martedì 25 giugno 2024

IO VOGLIO SCEGLIERE, campagna per la rappresentanza


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mauro Vaiani è il vicepresidente segretario della rete Autonomie e Ambiente (https://autonomieeambiente.eu/), oltre che uno dei membri del Comitato Referendario per la Rappresentanza (https://www.iovoglioscegliere.it/).

Nello spazio mattutino di Canale Italia (condotto da Massimo Martire - https://canaleitalia.it/presentatori-e-staff/massimo-martire/), Mauro Vaiani sparge la voce che è partita l'iniziativa referendaria ispirata dalle idee e dalle lotte di Felice Besostri.

Si potrà firmare fino al 15 settembre 2024. Chi è consapevole dell'urgenza di porre fine al ventennio dei "nominati" non perda questa occasione. Vada a firmare sul sito https://www.iovoglioscegliere.it/.

 

prova

domenica 23 giugno 2024

The Power of Three


 

La campagna elettorale di Robert Francis Kennedy Jr. come candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti d'America ci ha incuriosito perché Diverso Toscana è un blog curioso di tutto ciò che sembra sfidare lo status quo.

In particolare approfondiamo tutto ciò che può porre fine a quello che a noi appare una folle polarizzazione, un bipolarismo politico talmente estremizzato da mettere in pericolo le autonomie di tutti, a tutti i livelli, e quindi la vita umana stessa su questo pianeta.

Si dovrebbe conoscere meglio questo questo avvocato ambientalista, classe 1954, quindi quest'anno settantenne, che però ci appare come un giovanotto rispetto agli altri due candidati ottantenni che sono attualmente e salvo sorprese i candidati dei due maggiori partiti che dominano la vita politica negli Stati Uniti: Joseph Robinette Biden Jr. (Joe), classe 1942, attuale presidente e ricandidato del Partito Democratico; Donald John Trump, classe 1946, già presidente americano dal 2017 al 2021 e attualmente ricandidato del Partito Repubblicano.

Roberto F. Kennedy Jr., ha avuto una vita complicata e lontana dal potere, nonostante sia l'ultimo rampollo dell'illustre famiglia di suo zio, il presidente John F. Kennedy, e di suo padre Robert F. Kennedy, entrambi assassinati.

Si è avvicinato alla politica in appoggio alla candidatura di Barak Obama e alle grandi speranze che essa suscitò e che in gran parte andarono deluse.

Negli anni ha maturato convinzioni molto radicali, contrarie al MIC (il military–industrial complex, quello contro cui ci mise in guardia il presidente Dwight D. Eisenhower nel 1961). Durante la grande ondata di centralismo autoritario e nell'orgia del potere di Big Pharma, gli anni della pandemia Covid, è stato ovviamente emarginato e trattato come un ciarlatano e un cospirazionista, per essersi opposto alle politiche dominanti (vaccinazioni obbligatorie di massa, lunghi "lockdown", "greenpass" e altre misure che si stanno rivelando, con il passare del tempo, sempre più discutibili, se non avventate).

Per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti ha rotto con il Partito Democratico e ha messo in moto una difficile campagna per comparire come indipendente sulle schede elettorali di tutti gli stati e territori dell'Unione.

Lo affianca, come candidata vicepresidente, la giovane filantropa Nicole Shanahan, classe 1985, la figlia di una immigrata dalla provincia cantonese di Guangzhou, che è anch'essa una importante attivista contro l'avvelenamento del Creato e del cibo.

La campagna Kennedy-Shanahan per le elezioni presidenziali del prossimo novembre 2024 ha rilasciato un video molto emotivo e potenzialmente capace di disseminare una salutare ondata di scetticismo contro i due partiti che ancora dominano la vita politica americana e, più in generale, contro gli eccessi di polarizzazione che stanno distruggendo il mondo.

Vi incoraggiamo a guardarlo e a incuriosirvi come ci siamo incuriositi noi.


mercoledì 12 giugno 2024

Un'estate in cui è in gioco il futuro della Repubblica

 

Quest'estate ci giochiamo la Repubblica come la conosciamo.

Forse non tutti possono intuirlo, ma per il momento ci basta che lo comprendano 500.000 persone.

Tanti sono i sottoscrittori che servono per depositare quattro quesiti referendari abrogativi delle parti più indecenti del Rosatellum, l'ultima e per molti aspetti la peggiore delle leggi elettorali antidemocratiche che da vent'anni erodono il pluralismo politico e la democrazia italiana.

Se ci riusciamo, anche solo a depositare i quattro quesiti, metteremo in crisi la deriva che ci sta portando verso il podestà d'Italia.

Se falliamo, faremo un passo avanti verso il precipizio.

Qui il messaggio di Autonomie e Ambiente che ha contibuito sin dall'inizio all'avvio di questa iniziativa ispirata alle idee e alle lotte di Felice Besostri:

https://autonomieeambiente.eu/news/323-una-firma-per-la-rappresentanza-questestate

Qui il sito su cui informarsi, donare, contribuire in qualche modo alla campagna, firmare online:

https://www.iovoglioscegliere.it/

La raccolta firme inizia il 15 giugno 2024 e terminerà entro il 15 settembre.

Firmate, senza esitazione, per riprenderci la rappresentanza e porre fine a questo ventennio dei "nominati".

mercoledì 5 giugno 2024

Davide o Golia? Poggiali o Dorfmann?

 


Il blog Diverso Toscana non ha potuto fare a meno di notare che nella circoscrizione "Italia nordorientale" è in corso uno scontro fra Davide e Golia.

Lo si capisce da cinguettii come questo:


 

Nel Nordest, in Emilia, in Romagna, si scontrano due prospettive diverse, due diverse idee autonomiste.

Da una parte (quella di David) c'è un'idea nuova, fresca, candida di autonomie per tutti, quella incarnata da Giovanni Poggiali.

Dall'altra (quella di Golia) c'è un sedicente autonomismo vecchio e stantio - "self-serving" - rappresentato dal deputato uscente Herbert Dorfmann, che cerca la riconferma del poco che ha rappresentato nella legislatura uscente del Parlamento europeo.

Giovanni Poggiali è un candidato civico, indipendente, espresso dallo storico autonomismo romagnolo, che si è recentemente rinnovato e riorganizzato nel partito territoriale "Romagna Unita", membro della sorellanza Autonomie e Ambiente, e quindi vicino a EFA (l'alleanza anticentralista europea).

Dopo che una sinistra modifica in corsa delle norme elettorali ha impedito ai nuovi autonomisti di correre per le Europee, Giovanni Poggiali è stato accolto, come indipendente, dalla lista di Azione-Siamo Europei.

Azione è l'unica lista di una qualche consistenza, ricordiamolo, che si sta seriamente contrapponendo alle degenerazioni del bipolarismo "all'italiana", agli aspiranti podestà d'Italia e napoleone d'Europa, all'erosione democratica della Repubblica, alla paralisi politica che da ormai trent'anni sta impedendo ogni serio riformismo.

Herbert Dorfmann, al contrario, è un incolore deputato uscente della SVP, membro di seconda fila del PPE. Nessuno si ricorda alla fine della legislatura in cosa il PPE (tanto meno il suo esponente sudtirolese) abbiano fatto la differenza nella crisi politica (e normativa) dell'Unione Europea in materia di agricoltura, salute, innovazione, giustizia, costruzione di una politica estera, impegno per la pace. 

Purtroppo c'è ancora di peggio: la SVP si è collegata tecnicamente con Forza Italia, civetta con i "fardelli d'Italia" e con la lega reazionaria di Salvini,  cioè con i partiti che stanno portando l'Italia verso la deriva dell' "elezione diretta del capo", la svolta centralista e autoritaria del "premierato".

Non è un caso che nella lista di Azione siano confluite, in aperta polemica con la SVP e con Dorfmann, altre forze territoriali anticentraliste, come il Team K sudtirolese (il movimento di Paul Köllensperger) e la trentina Casa Autonomie (a sostegno di Mario Raffaelli). 

Dorfmann è un deputato uscente e rientrante sicuramente forte, perché la legge elettorale lo favorisce, perché la SVP è un partito ancora rappresentativo di una parte importante del Sudtirolo, perché alcune marginali (e invecchiate) realtà sedicenti autonomiste (anche nel Bellunese, anche nelle comunità slovene) gli hanno confermato sostegno.

Poggiali invece è uno sfidante, insieme a Raffaelli e Köllensperger (attenzione, tutti e tre non possono essere votati, perché sono tre persone di sesso maschile!).

Il viticoltore romagnolo, in particolare, rappresenta un territorialismo con radici antiche ma ben ancorato al XXI secolo. Giovanni Poggiali rappresenta le grandi novità politiche che stanno emergendo in Romagna.

E' una persona nuova e innovativa. Non promette un "autonomismo" difensivo e chiuso nella difesa dell'esistente, ma un cambiamento profondo, secondo gli ideali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle Regioni. Per tutti, non per pochi.

La battaglia è impari, ma è bello che sia tentata, per il bene delle generazioni future, contro una generazione di vecchi politici che ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare.