lunedì 15 luglio 2013
Crederci sempre, arrendersi mai
Referendum! Referendum! Referendum!
Sostengo con convinzione i sei nuovi referendum promossi dai Radicali Italiani:
- contro la schiavitù e il lavoro nero degli immigrati;
- contro l'inutile persecuzione penale degli irregolari, una mostruosità giuridica che ha moltiplicato la clandestinità e rallentato la sua giusta punizione;
- contro il finanziamento pubblico, ribadendo la volontà popolare solennemente espressa;
- contro la spartizione indecorosa del cosiddetto "otto per mille";
- contro l'inutile lunghezza delle pratiche di divorzio;
- contro l'inutile persecuzione penale del consumo di droga, che riempie le carceri, paralizza le polizie, ingolfa i tribunali; il più grande disastro politico-giudiziario del nostro tempo; un altro di quei temi su cui il popolo si era già espresso nel 1993, restando drammaticamente inascoltato.
Sostengo anche altri sei referendum radicali per la giustizia giusta.
In totale i cittadini sono invitati ad avallare, con le loro firme in comune o ai banchetti, un totale di dodici nuovi quesiti che potrebbero scuotare, già dal 2014, lo status quo.
Ancora una volta i Radicali Italiani dimostrano coerenza e professionalità, e annunciano ulteriori nuove proposte di iniziativa popolare per l'uninominale, le riforme economiche, le depenalizzazioni, l'abolizione dei quorum e dei limiti all'esercizio della sovranità popolare diretta.
Con il tempo - in particolare con la mia ricerca di PhD in geopolitica, che ho terminato e difeso proprio venerdì 12 luglio scorso all'Università di Pisa - sono sempre più scettico sulla possibilità di riformare una repubblica malata - troppo grande, troppo eterogenea - come quella italiana, ma sono sempre più ottimista sul fatto che i suoi cittadini possono prendere l'iniziativa e contare di più, in prima persona.
Non c'è altra strada che quella di insistere per realizzare le riforme federali e liberali che aspettiamo da decenni.
Come abbiamo sempre detto e come si è verificato, l'alternativa sarebbe stata un lento scivolamento verso povertà e violenza.
Non c'è alternativa, dobbiamo crederci ancora.
Crederci sempre, arrendersi mai (semper credere numquam sese dedere - always to believe, never to surrender).
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