Rossi continua a sorprendere.
Stavolta ha annunciato un passo drammatico: non firmerà più gli atti con cui si liquidano ai dirigenti pubblici i loro premi.
Un colpo sacrosanto contro quella casta ormai degenerata che sono i dirigenti pubblici. Questi ultimi, va detto, se lo meritano ampiamente.
Sono una comunità di persone di buoni studi - ma soprattutto di buone relazioni - che negli anni hanno occupato posizioni di privilegio, con stipendi fuori mercato e fuori controllo. Non pochi di loro, inoltre, essendo assolutamente inutili, sono relegati a incarichi minori, delle vere e proprie sinecure.
Sotto il peso degli errori della politica, sotto la cappa delle leggi scritte male che regolano il loro lavoro, la loro produttività è storicamente bassissima.
Pochissimi di loro si sono ribellati al disastro generale e, in particolare, alla vergogna di un sistema che consente loro di darsi obiettivi ridicoli, raggiunti i quali essi si auto-assegnano premi principeschi. Un sistema ipocrita, vergognoso, irreformabile, che il governo Renzi deve abolire, per decreto, per tutti i dirigenti pubblici, al più presto.
La ribellione di Rossi sarà anche tardiva, ma è sempre benvenuta.
Avanti così presidente.
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