venerdì 12 giugno 2020
L'inutile pompa di Villa Pamphili
La pompa di Villa Pamphili non coprirà l'inutilità di questa passerella di potenti europei e italiani, chiamata con il nome (malaugurante) di "Stati generali".
Non c'è rimedio all'opacità tecnocratica e centralista con cui è stato elaborato il piano Colao (meglio noto come Colao di cemento).
Non si troveranno soluzioni "europee" o "italiane" che vadano bene per i nostri mille diversi territori, perché non esistono.
Dando per scontato che per un paio d'anni (almeno) dovremo indebitarci in Euro fino a percentuali che sfioreranno il 200% del PIL, troviamo ben strano che non si apra alcuna riflessione su come porre rimedio all'errore storico del 1981 (quando abbiamo cominciato a gestire il debito pubblico italiano in modo privatistico, lasciandolo fluttuare sui mercati globali).
A proposito di sostenibilità a lungo termine del debito pubblico, una delle poche proposte serie è stata quella lanciata da Autonomie e Ambiente, la rete dei decentralisti, territorialisti e localisti italiani.
Pochi altri (tra loro il bravo Stefano Fassina) si stanno impegnando per ragionare di un futuro sostenibile, senza troika, senza sbocchi argentini, senza distruggere ciò che resta del ceto medio, senza far finta che la Repubblica possa continuare a cementificarsi e a "svilupparsi".
Pauroso il vuoto, assordante il silenzio di tutti gli altri, forze di governo e di opposizione.
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