, o meglio: verranno provvisoriamente riaperti.
Si addice di più questa eterna provvisorietà del diritto di lavorare e di divertirsi, a questa sinistra egemone della Toscana che non ha mai veramente molto amato né la libera impresa, né tutto ciò che non può controllare.
Non abbiamo chiesto a Mario Pistoia quali siano le sue convinzioni spirituali e politiche più profonde, né cosa pensi delle tante forme di turismo che invadono il suo paese, né come giudichi i gay. Anche perché siamo fermamente convinti che non li giudichi affatto...
Ci è bastato sentirlo parlare, per invitare tutti ad ascoltare la sua voce, la più profonda e più toscana che abbiamo sentito quest'anno: la voce del buon senso, della voglia di fare le cose bene e con zelo, l'amore per il buongoverno, le tradizioni e le libertà di tutti.
Andiamo tutti, di destra o di sinistra, più spesso alla sua edicola e cerchiamo di riconoscerci di più nei valori e nelle aspirazioni che lui ci ha testimoniato.
a cura di Mauro Vaiani (vaiani@unipi.it )
Fonte: http://www.toscanalibertaria.org/cammino/2004-08-27-giornalaio-torre.html (ultimo accesso 11/08/2011)