Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 11 agosto 2003

Una lista euroscettica?

Mauro Vaiani, 2002
Corrispondenza con Ida Magli, luglio-agosto 2003. Una discussione sul "che fare", contro l'eurocrazia, in vista delle elezioni europee del 2004 (Nda di mercoledì 23 marzo 2011).


 

 

 

 

Appello a Ida Magli per una lista euroscettica


Da: Mauro Vaiani, Pisa


Pisa, lunedì 11 agosto 2003
Gentilissimi
Ida Magli
Giordano Bruno Guerri
"Associazione Italiani Liberi"


Cara Ida Magli,
caro Giordano Bruno Guerri,

penso che sia arrivato il momento di cominciare a organizzare una lista euroscettica per le elezioni europee del 2004. Scrivo a voi e a Italiani Liberi, perché penso che siate abbastanza incoscienti, disinteressati e autorevoli per farvi carico di una tale iniziativa.

Faccio parte di un gruppo di studio che si chiama Toscana Libertaria, che ha fra le altre cose pubblicato (su http://www.toscanalibertaria.org/cammino/ ) un primo appello a promuovere una iniziativa euroscettica in Italia proprio in contemporanea con la conferenza intergovernativa che dovrebbe varare la nuova cosiddetta Costituzione europea.

Alleate, federate e pacificate i cattivi di cui l’Italia pullula, i libertari, gli autonomisti, i pazzi innamorati dell’autogoverno comunale toscano, gli eterni dissidenti di ogni partito e fazione, gli insoddisfatti e i diversi di ogni comunità della repubblica.

Prendete questa iniziativa e dateci la soddisfazione di poter esprimere nel voto europeo un voto sanamente e finalmente euroscettico.

Per l’ironia che segna, provvidenzialmente, la vita umana, proprio il voto europeo è il più libero (o il meno condizionato) dalla dittatura del politicamente corretto, dal coro uniforme e grigio della ragion di stato e d’Europa, dai buonismi e dai conformismi.

E’ il voto che la partitocrazia ha voluto e conservato ultraproporzionale per celebrare la necessità delle proprie fazioni e delle proprie cricche. Ma la relativa “ininfluenza” dei suoi risultati sulla vita quotidiana lo ha trasformato in un momento di strana libertà. Una libertà effimera, per noi schiavi di questa repubblica irreformabile, praticamente uno sfogatoio. Ma forse non del tutto utile. Gli Italiani non hanno forse già usato in passato il voto europeo per dare segno di vitalità e di incoscienza? Lo abbiamo usato nel 1989 per premiare un politico cupo ma che ci sembrava meno avido, Berlinguer. Nel 1989 abbiamo dato respiro a movimenti ecologisti e antiproibizionisti che ci sembravano necessari per immaginarci un po’ meno schiavi delle tecnocrazie e delle narcomafie. Nel 1994 abbiamo usato il voto europeo, più ancora del voto politico, per premiare un Berlusconi che sembrava thactcheriano e liberista. Nel 1999 abbiamo usato la scheda elettorale europea per esprimere stima e sostegno personale a una Bonino un po’ mitizzata e virtuale, ma senz’altro competente e libertaria.

Forse il 2004 potrebbe essere il momento in cui gli abitanti di questa nostra repubblica diranno, in una percentuale significativa, che il tiranno impersonale di Bruxelles, l’onnipotente, pervasiva, irresponsabile e nociva eurocrazia deve finalmente essere fermata. A mio modesto parere, anche strappare un solo seggio sarebbe un successo, in questo paese dove abbiamo sempre detto sì all’Europa e a tutto il peggio che attraverso l’idea di Europa ci è stato contrabbandato.

Nel Parlamento non mancano singoli ribelli un po’ pazzi da cui farsi prestare un simbolo. Alleiamoci anche con il diavolo, ma facciamola, una benedetta lista euroscettica. A volte i grandi meccanismi che stanno per divorarci, si fermano gettando fra gli ingranaggi un solo sassolino che ci era rimasto noiosamente nella scarpa per anni.

Facciamolo, per sfuggire al nostro destino di essere trasformati in cinici coloni indifferenti al destino della nostra terra. Capisco che siamo stati dislocati dall’industrialismo, ridotti a sudditi dalla dittatura di partiti e sindacati, resi ignoranti dalla scuola di massa, meridionalizzati da decenni di stato centralizzato e clientelare... Creature, un po’ meno umane di quanto la dignità per cui siamo stati creati richiederebbe, che oscillano senza tregua fra la servitù e la licenza... Ma tornare a difendere le nostre tradizioni e libertà, sperare nella forza incomprimibile delle nostre diversità, lottare per i nostri gruppi, i nostri borghi, rialzare la testa, è possibile. Vale la pena.

Buon lavoro e, spero, a presto.

Mauro Vaiani





Risponde Ida Magli

L’interrogativo se convenga oppure no presentare una propria lista alle Europee, magari insieme ad altri, assilla gli Italiani Liberi da molti anni. Personalmente sono contraria, e insieme a me anche il Consiglio Direttivo, per i motivi che esporrò subito. Ma il problema è troppo importante per non discuterne, quindi il nostro Sito è aperto alla discussione per tutti quelli che vorranno parteciparvi senza limite di argomento e di polemica.

Sintetizzo qui al massimo i motivi del No:

• I costruttori dell’Unione Europea, sapendo che il progetto poteva riuscire soltanto mettendo a tacere qualsiasi voce contraria, si sono inventati il nome da dare agli eventuali oppositori: “euroscettici” (che io non accetto) perché così non figurano come contrari, ma come al di là di un giudizio, del tipo: non ci credo ma stiamo a vedere.

• Le liste euroscettiche sono finanziate da Bruxelles (ossia con i soldi di tutti i cittadini dell’ Unione con assoluto disprezzo di quel minimo di regole che esistono nei singoli Stati per il finanziamento dei Partiti) tanto che pubblicano già da molti anni una Rivista (si chiama These Tides cui sono abbonata fin dall’inizio della mia battaglia contro l’Europa perché non avevo ancora capito fino in fondo a quali limiti di cinico inganno fossero attestati i governanti nel costruirsi l’Impero) e che figura ridicolmente stampata a Bruxelles.

• In realtà le liste euroscettiche non possono fare nulla contro le strutture dell’Impero. Prima di tutto perché, partecipando al Parlamento, ne riconoscono la validità, la legittimità. L’Unione Europea invece non è legittima perché costruita dai governanti, fuori dalla Costituzione dato che nessuna Costituzione potrebbe avallare la perdita della libertà, della sovranità, dell’indipendenza economica, giuridica, territoriale. Queste sono state sempre ed esclusivamente le condizioni punitive imposte, dopo una guerra, dal vincitore al vinto perché sono, appunto, “la resa senza condizioni”.

• Alcuni Stati: Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, godono di una situazione particolare solo ed esclusivamente perché ci sono stati al loro interno, fin dall’inizio, dei governanti e dei Partiti contrari all’Unione Europea, e che hanno perciò messo delle clausole alla firma dei Trattati: poter far parte dell’Unione senza aderire alla moneta unica è la principale clausola, subordinandola comunque al giudizio dei cittadini tramite referendum. Per questo il recente referendum svedese ha avuto tanta risonanza: alcuni Partiti, come i Verdi, stanno nel Parlamento Svedese e pur essendo in minoranza, hanno potuto fare apertamente la loro battaglia per il NO all’euro.

E’ questo il punto principale: i Capi dell’Unione finanziano con fiumi di denaro (di cui non ci dicono mai le cifre) i consensi, sia dei Partiti che degli industriali, agricoltori, e altre categorie produttive. Ma se ci sono in uno Stato dei Partiti contrari all’Unione, non possono mettere del tutto a tacere la loro voce. Specialmente, è chiaro, se si deve svolgere un referendum.

Da noi, manco a dirlo, i governanti, cattolici e comunisti, di destra e di sinistra, hanno firmato tutti i Trattati col massimo entusiasmo e basterebbe questo dato a far capire che l’Unione Europea risponde totalmente agli interessi dei politici che si ritrovano tutti d’accordo come succede quando in Parlamento si aumentano lo stipendio.

Per quanto riguarda, poi, il mettersi insieme ad altre liste quali, per esempio, i radicali, cui accenna il nostro lettore, questa è l’ennesima prova del silenzio che avvolge come una coltre le malefatte del Palazzo bruxelliano. Il nostro interlocutore evidentemente non sa (perché gli organi d’informazione sono stati tutti assoldati a questo scopo) che Emma Bonino faceva parte della Commissione Santer quella che è stata costretta alle dimissioni “per corruzione e nepotismo” (come recita la motivazione ufficiale) e che l’ammanco di migliaia di miliardi, oltre a contratti di appalto fuori gara ed altre piacevolezze del genere, si è verificato nella maggior misura nel Dipartimento per gli aiuti di emergenza cui era a capo la Bonino. Ma la corruzione di Bruxelles è immessa già nelle fondamenta e niente potrà correggerla. In questi giorni stanno venendo alla luce gli ammanchi di Eurostat, cosa di cui la stampa si occupa soltanto perché riguarda Prodi. Il Prodi non capo del governo europeo ma prossimo avversario della destra in Italia. Facciamoci coraggio: questi sono i politici, i governanti cui dovremmo inchinarci.

• Occorre un piccolissimo partito, anche un solo parlamentare, contro l’Unione Europea nel panorama politico italiano.

Qui, in Italia, dobbiamo combattere perché finalmente la stampa sarebbe costretta a parlarne. Soprattutto potremmo discutere a viso aperto, senza le continue censure dei giornalisti. (credete forse che l’informazione sia libera?)

Questo è il mio pensiero: aspetto i vostri interventi, i vostri consigli, il vostro aiuto…

Grazie

Ida Magli

Invito al dibattito

Ringraziamo tutti coloro che ci scrivono, e a maggior ragione, quelli che non condividono del tutto le nostre posizioni. Dobbiamo proprio fare così: accantonare le divergenze per poter combattere insieme contro l'unione europea. Speriamo di ritrovarci in molti in questa battaglia che è preminente su tutte le altre. Ida Magli

 

Replica di Vaiani a di Ida Magli

Con preghiera di trasmettere a IDA MAGLI
e al Direttivo di Italiani Liberi
Parto dalla fine della sua risposta: Occorre un piccolissimo partito, anche un solo parlamentare, contro l’Unione Europea nel panorama politico italiano. Questo è il punto che alla fine ci unisce.
Conosco la legge elettorale che regola il voto europeo in Italia e capisco che tutto sarebbe più semplice se un deputato, uno solo, si unisse a Italiani Liberi. Con uno sforzo organizzativo e finanziario limitato, si potrebbe già tentare. Senza allearsi con un deputato o con un senatore, tutto si complica: raccolta firme, comunicazioni, deposito del simbolo...
Sempreché la legge elettorale stessa non venga cambiata per impedire la presentazione di liste minoritarie, di testimonianza, di ribellione... Ma non lo credo: in tutti gli schieramenti, in tutta Italia, ci sono piccolissime forze che né l'Ulivo né la CdL hanno interesse a decapitare...
Scorrendo gli elenchi dei membri del Senato e della Camera, purtroppo, non sarei in grado di individuare un potenziale ribelle. Però... forse il Direttivo e soprattutto quelli di voi che vivono a Roma potrebbero analizzare meglio amicizie, legami, contatti, valutando - senza moralismi e senza esitazioni - anche la possibilità di farsene prestare uno...
Voglio precisare che non sopravvaluto né considero un potenziale alleato i Radicali. So - per certo e da fonti dirette - che anche il loro europeismo è in crisi, ma non hanno né le palle, né la libertà interiore, né sufficiente radicamento territoriale e sociale per farsi carico di una battaglia euroscettica. La mia citazione della lista Bonino era solo al riferimento di uno dei tanti precedenti di voto "in libera uscita" che alle Europee in Italia si è sempre manifestato e che diventerebbe anche l'acqua in cui potrebbe nuotare e sopravvivere il pesce di una lista contro l'eurocrazia.
Le considerazioni che Ida fa sul nome "euroscettico" che ci è stato imposto dai nostri nuovi padroni, sono - a mio parere - un'opportunità da cogliere, non un problema. Non è la prima volta, mi pare sia successo anche ai Cristiani e ai Bolscevichi, che delle nuove realtà sociali si fanno forti e portano con orgoglio il nomignolo imposto loro dai nemici che originariamente voleva essere dispregiativo...
Toscana Libertaria è già un piccolo partito (anzi una rete di piccoli partiti comunali, come si addice a noi Toscani) e abbiamo già esperienza elettorale, di raccolta di finanziamento, di comunicazione politica, di mediazione inclusiva (contro il pericolo di essere fazioni esclusive e incomprensibili che è sempre insito nelle associazioni e nelle forze politiche nascenti). Abbiamo già superato il 4% a Livorno e a Prato e sappiamo cosa vuol dire allearsi, separarsi, vincere e perdere. Per noi la politica è un "Beruf", cioè qualcosa in cui si manifesta la nostra vita e la nostra voglia di restare liberi. Nel poco o tanto che abbiamo fatto per le nostre tradizioni e libertà civiche, abbiamo un senso del dovere che rappresenta il meglio delle nostre radici laiche, ebraiche e cristiane... Per cui non ci arrenderemo di fronte a questa prima risposta problematica della Ida Magli.
La forza del libro "Contro l'Europa" deve scendere in campo e deve scendere in campo ora, proprio nei giorni in cui si compie il rito macabro della conferenza intergovernativa.
Nei prossimi giorni sarò a Milano e cercherò di contattare amici intellettuali e politici che conoscono e amano l'autonomismo e i gruppi civici locali di cui Toscana Libertaria è non piccola parte. Se ci sono novità, vi informerò. Se c'è la possibilità di incontrarsi, spero che ci regaleremo questa opportunità. Vi prego: manteniamo un contatto stretto, sfruttando questa riserva di libertà che è costituita dalla posta elettronica e dagli spazi, relativamente poco costosi, del web. .
Un cordiale e affettuoso saluto.

Mauro Vaiani

* * *


Fonte principale di tutti i documenti: http://www.italianiliberiassociazione.it/Lettere/listaeuroscettica.htm (acceduto il 23 marzo 2011)

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